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martedì 30 ottobre 2012

OLANDA - Coffee-shop: nuove norme in arrivo

Tra i punti al centro dell'accordo di governo tra liberali e laburisti c'e' anche l'azione restrittiva intrapresa dall'attuale governo nei confronti dei coffee-shop, gli unici locali in Europa dove sono vendute liberamente a tutti i maggiorenni, da qualche decennio, marijuana e hashish. Almeno fino a primo maggio scorso, quando nelle province olandesi al confine con il Belgio e la Germania, per combattere il 'turismo della droga', e' stato introdotto il divieto di vendere le cosiddette droghe leggere ai non residenti. Imponendo inoltre agli acquirenti olandesi una sorta di schedatura, la cosiddetta 'Wietpas card'. L'accordo prevede che l'obbligo di schedatura sara' rimosso, mentre, come gia' previsto, il divieto di vendere marijuana e hashish ai non residenti sara' esteso a tutto il territorio nazionale a partire dal primo gennaio prossimo.
Resta tuttavia da chiarire cosa accadra' nelle grandi citta', in particolare Amsterdam, l'Aja, Rotterdam e Utrecht, le cui autorita' hanno criticato la misura sostenendo che non fara' altro che aumentare il commercio illegale nelle strade. Nel documento pubblicato oggi che illustra i punti dell'accordo di governo si legge infatti che 'il requisito della residenza sara' applicato in accordo con i consigli municipali delle localita' interessate e questo consentira' un approccio 'su misura' in base alle esigenze locali.

OLANDA - Coffee-shop: nuove norme in arrivo

giovedì 25 ottobre 2012

Guerra alle droghe. Per un nuovo approccio. Libro a Citta' del Messico

Dopo un secolo, quando nel 1912 fu approvata la Convenzione Internazionale contro l'Oppio, e dopo quasi cinquant'anni di proibizionismo e repressione su domanda e offerta di droghe illegali, il consenso diffuso verso questo approccio e' venuto meno. I benefici sono stati scarsi e i costi molto elevati. Partendo da questa premessa, un gruppo di esperti messicani, Paese che vive in prima linea e sulla propria pelle la tragedia del narcotraffico, mercoledi' 24 ha presentato il libro “Informe Jalisco. Más allá de la guerra contra las drogas”, in cui si fa una riflessione multidisciplinare sul narcotraffico ma anche sulla violenza e l'insicurezza.
Coordinato dalla scrittore Héctor Aguillar Camin, direttore della rivista Nexos, e altri specialisti, e con l'appoggio del governatore dello Stato di Jalisco, Emilio González Márquez, il libro prende in considerazione le dimensioni economiche, legali, sanitarie e di opinione pubblica sul problema, stimolando il dibattito sul fatto che la strategia attuale contro le droghe debba cambiare. Il volume e' anche una sorta di libro bianco sul fenomeno in Messico, con varie informazioni e grafici, di notevole rilievo per chi e' interessato alla materia.
Durante la presentazione, Aguilar Camin ha perorato una “revisione internazionale dell'approccio proibizionista sulle droghe, cosa che il Messico ha l'autorita' morale per proporre", e per confrontarsi senza pregiudizi sulla legalizzazione o almeno su depenalizzazione o regolamentazione. “C'e' un problema molto grande legato alla sicurezza, problema che esige un approccio che non sia solo punitivo, che non sia solo una visione di polizia, ma sociale e di convivenza”. Il governatore dello Stato di Jalisco ha fatto leva sul fatto che occorre porre enfasi “sulla prevenzione e sull'educazione”. Come dimostra il libro, ad oggi i Paesi hanno investito una ingente quantita' di denaro nella repressione dell'offerta, molto maggiore rispetto a quanto investito per ridurre la domanda.
L'analista Eduardo Guerrero ha difeso la necessita', nel caso del Messico, di “nazionalizzare” la politica antidroga, coinvolgendo gli Stati e le amministrazioni comunali -essendo questi ultimi i piu' deboli della catena per affrontare la situazione- e di migliorare le informazioni locali sul problema.
El Informe Jalisco osserva, in un campo pieno di esagerazioni e opacità, la dimensione della sfida, a partire dalla dimensione del mercato della droga in Messico, che e' intorno a 8.000 milioni di Usd all'anno. Una quanitta' astronomica se confrontata “con i 300 dollari che guadagna un poliziotto ogni mese, i 500 che prende un sicario per uccidere qualcuno o i 522 milioni sequestrati al narcotraffico negli ultimi quattro anni”. Solo 54 criminali sono stati giudicati per riciclaggio di denaro tra il 2004 e il 2010 in questo Paese. Mentre i benefici del narcotraffico sono giganteschi: in chilo di marijuana in Messico vale 80 dollari ma, attraversando la frontiera con gli Usa, puo' arrivare fino a 1.920. Un chilo di eroina duplica il suo valore fino a 71.000 dollari quando oltrepassa il Rio Bravo e un chilo di cocaina che viene da Colombia, Peru' o Bolivia ad un prezzo di 2.340 dollari, puo' arrivare, quando giunge nelle strade del gigante del Nord, fino a 180,000 dollari.
Usa, Europa occidentale e Russia sono i grandi consumatori del mondo, ma il danno viene patito dai cittadini dei Paesi poveri. Del milione di persone che sono in prigione per reati connessi alle droghe, la meta' e' negli Usa, e il 44% di essi e' negro, mentre il 21% e' ispanico. Nel contempo, Paesi come Birmania, Afghanistan, Iran, Peru', Colombia o Messico pagano il prezzo in violenza, corruzione e disarticolazione istituzionale.
“Il narco”, scrivono gli autori, “e' un potere parallelo, una forza economica, una rete di opportunita' a rischio, una fonte di socializzazione illegale e una componente leggendaria della altrettanto leggendaria violenza del territorio messicano”. Per questo e' giunto il momento di porre fine alla condanna del mito di Sisifo in cui si e' trasformata la mera strategia repressiva contro le droghe.

