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domenica 24 febbraio 2013
La canapa è un farmaco
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con cui si inseriscono i derivati della canapa nella sezione B della Tabella II. Dal 23 febbraio la cannabis sarà prescrivibile come farmaco senza le difficoltose procedure odierne.
Un decreto del 23 gennaio del Ministro della salute Balduzzi così recita:
“Nella tabella II, sezione B, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono inseriti, secondo l’ordine alfabetico: Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture). Il presente decreto entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.”
Pubblicato in G.U l’8 febbraio questo atto significa che entro pochi giorni la cannabis e i suoi derivati diventeranno prescrivibili come farmaci: non più con le procedure farraginose, dilatorie e scoraggianti sinora in vigore, ma alle stesse condizioni delle sostanze che ai sensi dell’attuale normativa si trovano sia in Tabella I (v. oltre) che in Tabella II: casi tipici, la morfina nella sezione A, molti ansiolitici e sonniferi nella Sezione B.
Considerate le sempre più chiare evidenze degli effetti terapeutici della cannabis, dei quali si è qui ripetutamente parlato – dall’attenuazione di dolori e altri sintomi in varie patologie neurologiche, in particolare la sclerosi multipla, alla palliazione dei gravi effetti collaterali di molti trattamenti contro i tumori, agli effetti benefici nel glaucoma, ecc. ecc. – sarebbe sin troppo facile recriminare per il ritardo con il quale si è finalmente giunti a questo atto da tempo dovuto – una tale recriminazione sarebbe infatti assai poco opportuna, considerato il breve periodo dalla formazione dell’attuale governo ormai in scadenza. Va comunqe ricordato come il precedente governo, dominato dalla “filosofia” Giovanardi-Serpelloni, favorito nella sua ostinazione ultraproibizionista dalle posizioni di illustri esperti – a partire dal direttore dell’Istituto Mario Negri professor Silvio Garattini, membro di tutte le commissioni ufficiali possibili e immaginabili – i quali seguitavano a sostenere l’assenza di prove scientifiche degli effetti terapeutici della cannabis, avessero sempre fatto orecchio da mercante alle proposte di un tale riconoscimento: proposte ribadite proprio pochi giorni fa all’art.9 in uno dei tre disegni di legge di iniziativa popolare – quello sulle droghe – depositati il 30 gennaio in Cassazione da 16 associazioni compresa la nostra.
Pare quindi che si possano applicare alla micidiale Guerra alle droghe le parole pronunciate da Winston Churchill in uno dei momenti cruciali della seconda guerra mondiale: non siamo di certo alla fine, e neanche al principio della fine, ma forse almeno alla fine del principio. Restano infatti tutti gli orrori della Fini-Giovanardi del 2006, innestati su quelli del precedente Testo Unico Jervolino-Vassalli, a partire dall’assimilazione della cannabis alle droghe più dure in un’unica lista – la Tabella I, appunto. Ma neanche vogliamo nasconderci un altro significato positivo del suddetto decreto, sostenuto dal parere dell’Istituto superiore di sanità e poi da quello del Consiglio superiore di sanità: cioè che la collocazione dei derivati della cannabis nella sezione B della Tabella II, comprendente le sostanze a minor rischio di abuso e dipendenza, clamorosamente smentisce la assimilazione della cannabis alle droghe più dure in Tabella I.
Insomma, poco poco piano piano direbbe il buon Crozza, forse si avvicina il momento in cui gli zelanti del proibizionismo dovranno rassegnarsi alla sorte di cui parla il nostro grande recanatese, quando scrive “…Serse per l’Ellesponto si fuggia – fatto ludibrio agli ultimi nepoti …” (Canti, I, All’Italia, 74-75, 1818): E non sarà una faccenda da poco: per questo abbiamo ricordato le prime vittorie Alleate nel 1942 e i tremendi costi successivamente pagati per portare a termine il conflittto; poi le peripezie del persiano, che secondo Erodoto – storia o leggenda che sia – abbattutto da una tempesta il ponte che aveva fatto costruire sull’Ellesponto per scappare, fece frustare il mare e mozzare le teste dei suoi ingegneri. Un degno precursore degli odierni narcotafficanti arricchiti dal proibizionismo, insomma.
Da oggi la cannabis è in tabella II
Un decreto del 23 gennaio del Ministro della salute Balduzzi così recita:
“Nella tabella II, sezione B, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono inseriti, secondo l’ordine alfabetico: Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture). Il presente decreto entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.”
Pubblicato in G.U l’8 febbraio questo atto significa che entro pochi giorni la cannabis e i suoi derivati diventeranno prescrivibili come farmaci: non più con le procedure farraginose, dilatorie e scoraggianti sinora in vigore, ma alle stesse condizioni delle sostanze che ai sensi dell’attuale normativa si trovano sia in Tabella I (v. oltre) che in Tabella II: casi tipici, la morfina nella sezione A, molti ansiolitici e sonniferi nella Sezione B.
