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lunedì 12 ottobre 2015

CANNABIS LEGALE, ITALIA PRONTA DAL ’93 MA PER ALCUNI È SOLO UN DIRITTO IN PIÙ DA NEGARE

La cannabis legale e i dubbi di chi difende, in modo anche velato, un proibizionismo sconfitto dalla storia.


Nei giorni in cui sta sviluppandosi nelle sedi parlamentari il progetto di legge antiproibizionista sulla cannabis, voluto dall’Intergruppo fondato da Benedetto Della Vedova, stanno emergendo (come anche giusto che sia) alcune voci contrarie o perplesse, verso la legalizzazione delle droghe leggere. Da argomentazioni che potremmo definire ‘benaltriste’, passando per dubbi di tipo sociologico e le immancabili disamine economiche volte a frenare gli entusiasmi per il gettito fiscale. Comunque la si guardi, appare chiaro che per tanti politici e personaggi pubblici italiani è ancora inconcepibile considerare l’estensione dei diritti civili, una ricchezza e una risorsa in quanto tale. Il popolo, sul tema delle droghe leggere legali, è pronto da almeno 22 anni, ovvero dal referendum proposto dai Radicali in cui si chiedeva la depenalizzazione dei reati connessi all'uso personale della cannabis e dei suoi derivati. Il popolo accolse tale istanza ma la politica ha sistematicamente ignorato tutto ciò.


Il ‘benaltrismo’
La frase 'Ai giovani serve un lavoro e non una canna’ è come un mantra per chi, a partire da Giorgia Meloni, si ricorda sempre della questione occupazionale ogniqualvolta ci sono in ballo i diritti civili. Siano questi appannaggio degli omosessuali, dei malati che chiedono l’eutanasia o dei consumatori di cannabis. Forse ci si dimentica che la legalizzazione permetterebbe l’avvio di attività fino ad oggi proibite fornendo una (pur minima) risposta a chi vuole mettersi in gioco nel settore. Inoltre, non è chiaro come la legalizzazione mini gli interessi di lavoratori e disoccupati ai quali sono deputati a pensare ministri, sottosegretari e responsabili dei partiti, tutti ‘specialisti’.

Legalizzazione è maggiore sicurezza
Vi sono poi derive di tipo sociologico, come chi prefigura chissà quale caos generato dall’apertura di locali in cui acquistare cannabis, che appaiono fuori luogo se si considera che le droghe (anche pesanti) sono di fatto già ‘libere’ in quanto facilmente reperibili sul mercato nero. L’emersione del fenomeno porterebbe tante persone ‘normali’ che consumano cannabis, a usufruire di canali legali e senza rischi per la salute visto che la legalizzazione garantirebbe prodotti di maggior qualità. Le intemperanze di pochi non finirebbero per inficiare la bontà di un progetto che libererebbe dal giogo repressivo (anche solo potenziale) milioni di consumatori che non possono essere, evidentemente, tutte teste calde. Gli esempi dei coffee-shop olandesi, dei cannabis club spagnoli, dei bar cechi e dei dispensari americani sono lì a dimostrarlo e nelle province dell’Olanda dove tali locali erano stati proibiti ai turisti, è stato necessario tornare indietro per evitare scene che nelle nostre città proibizioniste sono la quotidianità: arresti, violenza e spaccio in strada, ovvero fenomeni riazzerabili solo con la legalizzazione.

L’economia non è tutto
C’è chi ha messo in dubbio l’efficacia della legalizzazione da un punto di vista economico, sottostimando il gettito fiscale e gli introiti generati. Senza entrare nel merito di cifre opinabili perché stime riguardanti un traffico che neppure dovrebbe esistere, è sufficiente utilizzare le parole di Benedetto Della Vedova che, su Linkiesta, ha spiegato come il versante economico non sia la causa del provvedimento ma una sua conseguenza. I diritti, insomma, sono già un valore in sè perché, per dirla all’americana, generano felicità. E pazienza se questa non è nelle rilevazioni economiche.

martedì 23 ottobre 2012

Lei e i choosy

Cara Ministro Fornero,

E' un "giovane" che le scrive, uno di quelli che non dovrebbe fare il difficile e guardare un posto dall' interno.

E' un pò comodo da parte sua, per usare un' eufemismo, perchè sarei tentato di usare un linguaggio molto meno formale, dire di prendere un posto di lavoro e guardarlo da dentro, per diverse ragioni. La prima, è che NON C'E' lavoro da guardare "da dentro". Sono molti i ragazzi che vedono passare anche tutto il periodo della disoccupazione senza riuscire a trovare nulla.

Un altra ragione per la quale sento una forte rabbia, ogni volta che qualcuno della vostra classe politica parla di giovani, è che a voi dei giovani non vi interessa nulla. Ancor di più perchè non hanno il minimo sincero interesse nell' ascoltarci! Troppo attaccati alla poltrona per rischiare!

Da anni mi batto per un argomento che davvero creerebbe posti di lavoro. Prima ancora che lei possa iniziare ad avanzare "moralismi" sull' uso di cannabis, vorrei che lei, con la sua conoscenza della lingua inglese, prendese visione di questo servizio passato alla CBS domenica al programma "60 Minutes" negli Stati Uniti.

Medical Marijuana: Will Colorado's "green rush" last?

Lei è il ministo del lavoro, ma di lavoro al momento è stata incapace di crearne.
Vuole fare qualche cosa? Allora crei posti di lavoro nell' agricoltura e nel terziario, come è avvenuto in Colorado. Chi è contrario a queste politiche? Solo la generazione che al momento ha in mano le nostre vite e che ci sta falciando il futuro. E non mi venga a dire che "la droga" non è una soluzione o qualche altro discorso ipocrita che potrebbe venire dalla bocca di un Giovanni Serpelloni che del proibizionismo ha fatto il suo lavoro e, come ben si vede, da buon studente di un politico di vecchia data come Giovanardi, accanitamente attaccato alla sua poltrona nonostante il fallimento. Dove è la meritocrazia? Se una persona ha fallito, deve andare a casa!

Sono anni che mi occupo di questo tema e sono anni che VOI politici avete fallito e per interesse VOSTRO, non al fine di diminuire la diffusione di stupefacenti, che di fatto sono ancora più diffusi di un tempo . Ma ci sono dei giovani che possono opporsi? Ci sono delle voci che possano dire è ora di cambiare politica? Credo di parlare a nome di molti (se, stando ad un sondaggio avvenuto in diretta lo scorso anno, durante un programma di Santoro, l' 80% dei votanti si disse favorevole ad una legalizzazione della cannabis) quando dico che la cannabis andrebbe legalizzata, legalizzata la produzione, la vendita e il consumo. Questo creerebbe si posti di lavoro dal nulla. Creerebbe nuove tasse che permetterebbero tagli sulle tasse del lavoro dipendente, risparmi sulle carceri, risparmi sulla giustizia (evitando processi inutili e costosi a persone incensurate prese per pochi grammi di sostanze), un migliore impego delle forze dell' ordine, un più efficace contrasto alla malavita andando a toccare il loro core business; in più diminuirebbe la diffusione di stupefacenti! L' esempio del Colorado, dimostra come davvero si potrebbe creare un miracolo economico e sociale. Siete davvero interessati al bene dell' Italia?

Non credo che leggerà mai questa e-mail, ma se davvero lei volesse fare qualche cosa per i giovani, inizi ad ascoltarli. Inizi a dare voce ai giovani e la smetta di fare sermoni A noi, lei sfida la nostra sensibilità; siamo capaci di esprimerci. Inizi a parlare PER noi.

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