(articolo di Luis Prados edito da Citta' del Messico sul quotidiano El Pais del 25/10/2012)

Guerra alle droghe. Per un nuovo approccio. Libro a Citta' del Messico

martedì 23 ottobre 2012

Lei e i choosy

Cara Ministro Fornero,

E' un "giovane" che le scrive, uno di quelli che non dovrebbe fare il difficile e guardare un posto dall' interno.

E' un pò comodo da parte sua, per usare un' eufemismo, perchè sarei tentato di usare un linguaggio molto meno formale, dire di prendere un posto di lavoro e guardarlo da dentro, per diverse ragioni. La prima, è che NON C'E' lavoro da guardare "da dentro". Sono molti i ragazzi che vedono passare anche tutto il periodo della disoccupazione senza riuscire a trovare nulla.

Un altra ragione per la quale sento una forte rabbia, ogni volta che qualcuno della vostra classe politica parla di giovani, è che a voi dei giovani non vi interessa nulla. Ancor di più perchè non hanno il minimo sincero interesse nell' ascoltarci! Troppo attaccati alla poltrona per rischiare!

Da anni mi batto per un argomento che davvero creerebbe posti di lavoro. Prima ancora che lei possa iniziare ad avanzare "moralismi" sull' uso di cannabis, vorrei che lei, con la sua conoscenza della lingua inglese, prendese visione di questo servizio passato alla CBS domenica al programma "60 Minutes" negli Stati Uniti.

Medical Marijuana: Will Colorado's "green rush" last?

Lei è il ministo del lavoro, ma di lavoro al momento è stata incapace di crearne.
Vuole fare qualche cosa? Allora crei posti di lavoro nell' agricoltura e nel terziario, come è avvenuto in Colorado. Chi è contrario a queste politiche? Solo la generazione che al momento ha in mano le nostre vite e che ci sta falciando il futuro. E non mi venga a dire che "la droga" non è una soluzione o qualche altro discorso ipocrita che potrebbe venire dalla bocca di un Giovanni Serpelloni che del proibizionismo ha fatto il suo lavoro e, come ben si vede, da buon studente di un politico di vecchia data come Giovanardi, accanitamente attaccato alla sua poltrona nonostante il fallimento. Dove è la meritocrazia? Se una persona ha fallito, deve andare a casa!