Considerate le sempre più chiare evidenze degli effetti terapeutici della cannabis, dei quali si è qui ripetutamente parlato – dall’attenuazione di dolori e altri sintomi in varie patologie neurologiche, in particolare la sclerosi multipla, alla palliazione dei gravi effetti collaterali di molti trattamenti contro i tumori, agli effetti benefici nel glaucoma, ecc. ecc. – sarebbe sin troppo facile recriminare per il ritardo con il quale si è finalmente giunti a questo atto da tempo dovuto – una tale recriminazione sarebbe infatti assai poco opportuna, considerato il breve periodo dalla formazione dell’attuale governo ormai in scadenza. Va comunqe ricordato come il precedente governo, dominato dalla “filosofia” Giovanardi-Serpelloni, favorito nella sua ostinazione ultraproibizionista dalle posizioni di illustri esperti – a partire dal direttore dell’Istituto Mario Negri professor Silvio Garattini, membro di tutte le commissioni ufficiali possibili e immaginabili – i quali seguitavano a sostenere l’assenza di prove scientifiche degli effetti terapeutici della cannabis, avessero sempre fatto orecchio da mercante alle proposte di un tale riconoscimento: proposte ribadite proprio pochi giorni fa all’art.9 in uno dei tre disegni di legge di iniziativa popolare – quello sulle droghe – depositati il 30 gennaio in Cassazione da 16 associazioni compresa la nostra.
Pare quindi che si possano applicare alla micidiale Guerra alle droghe le parole pronunciate da Winston Churchill in uno dei momenti cruciali della seconda guerra mondiale: non siamo di certo alla fine, e neanche al principio della fine, ma forse almeno alla fine del principio. Restano infatti tutti gli orrori della Fini-Giovanardi del 2006, innestati su quelli del precedente Testo Unico Jervolino-Vassalli, a partire dall’assimilazione della cannabis alle droghe più dure in un’unica lista – la Tabella I, appunto. Ma neanche vogliamo nasconderci un altro significato positivo del suddetto decreto, sostenuto dal parere dell’Istituto superiore di sanità e poi da quello del Consiglio superiore di sanità: cioè che la collocazione dei derivati della cannabis nella sezione B della Tabella II, comprendente le sostanze a minor rischio di abuso e dipendenza, clamorosamente smentisce la assimilazione della cannabis alle droghe più dure in Tabella I.
Insomma, poco poco piano piano direbbe il buon Crozza, forse si avvicina il momento in cui gli zelanti del proibizionismo dovranno rassegnarsi alla sorte di cui parla il nostro grande recanatese, quando scrive “…Serse per l’Ellesponto si fuggia – fatto ludibrio agli ultimi nepoti …” (Canti, I, All’Italia, 74-75, 1818): E non sarà una faccenda da poco: per questo abbiamo ricordato le prime vittorie Alleate nel 1942 e i tremendi costi successivamente pagati per portare a termine il conflittto; poi le peripezie del persiano, che secondo Erodoto – storia o leggenda che sia – abbattutto da una tempesta il ponte che aveva fatto costruire sull’Ellesponto per scappare, fece frustare il mare e mozzare le teste dei suoi ingegneri. Un degno precursore degli odierni narcotafficanti arricchiti dal proibizionismo, insomma.
Da oggi la cannabis è in tabella II
venerdì 22 febbraio 2013
Colorado marijuana task force recommends allowing pot tourism
Members of a task force proposing regulations for recreational marijuana in Colorado approved recommendations Tuesday that would allow for marijuana tourism but block out-of-state pot shop owners.
The Amendment 64 Implementation Task Force voted to allow people from outside of Colorado to shop in forthcoming retail marijuana stores, though the amount they could purchase at any one store would be limited.
The goal is to prevent "smurfing," which would occur when one person goes from store-to-store accumulating marijuana to then sell into the black market. The thinking is that lowering the amount of marijuana an out-of-stater could buy in any one store would make smurfing too time-consuming to be
A task force recommends allowing marijuana tourism in Colorado. (Kathryn Scott Osler, The Denver Post file)worthwhile.
30 QUESTIONS: Answers to frequently asked questions about Colorado's pot legalization
The task force also approved recommendations that recreational marijuana stores only be owned by Colorado residents. People would have to live in the state for two years to be considered residents.
And the task force voted to recommend that recreational marijuana stores be vertically integrated - meaning they would have to grow most of what they sell - for at least the first two years. In addition, only medical-marijuana dispensary owners would be able to apply to open recreational marijuana stores for the first year. Applications for recreational pot shops will be accepted starting later this year.
Amendment 64 legalized limited possession and retail sales of marijuana for people 21 and older. The task force has until the end of the month to recommend rules for how that should work. Legislators will then cobble together laws for the new recreational marijuana regime.
The first recreational marijuana stores are expected to open at the beginning of next year.
Colorado marijuana task force recommends allowing pot tourism
martedì 19 febbraio 2013
Mercoledì ore 19. Interclub con Rotary Est. Incontro su
“L’organizzazione della sicurezza nell’ordinamento legislativo vigente”.
Il dr. Luigi Viana, prefetto di Parma, tratterà l’argomento con la
partecipazione, per gli specifici aspetti di rispettiva competenza, del
Questore, del Comandante dei Carabinieri e del Comandante della Guardia
di Finanza di Parma. All’Incontro e alla conviviale, che seguirà,
saranno ammessi esclusivamente i Soci dei due Rotary.
Che peccato, perchè mi sarebbe piacuto assistere.
Che peccato, perchè mi sarebbe piacuto assistere.
domenica 17 febbraio 2013
Cannabis militare
Egregio direttore, il sindaco suggerisce di portare attività legate alla "botanica", sul ponte nord.
- Bravo sindaco! - Quello che vogliamo è la botanica! - Dove la vogliamo? Sul ponte nord! - Che piante coltiviamo? La cannabis!.
Egregio direttore, Parma è una città di eccellenza. Sono poco noti, infatti, gli studi sull' sistema endocannabinoide, della facoltà di farmacia di Parma.
Sempre a Parma, la richiesta di sicurezza, ha fatto portare i militari in città. Con che risultato? Un aumento del crimine, che ha registrato un picco dei furti nelle abitazioni; oltre 300 furti in appartamento registrati nel solo mese di Novembre 2012. C' è chi vorrebbe quindi un aumento dei militari a Parma. Potrebbe essere una soluzione?
L' assemblea regionale dell' emilia Romagna, porterà in discussione una legge sulla cannabis terapeutica attorno ad Aprile 2013. Queste sono le previsioni di Franco Grillini, promotore di questo pdl.
In toscana, è presente lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, che, come si può leggere sul sito, serve a "soddisfare prioritariamente le esigenze sanitarie delle Forze Armate".
L' eccellenza nella ricerca farmaceutica, l' aumento delle forze dell' ordine in città e i possibili imieghi delle cannabis terapeutica, potrebbero essere punti chiave per una politica sulla sicurezza basata sulla riduzione dei rischi sociali.
Si potrebbe creare, a Parma, una filiale dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e specializzarlo nella produzione di cannabis terapeutica.
Questa soluzione garantirebbe un aumento di militari, che sarebbero addetti alla ricerca farmaceutica sugli impieghi della cannabis in medicina.
In Israele,l' attività di ricerca sugli impiegi medici della canapa, esiste già.
In un articolo di Franco Crestani, dal titolo "ISRAELE - Cannabis terapeutica. Buoni risultati in terapia dolore anti-cancro", l'Associazione Israeliana contro il Cancro, ha valutato l'efficacia della terapia con Cannabis in 264 pazienti tumorali nel corso di un anno. I ricercatori riferiscono:" Circa il 61% degli intervistati ha riportato un miglioramento significativo della loro qualità di vita, mentre il 56% ha notato un miglioramento della capacità di gestire il dolore. In generale, il 67% era favorevole al trattamento, mentre il 65% ha detto che l'avrebbe raccomandato ad altri pazienti".
L' impiego di cannabis in medicina, non è limitato ai pazienti affetti da tumore. Risultati positivi sono giunti anche da studi su Sclerosi multipla, traumi cerebrali/ ictus, Sindrome di tourette, malattie infiammatorie croniche intestinali, Glaucoma, Epilessia, nausea e vomito in chemio terapia.
Se vogliamo trovare una vera soluzione al problema sicurezza incrementando il numero di militari, dare nuovo lavoro alla città e utilizzare il ponte nord, potremmo chiamare una "filiale" dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, utilizzando l' area residua del demanio militare tra via sidoli e via zarotto. Qui potrebbe essere prodotta la cannabis terapeutica. Sul ponte nord, trovare i punti vendita. Tutto nel pieno rispetto del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti, per una maggiore sicurezza della città.
Un altro vantaggio da apprezzare, di questa politica sulla sicurezza, sarebbe la sottrazione del mercato all' illegalità.
Attraverso la vendita di cannabis terapeutica, si assisterebbe ad un aumento delle entrate delle casse pubbliche, generando così nuove risorse da destinare al Sociale, alle politiche sulla famiglia, al sostegno all' infanzia e alla scolarizzazione.
Se i cittadini di parma fossero alla ricerca di soldi, una soluzione ci sarebbe.
- Bravo sindaco! - Quello che vogliamo è la botanica! - Dove la vogliamo? Sul ponte nord! - Che piante coltiviamo? La cannabis!.
Egregio direttore, Parma è una città di eccellenza. Sono poco noti, infatti, gli studi sull' sistema endocannabinoide, della facoltà di farmacia di Parma.
Sempre a Parma, la richiesta di sicurezza, ha fatto portare i militari in città. Con che risultato? Un aumento del crimine, che ha registrato un picco dei furti nelle abitazioni; oltre 300 furti in appartamento registrati nel solo mese di Novembre 2012. C' è chi vorrebbe quindi un aumento dei militari a Parma. Potrebbe essere una soluzione?
L' assemblea regionale dell' emilia Romagna, porterà in discussione una legge sulla cannabis terapeutica attorno ad Aprile 2013. Queste sono le previsioni di Franco Grillini, promotore di questo pdl.