Sono anni che mi occupo di questo tema e sono anni che VOI politici avete fallito e per interesse VOSTRO, non al fine di diminuire la diffusione di stupefacenti, che di fatto sono ancora più diffusi di un tempo . Ma ci sono dei giovani che possono opporsi? Ci sono delle voci che possano dire è ora di cambiare politica? Credo di parlare a nome di molti (se, stando ad un sondaggio avvenuto in diretta lo scorso anno, durante un programma di Santoro, l' 80% dei votanti si disse favorevole ad una legalizzazione della cannabis) quando dico che la cannabis andrebbe legalizzata, legalizzata la produzione, la vendita e il consumo. Questo creerebbe si posti di lavoro dal nulla. Creerebbe nuove tasse che permetterebbero tagli sulle tasse del lavoro dipendente, risparmi sulle carceri, risparmi sulla giustizia (evitando processi inutili e costosi a persone incensurate prese per pochi grammi di sostanze), un migliore impego delle forze dell' ordine, un più efficace contrasto alla malavita andando a toccare il loro core business; in più diminuirebbe la diffusione di stupefacenti! L' esempio del Colorado, dimostra come davvero si potrebbe creare un miracolo economico e sociale. Siete davvero interessati al bene dell' Italia?

Non credo che leggerà mai questa e-mail, ma se davvero lei volesse fare qualche cosa per i giovani, inizi ad ascoltarli. Inizi a dare voce ai giovani e la smetta di fare sermoni A noi, lei sfida la nostra sensibilità; siamo capaci di esprimerci. Inizi a parlare PER noi.

domenica 21 ottobre 2012

ITALIA - Arrestato consigliere comunale Pd dell'aretino. Aveva 2 kg di marijuana in casa

Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Questa l'accusa che ha portato in carcere Leonardo Simoni, consigliere comunale (Pd) e presidente della Commissione bilancio del Comune di Montevarchi (Arezzo). L'uomo, 46 anni, nel corso di alcuni controlli dei carabinieri di San Giovanni Valdarno e di Arezzo e' stato trovato in possesso di circa due chili di marijuana. Simoni ha gia' rassegnato le dimissioni dall'incarico, depositando la lettera presso il comune di Montevarchi.
Il consigliere Pd lo scorso febbraio aveva presentato una mozione per contrastare l'uso della droga. A darne notizia il capogruppo Pdl al Comune di Montevarchi Mauro Bindi e il consigliere regionale Stefano Mugnai che si dicono 'senza parole'.
Nella mozione Simoni chiedeva al Sindaco e alla Giunta di 'ampliare il contrasto alle droghe, attraverso politiche giovanili piu' attive'. Simoni, secondo quanto appreso, si e' dimesso oggi dalle responsabilita' istituzionali e di partito ed e' stato sospeso cautelativamente da iscritto al Pd.
'Diversamente da quanto diffuso dagli organi di stampa non e' in carcere, non spacciava stupefacenti, ne' ha fatto del male a nessuno'. Lo scrive in una nota la famiglia del consigliere comunale. La famiglia precisa che Simoni e' ai domiciliari, non in carcere: 'Leonardo e' a casa'.
'Diversamente da quanto riferisce la cronaca quotidiana riguardo ad altri esponenti politici - continua la nota - Leonardo non si e' dimesso da tutti i suoi incarichi e responsabilita' per aver recato danno alla comunita', ma per problemi personali. Le indagini sono in corso. Siamo fiduciosi che la magistratura, quando le indagini saranno concluse, sapra' accertare la verita''.
'Leonardo e' un padre affettuoso e protettivo, adorato dai figli, dedito al lavoro, sempre pronto ad offrire il proprio sostegno agli anziani genitori con generosita' e dedizione - conclude la nota - Siamo addolorati come e piu' di quanto una famiglia possa esserlo in un momento come questo. Gli siamo vicini in ogni modo'.

venerdì 19 ottobre 2012

Colorado marijuana-legalization measure raises question of pot tourism


Medical marijuana brings "green rush" to Colo.