In toscana, è presente lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, che, come si può leggere sul sito, serve a "soddisfare prioritariamente le esigenze sanitarie delle Forze Armate".
L' eccellenza nella ricerca farmaceutica, l' aumento delle forze dell' ordine in città e i possibili imieghi delle cannabis terapeutica, potrebbero essere punti chiave per una politica sulla sicurezza basata sulla riduzione dei rischi sociali.
Si potrebbe creare, a Parma, una filiale dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e specializzarlo nella produzione di cannabis terapeutica.
Questa soluzione garantirebbe un aumento di militari, che sarebbero addetti alla ricerca farmaceutica sugli impieghi della cannabis in medicina.
In Israele,l' attività di ricerca sugli impiegi medici della canapa, esiste già.
In un articolo di Franco Crestani, dal titolo "ISRAELE - Cannabis terapeutica. Buoni risultati in terapia dolore anti-cancro", l'Associazione Israeliana contro il Cancro, ha valutato l'efficacia della terapia con Cannabis in 264 pazienti tumorali nel corso di un anno. I ricercatori riferiscono:" Circa il 61% degli intervistati ha riportato un miglioramento significativo della loro qualità di vita, mentre il 56% ha notato un miglioramento della capacità di gestire il dolore. In generale, il 67% era favorevole al trattamento, mentre il 65% ha detto che l'avrebbe raccomandato ad altri pazienti".
L' impiego di cannabis in medicina, non è limitato ai pazienti affetti da tumore. Risultati positivi sono giunti anche da studi su Sclerosi multipla, traumi cerebrali/ ictus, Sindrome di tourette, malattie infiammatorie croniche intestinali, Glaucoma, Epilessia, nausea e vomito in chemio terapia.
Se vogliamo trovare una vera soluzione al problema sicurezza incrementando il numero di militari, dare nuovo lavoro alla città e utilizzare il ponte nord, potremmo chiamare una "filiale" dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, utilizzando l' area residua del demanio militare tra via sidoli e via zarotto. Qui potrebbe essere prodotta la cannabis terapeutica. Sul ponte nord, trovare i punti vendita. Tutto nel pieno rispetto del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti, per una maggiore sicurezza della città.
Un altro vantaggio da apprezzare, di questa politica sulla sicurezza, sarebbe la sottrazione del mercato all' illegalità.
Attraverso la vendita di cannabis terapeutica, si assisterebbe ad un aumento delle entrate delle casse pubbliche, generando così nuove risorse da destinare al Sociale, alle politiche sulla famiglia, al sostegno all' infanzia e alla scolarizzazione.
Se i cittadini di parma fossero alla ricerca di soldi, una soluzione ci sarebbe.
Up in Smoke: Why the GOP’s Views on Pot are Showing Signs of a Shift
Ken Cuccinelli was in unfriendly territory when he stepped to the podium in a sloping auditorium at the University of Virginia on Feb. 6. A conservative icon in a hall crammed with college kids is a powder keg awaiting a spark, and cops had been summoned to defuse any eruptions. But the commonwealth’s attorney general disarmed his audience by citing the “fascinating experiment” underway in Colorado and Washington, states where voters legalized marijuana in landmark referendums last fall. “I’m not at all unhappy that they’re doing it,” he said, noting that his views on drug enforcement are “evolving.”
It’s a perspective often voiced in late-night dorm-room discussions but rarely uttered by an ascendant Republican running for governor. Yet as the push to legalize pot migrates from the margins to the mainstream, it is mellowing some Republicans in the process. “If it was a secret ballot, the majority of Republicans would have voted to legalize marijuana a long time ago,” says GOP Congressman Dana Rohrabacher, who opposes the “monstrous” war on drugs. For years, conservatives’ convictions have been trumped by the fear of being painted as soft on crime in a primary ad, he says. But now, “when the Republicans start wetting their finger and sticking it in the air, they’ve got to begin to realize that the wind is blowing in the opposite direction.
Pot is having a political moment. The percentage of Americans who favor scrapping the 75-year-old federal prohibition on weed has doubled during the past decade to about 50% and is projected to keep climbing. The statistical guru Nate Silver has predicted the figure could hit 60% within the next 10 years. In addition to Colorado and Washington, where a majority of voters opted to outright legalize lighting up in November, 18 states plus the District of Columbia permit licensed medical marijuana dispensaries. Fifteen more have decriminalized possession.
It’s unlikely these statutes could survive a collision with federal law, which is unlikely to change anytime soon. But Rohrabacher says conservative ideology should spur the party to revisit its policies. The party’s libertarian wing has long opposed government infringement on personal choice. Fiscal hawks can point to the billions of dollars in taxes and fees that legalizing weed might yield for recession-hobbled state budgets. Then there’s the budding alliance between stoners and conservatives — like Cuccinelli, former Indiana governor Mitch Daniels and Kentucky Senator Rand Paul — who don’t advocate legalization but say states should have the right to make that choice.
“I don’t have a problem with states experimenting with this sort of thing. I think that’s part of the role of states,” Cuccinelli, who declined an interview with TIME, told students in Charlottesville. The attorney general, 44, said that while he wasn’t sure what Virginia’s future held, “I am personally for a lot of reasons, for the federalism reason…very interested to see how that plays out in Colorado and Washington.” Daniels made a similar point in an interview with National Review. “Federalism is, first and foremost, a protection of liberty. And I would just hope that people who say they believe that would be consistent,” he said. “Without endorsing what they [Colorado and Washington] did, I think they had, under our system, a right to do it…A lot of the worst problems we’ve got in this country, and some of the worst divisions we have, came when the right of citizens in community and in polities, like their state, had those rights usurped by the federal government. And having disagreed with it when it happened on other occasions, I sure wouldn’t call for it here.”
He’s not alone. GOP Congressman Mike Coffman opposed the referendum in his home state of Colorado. But after it passed with 55% support, he signed onto a bill warning the Justice Department, which is weighing how to cope with state laws that defy a federal statute, not to meddle with the result. According to a recent CBS News poll, 65% of Republicans think the decision should be left up to the states.
A softer stance could also help Republicans compete for young voters, who overwhelming favor legalization and who fled the party in recent presidential elections. “It’s one of the easier things for them to do,” says Larry Sabato, the University of Virginia political scientist whose class Cuccinelli visited. “It’s easier than immigration. It’s easier than supporting gay rights.” And pot is as much a touchstone social issue for young voters as abortion and gay marriage. It’s one of the reasons the libertarian Ron Paul earned such a fervent following.
Up in Smoke: Why the GOP’s Views on Pot are Showing Signs of a Shift
It’s a perspective often voiced in late-night dorm-room discussions but rarely uttered by an ascendant Republican running for governor. Yet as the push to legalize pot migrates from the margins to the mainstream, it is mellowing some Republicans in the process. “If it was a secret ballot, the majority of Republicans would have voted to legalize marijuana a long time ago,” says GOP Congressman Dana Rohrabacher, who opposes the “monstrous” war on drugs. For years, conservatives’ convictions have been trumped by the fear of being painted as soft on crime in a primary ad, he says. But now, “when the Republicans start wetting their finger and sticking it in the air, they’ve got to begin to realize that the wind is blowing in the opposite direction.
Pot is having a political moment. The percentage of Americans who favor scrapping the 75-year-old federal prohibition on weed has doubled during the past decade to about 50% and is projected to keep climbing. The statistical guru Nate Silver has predicted the figure could hit 60% within the next 10 years. In addition to Colorado and Washington, where a majority of voters opted to outright legalize lighting up in November, 18 states plus the District of Columbia permit licensed medical marijuana dispensaries. Fifteen more have decriminalized possession.
It’s unlikely these statutes could survive a collision with federal law, which is unlikely to change anytime soon. But Rohrabacher says conservative ideology should spur the party to revisit its policies. The party’s libertarian wing has long opposed government infringement on personal choice. Fiscal hawks can point to the billions of dollars in taxes and fees that legalizing weed might yield for recession-hobbled state budgets. Then there’s the budding alliance between stoners and conservatives — like Cuccinelli, former Indiana governor Mitch Daniels and Kentucky Senator Rand Paul — who don’t advocate legalization but say states should have the right to make that choice.
“I don’t have a problem with states experimenting with this sort of thing. I think that’s part of the role of states,” Cuccinelli, who declined an interview with TIME, told students in Charlottesville. The attorney general, 44, said that while he wasn’t sure what Virginia’s future held, “I am personally for a lot of reasons, for the federalism reason…very interested to see how that plays out in Colorado and Washington.” Daniels made a similar point in an interview with National Review. “Federalism is, first and foremost, a protection of liberty. And I would just hope that people who say they believe that would be consistent,” he said. “Without endorsing what they [Colorado and Washington] did, I think they had, under our system, a right to do it…A lot of the worst problems we’ve got in this country, and some of the worst divisions we have, came when the right of citizens in community and in polities, like their state, had those rights usurped by the federal government. And having disagreed with it when it happened on other occasions, I sure wouldn’t call for it here.”
He’s not alone. GOP Congressman Mike Coffman opposed the referendum in his home state of Colorado. But after it passed with 55% support, he signed onto a bill warning the Justice Department, which is weighing how to cope with state laws that defy a federal statute, not to meddle with the result. According to a recent CBS News poll, 65% of Republicans think the decision should be left up to the states.
A softer stance could also help Republicans compete for young voters, who overwhelming favor legalization and who fled the party in recent presidential elections. “It’s one of the easier things for them to do,” says Larry Sabato, the University of Virginia political scientist whose class Cuccinelli visited. “It’s easier than immigration. It’s easier than supporting gay rights.” And pot is as much a touchstone social issue for young voters as abortion and gay marriage. It’s one of the reasons the libertarian Ron Paul earned such a fervent following.