Colorado's thriving medical marijuana business isn't just named for the color of today's green, potent pot. It's the color of the money being made in the medical marijuana industry. Steve Kroft goes to the Rocky Mountain state to report on a business that's legal there and 16 other states, but in the eyes of the federal government is still as illegal as dealers selling heroin or LSD. "Rocky Mountain High" will be broadcast on 60 Minutes Sunday, Oct. 21 at 7:30 p.m. ET and 7:00 p.m. PT.
Kroft goes to Denver to visit a few of the city's 204 medical marijuana dispensaries -- shops so numerous, they outnumber Starbucks and McDonald's combined by nearly threefold. The state of Colorado, with five million people, boasts a total of 537 medical pot dispensaries and more than 100,000 authorized medical marijuana patients.

Highly regulated shops sell medicine patients can smoke with names like Jack Frost and Biodiesel; edible versions of cannabis are also available, from the newfangled, like ice-cream, sparkling sodas and chocolate, to old standbys like cookies and brownies. A webcast to go live on Sunday evening on 60MinutesOvertime.com will feature a whole segment on the various kinds of marijuana-infused edible products Kroft found.
The rush, like those for silver or gold so long ago, is attracting investors, or as some call them, "ganjapreneurs." Kristi Kelly came to Colorado to make money on marijuana. "There's not a lot of opportunities in any one lifetime where you can be part of something from such an early stage," she tells Kroft.
The federal government has done little in the state to interfere in the booming trade. And even if it chose to, the sheer number of dispensaries would present a daunting challenge. The Justice Department, however, has warned that financial institutions could be prosecuted for handling money from such businesses. This is a situation ganjapreneurs cannot tolerate much longer as their businesses grow larger.

This past week, a federal appeals court in Washington held a hearing on whether to change marijuana's status under the Controlled Substances Act. Medical marijuana advocates are suing to remove cannabis from the Schedule One list and reclassify it as a drug that could be prescribed by physicians.

Meanwhile, Colorado could become the first state to legalize pot. A referendum is on next month's ballot that if passed, would legalize recreational use of marijuana with regulations.


© 2012 CBS Interactive Inc. All Rights Reserved. 

lunedì 15 ottobre 2012

USA - Legalizzazione droghe. L'appello dell'attore Brad Pitt

'Dopo quarant'anni e mille miliardi di dollari spesi, sosteniamo ancora questa farsa chiamata guerra contro la droga': durante la proiezione a Los Angeles del documentario 'The house I live in', Brad Pitt ha parlato con i media statunitensi del suo disaccordo con il governo americano sulla politica contro il traffico e l'uso di sostanze illecite.
'Non faccio piu' uso di droghe, ma se volessi potrei trovarne qualsiasi tipo in qualsiasi citta' americana in meno di 24 ore', ha detto l'attore definendo la lotta agli stupefacenti 'un terribile fallimento'. Per la star l'unico modo per risolvere il problema e' porre fine al traffico di denaro che sta dietro questo mercato. 'Bisogna considerare la possibilita' di legalizzare l'uso della droga, lasciando alle persone la decisione se sbagliare o meno, e trattandole piu' da pazienti e meno da criminali', ha spiegato ancora Pitt.
La star qualche mese fa aveva rivelato di aver avuto parecchi problemi con le sostanze stupefacenti all'inizio degli anni Novanta.

USA - Legalizzazione droghe. L'appello dell'attore Brad Pitt 

sabato 13 ottobre 2012

Marijuana legalization on ballot in 3 states, but Justice Department remains silent