Up in Smoke: Why the GOP’s Views on Pot are Showing Signs of a Shift
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sabato 9 febbraio 2013
Perché? Perché no? Il nuovo libro di IvanArt
E’ un libro illustrato di 56 pagine colme di informazioni e
statistiche fondamentali che cambieranno il tuo modo di vedere la
Marrrrijuaaaana… Cannabis. Prezzo 15 euro + spese di spedizione. Questa
divertente collezione di vignette Perché? Perché no? ad opera di Ivan Art , pubblicate a livello internazionale, smascherano il pensiero irrazionale della nostra società moderna in confronto all’utilizzo della cannabis.
Propone una sintesi dell’illogica distinzione tra quello che è
socialmente e legalmente accettato – Perché? – e ciò che è vietato –
Perché no?Di seguito la presentazione dell’autore:
Perché? Perché no? è un’idea nata originariamente sui primi numeri della rivista Dolce Vita in Italia, quando mi è stato chiesto di fornire strisce di satira politica per ogni uscita. Non è passato molto tempo prima che Perché? Perché no? venisse tradotto in inglese e diventasse una parte integrante della rivista di medicina alternativa canadese, TreatingYourself Magazine. Qualche anno e numerose uscite dopo, ho deciso di fare un passo in più, combinando le vignette con statistiche e raccogliendo il tutto in un libro, Perché no?
L’idea è di rendere le strisce accessibili singolarmente o in una collezione. Prendine una o ottienile tutte sottoforma di libro pieno di statistiche ed informazioni.
Spero che queste strisce aiutino le persone a riflettere su quanto possano essere assurdi gli standard morali della Società e come una sostanza come la Cannabis sia probabilmente l’ultimo dei nostri problemi… e forse una sicura alternativa a molti di essi.
Mi auguro che sia di Vostro gradimento!
> VAI AL SITO Perché? Perché no?
> Guarda le illustrazioni di Ivanart pubblicate su Dolce Vita
Perché? Perché no? Il nuovo libro di IvanArt
Perché? Perché no? è un’idea nata originariamente sui primi numeri della rivista Dolce Vita in Italia, quando mi è stato chiesto di fornire strisce di satira politica per ogni uscita. Non è passato molto tempo prima che Perché? Perché no? venisse tradotto in inglese e diventasse una parte integrante della rivista di medicina alternativa canadese, TreatingYourself Magazine. Qualche anno e numerose uscite dopo, ho deciso di fare un passo in più, combinando le vignette con statistiche e raccogliendo il tutto in un libro, Perché no?
L’idea è di rendere le strisce accessibili singolarmente o in una collezione. Prendine una o ottienile tutte sottoforma di libro pieno di statistiche ed informazioni.
Spero che queste strisce aiutino le persone a riflettere su quanto possano essere assurdi gli standard morali della Società e come una sostanza come la Cannabis sia probabilmente l’ultimo dei nostri problemi… e forse una sicura alternativa a molti di essi.
Mi auguro che sia di Vostro gradimento!
> VAI AL SITO Perché? Perché no?
> Guarda le illustrazioni di Ivanart pubblicate su Dolce Vita
Perché? Perché no? Il nuovo libro di IvanArt
lunedì 4 febbraio 2013
Newest government job: Expert pothead
By Jose Pagliery
@CNNMoney
February 1, 2013: 9:59 PM ET
It's a pot-lover's dream. Washington State is looking for a marijuana consultant to help craft its now-legal industry.
But are you qualified? The job requirements are uniquely challenging: At least five years "working experience" doing everything that would land you in federal prison.
Washington legalized marijuana for recreational use during the November elections, and the state's Liquor Control Board detailed the new government contract job in a recent 17-page solicitation.
In its request for proposal, Washington said it wants expertise on how marijuana is "grown, cultivated harvested, cured and processed," along with "experience with cannabis testing" and "establishing quality standards."
The best candidate also needs to figure out how to properly regulate the business -- and forecast how much marijuana each region of the state is going to demand.
"Ideally, we would like one person who has all those characteristics," said board spokesman Mikhail Carpenter.
Carpenter said a criminal record won't be "an immediate disqualifier."
The board is open to the idea of hiring an entire team, though. By the state's standards, a dream team might include a seasoned pot smoker, a chemist, a lawyer and a dealer with a college degree in Statistics.
The contract consulting work pays up to $100,000 -- but candidates can compete by offering to do it for less. The gig starts in March, and state officials need the rules created by June. Plus, they'll need advice for another year or two.
Related: Don't expect a marijuana boom
Because it's contract work, a simple job application won't do. Proposals must include several two-page essays proving proficiency in all the skills listed above.
With those difficulties in mind, CNNMoney has run the state's proposal by Billy Corben, the filmmaker behind drug documentaries "Cocaine Cowboys" and "Square Grouper: The Godfathers of Ganja."
Corben has interviewed some of the biggest drug smugglers in American history. Here's his take on what kind of candidate Washington needs.
Requirement 1: Know how weed is grown, harvested, processed and infused into food.