Voters are set to cast their ballots in three Western states next month on whether to legalize the sale of marijuana for recreational use, initiatives that would directly violate federal law but that have drawn only silence from the Justice Department.
Despite the urging of drug enforcement experts, officials in Washington have not said how the federal government would deal with possible state laws in Colorado, Washington and Oregon that would conflict with the federal Controlled Substances Act. Federal law prohibits the production, possession and sale of marijuana and classifies marijuana as a Schedule 1 drug, putting it in the same category as LSD and heroin.
Nine former administrators of the Drug Enforcement Administration wrote a letter last month to Attorney General Eric H. Holder Jr., urging him to publicly oppose the ballot initiatives that, if passed, would make the states the first in the nation to decriminalize marijuana for recreational use by adults.
“To continue to remain silent conveys to the American public and the global community a tacit acceptance of these dangerous initiatives,” wrote the former administrators, who oversaw the DEA under both Democratic and Republican presidents from 1973 to 2007. “We urge you to take a public position on these initiatives as soon as possible.”
Holder has not responded to the letter. The former officials are planning to hold a news conference Monday to press their concerns more publicly.
“The Justice Department should speak out ahead of the ballot initiatives to avoid immediate court action,” said Peter Bensinger, the DEA administrator from 1976 to 1981. “The initiatives will be in direct conflict with federal law, international treaty obligations and Supreme Court rulings.”
The Justice Department can file suit to try to block state laws that it deems to have violated federal statutes. It did that, for example, after Arizona passed a law in 2010 that the state said was aimed at cracking down on illegal immigrants but that the Obama administration believed was unconstitutional. In other cases, officials have simply made the Justice Department’s stance clear ahead of ballot initiatives, as Holder did in 2010 when he said that officials opposed a California measure to legalize marijuana.
But with the upcoming initiatives over legalization, Justice Department spokeswoman Allison W. Price said the department would not comment. “We are not going to speculate on the outcome of various ballot initiatives state by state,” she said.
Colorado’s measure, known as Amendment 64, is the most likely to pass, according to observers and local polls. Under the measure, retail stores would be allowed to sell marijuana, and it would be taxed and regulated like tobacco and alcohol.
Growing operations would be legalized, as would “infusion factories” that could blend marijuana into brownies, candy bars and lollipops, according to Tom Gorman, the director of the federal Rocky Mountain High-Intensity Drug Trafficking Area.
“If this passes, Colorado would have the most liberal marijuana laws in the developed world, more liberal than the Netherlands,” said Gorman, whose group brings together local, state and federal law enforcement officials. “It’s illegal for a state to pass a constitutional measure that allows its citizens to violate federal law.”
The initiative has the support of 51 percent of state voters, according to a poll conducted for the Denver Post. More than 300 physicians in the state have joined the campaign for legalization.
“As physicians, we have a professional obligation to do no harm,” Bruce Madison, former associate medical director of the faculty at the University of Colorado School of Medicine, said in a statement. “But the truth is that the Colorado marijuana laws do just that, by wasting hundreds of millions of dollars in a failed war on marijuana, by ruining thousands of lives by unnecessary arrest and incarceration, and by causing the deaths of hundreds of people killed in black-market criminal activities.”
In a letter to President Obama, four former White House drug czars said the administration’s “non-discussion” stance “is sending a message that you and your administration are indifferent to the legalization issue.”
“We stand united against any efforts . . . to legalize marijuana or any other currently illegal substances and urge you to respond . . . expressing unequivocal opposition to marijuana legalization generally and these initiatives specifically,” the former National Drug Control Policy directors wrote.
Along with the Colorado ballot proposal, Initiative 502 in Washington and Measure 80 in Oregon would allow people who are 21 and older to buy marijuana from shops regulated by the state.
All three ballot initiatives are a step beyond the laws that have legalized marijuana for medical purposes. Starting with California in 1996, the District and 17 states, including the three with these ballot proposals, have passed laws making it legal to manufacture, distribute and possess marijuana for such purposes. Arkansas has a similar measure on the ballot this year.
In 2009, David Ogden, then the deputy attorney general, wrote a memo to U.S. attorneys, advising that the prosecution of significant traffickers of illegal drugs, including marijuana, remained a core priority. Marijuana distribution was the largest source of revenue for the Mexican cartels, Ogden said.
But he also addressed the growing number of states legalizing marijuana for medicinal purposes.
“Prosecution of individuals with cancer or other serious illnesses who use marijuana as part of a recommended treatment regimen consistent with applicable state law, or those caregivers . . . who provide such individuals with marijuana, is unlikely to be an efficient use of limited federal resources,” Ogden wrote.
Last year, in a memo to U.S. attorneys, Deputy Attorney General James M. Cole reiterated Ogden’s position on medical marijuana but indicated that there was a growing increase in scope of commercial cultivation, sale, distribution and use of marijuana for “purported medical purposes.”
“The Ogden Memorandum was never intended to shield such activities from federal enforcement action and prosecution, even when those activities purport to comply with state law,” Cole wrote.
In recent months, federal authorities have cracked down on the sale of marijuana from dispensaries near schools.
The DEA warned in August that about two dozen marijuana dispensaries operating in school zones in Washington state would face possible prosecution if they didn’t shut down. That same month, U.S. Attorney John Walsh in Colorado sent out 10 letters to medical marijuana dispensaries within 1,000 feet of schools, ordering them to close.

Julie Tate contributed to this report.

Marijuana legalization on ballot in 3 states, but Justice Department remains silent

giovedì 11 ottobre 2012

ITALIA - Tossicodipendenti. Sappe: no al carcere

'Il Sappe e' impegnato per incrementare l'utilizzo del ricorso alle misure alternative al carcere delle persone tossicodipendenti recluse. Per questo giudichiamo importanti e positivi gli sforzi che sta compiendo nell'analoga direzione il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi'. E' quanto afferma Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria.
'Nelle carceri italiane -sottolinea il leader del Sappe- piu' del 25% circa dei detenuti e' tossicodipendente e anche il 20% degli stranieri ha problemi di droga. Se per un verso e' opportuno agire sul piano del recupero sociale, e' altrettanto necessario disporre di adeguate risorse per far fronte alla possibilita' che all'interno del carcere entri la droga'.
'Alcuni recenti fatti di cronaca -prosegue il sindacto dei baschi azzurri- hanno dimostrato che e' sempre piu' frequente il tentativo, anche da parte dei detenuti appena arrestati o di familiari e amici di ristretti ammessi a colloquio, di introdurre sostanze stupefacenti all'interno degli istituti penitenziari'.
'Spesso -fa notare Capece- e' la professionalita' della polizia penitenziaria a consentire di individuare i responsabili e di denunciarli all'autorita' giudiziaria, ma cio' non e' sufficiente. Nonostante l'Italia sia un Paese il cui ordinamento e' caratterizzato da una legislazione all'avanguardia per quanto riguarda la possibilita' che i tossicodipendenti possano scontare la pena all'esterno, i drogati detenuti in carcere sono tantissimi'.
'La legge -ricorda ancora- prevede che i condannati a pene fino a sei anni di reclusione, quattro anni per coloro che si sono resi responsabili di reati particolarmente gravi, possano essere ammessi a scontare la pena all'esterno, presso strutture pubbliche o private, dopo aver superato positivamente o intrapreso un programma di recupero sociale. Nonostante cio' queste persone continuano a rimanere in carcere'.
'Riteniamo sia invece preferibile -conclude Capece- che i detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve entita', scontino la pena fuori dal carcere, nelle comunita' di recupero, per porre in essere ogni sforzo concreto necessario ad aiutarli ad uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e, quindi, a non tornare a delinquere. I detenuti tossicodipendenti sono persone che commetto reati in relazione allo stato di malattia e quindi hanno bisogno di cure piuttosto che di reclusione'.

ITALIA - Tossicodipendenti. Sappe: no al carcere

domenica 7 ottobre 2012

Presidential Debate Ignores Medical Marijuana Controversy


by Richard Lenti on October 4, 2012
The controversy over the legalization of medical marijuana never came up in the first presidential debate, but it wasn’t for lack of trying.