"They wouldn't look for a marijuana smuggler. So much of it is cultivated in grow houses, like they do here in Miami, or in legitimate farms out West.
"The state could start in Colorado or California and find one of the higher-end entrepreneurs who have yet to be cracked down on by the federal government.
"Everybody that they're looking for is, by definition, breaking federal law. So, there's obviously a level of forgiveness that's essential. They're all federal criminals, theoretically. Even in the states where it's legal.
"If you go in for a job interview and you're exceptionally qualified but you're a felon or convicted of a marijuana misdemeanor, they will have to chuckle that off."
Requirement 2: Experience testing marijuana quality.
"You're talking about an admitted drug user. I'd think the president, when he was smoking, was smoking the good s****. He knows the difference. Hell, any of the last three presidents -- or any of the founding fathers, but they're not available right now."
Requirement 3: Knowing how much weed is needed, and where.
"That's like saying who needs running water. There's such a cross-section of people. It doesn't demographically appeal to any age, race or gender. Are you a Glaucoma sufferer? Cancer patient? Teenager? College student?"
Requirement 4: Establishing industry regulations
" You'd need a lawyer. Credit to Washington state for wanting to do this right."
Newest government job: Expert pothead
It's a pot-lover's dream. Washington State is looking for a marijuana consultant to help craft its now-legal industry.
But are you qualified? The job requirements are uniquely challenging: At least five years "working experience" doing everything that would land you in federal prison.
In its request for proposal, Washington said it wants expertise on how marijuana is "grown, cultivated harvested, cured and processed," along with "experience with cannabis testing" and "establishing quality standards."
The best candidate also needs to figure out how to properly regulate the business -- and forecast how much marijuana each region of the state is going to demand.
"Ideally, we would like one person who has all those characteristics," said board spokesman Mikhail Carpenter.
Carpenter said a criminal record won't be "an immediate disqualifier."
The board is open to the idea of hiring an entire team, though. By the state's standards, a dream team might include a seasoned pot smoker, a chemist, a lawyer and a dealer with a college degree in Statistics.
The contract consulting work pays up to $100,000 -- but candidates can compete by offering to do it for less. The gig starts in March, and state officials need the rules created by June. Plus, they'll need advice for another year or two.
Related: Don't expect a marijuana boom
Because it's contract work, a simple job application won't do. Proposals must include several two-page essays proving proficiency in all the skills listed above.
With those difficulties in mind, CNNMoney has run the state's proposal by Billy Corben, the filmmaker behind drug documentaries "Cocaine Cowboys" and "Square Grouper: The Godfathers of Ganja."
Corben has interviewed some of the biggest drug smugglers in American history. Here's his take on what kind of candidate Washington needs.
Requirement 1: Know how weed is grown, harvested, processed and infused into food.
"They wouldn't look for a marijuana smuggler. So much of it is cultivated in grow houses, like they do here in Miami, or in legitimate farms out West.
"The state could start in Colorado or California and find one of the higher-end entrepreneurs who have yet to be cracked down on by the federal government.
"Everybody that they're looking for is, by definition, breaking federal law. So, there's obviously a level of forgiveness that's essential. They're all federal criminals, theoretically. Even in the states where it's legal.
"If you go in for a job interview and you're exceptionally qualified but you're a felon or convicted of a marijuana misdemeanor, they will have to chuckle that off."
Requirement 2: Experience testing marijuana quality.
"You're talking about an admitted drug user. I'd think the president, when he was smoking, was smoking the good s****. He knows the difference. Hell, any of the last three presidents -- or any of the founding fathers, but they're not available right now."
Requirement 3: Knowing how much weed is needed, and where.
"That's like saying who needs running water. There's such a cross-section of people. It doesn't demographically appeal to any age, race or gender. Are you a Glaucoma sufferer? Cancer patient? Teenager? College student?"
Requirement 4: Establishing industry regulations
" You'd need a lawyer. Credit to Washington state for wanting to do this right."
Newest government job: Expert pothead
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domenica 3 febbraio 2013
Una nuova lettera al direttore
Egregio direttore, vorrei trarre spunto da due articoli della Gazzetta per riportare l'attenzione dei cittadini parmigiani su un tema sempre sottovalutato, sempre trattato con superficialità, difficilmente affrontato con
pacato distacco per semplice ipocrisia.
Gli articoli riguardano il caso della ragazza che è uscita dal tunnel della tossicodipendenza e l' evasione dal carcere di due detenuti.
L' articolo sulla ragazza tossicodipendente, alla quale va tutto il mio sostegno, mi ha colpito per la retorica giornalistica tipica della serie "cronache del tossicodipendente" degli anni '80 (senza che il giornalista abbia mosso una riflessione sull' efficacia dell' approccio punitivo nei confronti dei consumatori di sostanze psicotrope dagli anni 80 ad oggi, nè scendendo nel merito della effettiva capacità di riduzione del consumo di stupefacenti di questa politica). Mi ha colpito anche l' enfasi mostrata per la serie di luoghi comuni che caratterizzano la via crucis della tossicodipendenza dall' inizio con gli spinelli, all' escalation di sostanze, alla morte dei cari (cosa purtroppo comune a chiunque abbia a che fare con le droghe pesanti, sia per chi è tossicodipendente, sia per i familiari loro accanto), al carcere.