The controversy over the legalization of medical marijuana never came up in the first presidential debate, but it wasn’t for lack of trying.
A petition to get President Barack Obama and Mitt Romney to answer at least one cannabis-related question in the debate was presented to the chairman of the Presidential Debate Commission, but the topic never came up.
A 2011 Gallup poll says that 50 percent of Americans now believe that marijuana should be legalized for adult use. And voters in Colorado, Oregon, and Washington will decide this November whether to allow for the limited legalization of cannabis for adults.
In Los Angeles, the City Council just voted to repeal a ban on medical marijuana dispensaries it approved just a few months ago. It’s an act that leaves the city without a law regulating an estimated 1,000 pot stores.
Yet federal laws and state laws are often at odds, and for many who advocate legalization, until the federal law is changed, there will always be uncertainty among the states as to what they can and cannot do.
Currently, seventeen states and the District of Columbia have legalized the use of marijuana when recommended by a physician. Yet, an estimated $20 billion taxpayer dollars are spent every year enforcing marijuana prohibition.
Since the issue of whether or not medical marijuana is effective is a separate discussion, the two questions submitted to the debate commission by the Brownie Mary Democratic Club of California focused on what they described as “the direct conflict between federal law and state law.”
Citing the ballot measures in Colorado, Oregon and Washington, the first question posed by the authors of the petition addressed what will happen if voters in those states pass the initiatives. Specifically, what they want to know from the candidates is “what will be the response of your administration?”
The second question hoped to ask the candidates if they will “do anything as President to help reconcile the differences between federal and state law“?
As neither of the questions were asked, and probably won’t come up in the next two debates, the candidates’ comments in the media are the clearest indication of what they will do.
In an interview with the Denver Post, Romney said “I oppose marijuana being used for recreational purposes and I believe the federal law should prohibit the recreational use of marijuana”
A spokesperson for Romney added that the Governor “has a long record of opposing the use of marijuana for any reason. He opposes legalizing drugs, including marijuana for medicinal purposes. He will fully enforce the nation’s drug laws, and he will oppose any attempts at legalization.”
President Obama’s track record on the federal enforcement of marijuana laws has been inconsistent, at best. During the 2008 campaign, Obama said he would not use federal “resources to circumvent state laws on this issue.”
Marijuana advocates have been stunned by the Obama Justice Department’s crackdown on medical marijuana dispensaries. Thousands of dispensaries have been raided or forced to shut down under government pressure.
“The medical marijuana community was ecstatic when Obama was elected,” Amanda Reiman, California policy director for the Drug Policy Alliance told the San Francisco Examiner. “But now four years later it feels like bait and switch.”
75 years ago this month, the U.S. government criminally outlawed the possession and cultivation of marijuana. According to the National Organization for the Reform of Marijuana Laws, (NORML), the 1937 mandate has resulted in more than 850.000 arrests per year and more than 20 million arrests since 1965.

Presidential Debate Ignores Medical Marijuana Controversy 

mercoledì 3 ottobre 2012

ITALIA - Cannabis terapeutica. Proposta di legge in Regione Umbria

Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Damiano Stufara, ha presentato una proposta di legge che prevede 'disposizioni per la somministrazione ad uso terapeutico dei cannabinoidi e dei farmaci contenenti i principi attivi della cannabis'.
Stufara, nell'auspicare 'la rimozione degli ostacoli di carattere burocratico e normativo che ancora oggi ne limitano la prescrivibilita' e ne impediscono l'uso a scopi terapeutici' evidenzia come 'attualmente fra le Regioni italiane si e' dimostrato un nuovo e notevole dinamismo sul fronte dell'applicazione terapeutica dei farmaci cannabinoidi. La Regione Toscana nel maggio del 2012 ha approvato una legge regionale per disciplinare l'utilizzo dei farmaci cannabinoidi a scopo terapeutico, seguita a settembre dalla Regione Veneto.
Analoga proposta di legge e' stata avanzata nella Regione Abruzzo'.
La proposta - spiega un comunicato della Regione - si propone di dare 'pieno seguito alle 'Linee di indirizzo alle Aziende sanitarie su: servizi di cure palliative; servizi di terapie del dolore', nel duplice obiettivo di rendere accessibili i farmaci cannabinoidi e di sviluppare la ricerca su queste sostanze, che alla luce di numerosi studi scientifici si dimostrano efficaci non solo nella terapia del dolore, ma anche nel ridurre e controllare importanti sintomi di altre patologie rilevanti dell'apparato articolare, di malattie croniche autoimmuni, di flogosi croniche di natura degenerativa. Altro scopo e' quello di monitorare l'uso dei derivati della cannabis, su cui pesa, complice la fallimentare strategia proibizionistica avanzata dal dopoguerra ad oggi da parte di tutti i governi occidentali, inclusi quelli italiani, una grave disinformazione'.
'Ad oggi - rimarca il capogruppo Prc - sono circa 17 mila gli studi scientifici attestanti la validita' dell'uso terapeutico della cannabis a fronte di nessuna dimostrazione di danni collaterali significativi'.

ITALIA - Cannabis terapeutica. Proposta di legge in Regione Umbria 

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