Il secondo articolo, quello dell' evasione, mi ha colpito per l' allarme del Sappe, sulle condizioni delle carceri italiane e come una riforma sia necessaria per superare l' emergenza nella quale ci troviamo.
Un sottile filo rosso collega i due articoli: l' emergenza carceri, sottolineata dall' intervento del Sappe, e l' inadeguatezza della politica di repressione sugli stupefacenti come strumento per evitare la diffusione di sostanze illegali e gli effetti perversi che la proibizione delle sostanze ha sulla società civile, manifestatasi con il sovraffollamento delle carceri e le conseguenze che ciò comporta.
L' appello del Sappe non è il primo: già ad ottobre 2012, Donato Capece, segretario del sindacato di polizia, riferiva come 'Nelle carceri italiane piu' del 25% circa dei detenuti e' tossicodipendente e anche il 20% degli stranieri ha problemi di droga.' Capece continuava sottolineando come, fatti di cronaca dimostravano che la droga riesce comunque ad entrare nelle carceri. Questo spesso accade per evitare inutili torture da crisi di astinenza ai detenuti tossicodipendenti.
E' la prima volta che si solleva un appello all' indirizzo di una revisione dell' approccio sul tema tossicodipendenza? Nel 2006 a più di un anno dall' approvazione del decreto Fini-Giovanardi, l' unione delle camere penali si lamentò dell' “immobilismo sul tema tossicodipendenza”: “da un lato la logica ideologica e punitiva della legge Fini Giovanardi continua inspiegabilmente a dispiegare i suoi effetti criminogeni, dall' altro il timido tentativo di modifica delle tabelle sulle quantità delle sostanze ha subito un brusco arresto.” Così recitava un documento dell' Osservatorio carceri Ucpi (unione camere penali italiane) oltre 6 anni fa.
In questo arco di tempo tutto è peggiorato. Le carceri si sono riempite di tossicodipendenti, la situazione nelle carceri è peggiorata ed è peggiorata la condizione di lavoro della polizia penitenziaria e le risorse economiche per fare fronte a questa emergenza sono sempre meno, con il risultato di una minore sicurezza per i cittadini.
A Parma, i risultati tragici di questa politica perversa, "ideologica e punitiva", sono ancora più evidenti anche alla luce delle politiche sulla sicurezza della precedente giunta; sono ormai evidenti le uniche motivazioni che hanno portato i militari in città e a fare dichiarare all' ex sindaco Vignali parole come "la droga è il cancro della città", nonostante gli scandali successivamente emersi: pura propaganda politica volta ad accogliere consenso, senza alcun interesse alla reale garanzia della tutela dei cittadini.
Tornando ai due articoli sopra menzionati, mi ha stupito come il giornalista abbia ignorato l' inefficacia del carcere per "combattere" la tossicodipendenza e la diffusione di stupefacenti in 40 anni e come l' assenza di supporto da parte della comunità sia stata fonte di fallimento delle politiche di recupero; questa assenza di supporto è il frutto dell' isolamento che il decreto Fini Giovanardi (sul quale è stato sollevata la questione di illegittimità costituzionale) ha voluto creare attraverso lo "stigma sociale" da attribuire alle persone in difficoltà per dipendenze da stupefacenti, dichiarata in più documenti firmati Dipartimento per le politiche antidroga.
A fronte di questi risultati disastrosi, nonostante il passare degli anni e il peggiorare della situazione, esisterebbero soluzioni. Un cambio di rotta sarebbe possibile.
All' attuale giunta, in più occasioni, tra assemblee pubbliche e incontri del movimento 5 stelle, più volte sono state portati all' attenzione nuovi approcci per affrontare il problema. Anche alla minoranza, in un assemblea pubblica sulla sicurezza di Parma Unita, è stato portato all' attenzione la necessità di una nuova direzione da intraprendere. Anche da un punto di vista sanitario, l' attenzione è stata portata a membri delle istituzioni, come il prefetto, durante un assemblea pubblica indetta dal Rotary club sul tema della sanità; la necessità di un nuovo approccio che sappia garantire efficacia ed efficienza anche da un punto di vista di reperimento delle risorse finanziarie per garantire maggiore sicurezza attraverso la distribuzione di cannabis terapeutica nelle farmacie è una realtà perseguibile. A tutto questo è sempre seguito un imbarazzante silenzio della classe dirigente italiana, "vecchia" e "nuova", uno scarso interesse di difficile motivazione alla luce delle problematiche evidenti.
Vorrei dunque rivolgere una domanda ai cittadini di Parma: siete contenti della situazione in cui siamo e di come ci siamo arrivati? Siete contenti dell' immobilismo e dei suoi effetti?
pacato distacco per semplice ipocrisia.
Gli articoli riguardano il caso della ragazza che è uscita dal tunnel della tossicodipendenza e l' evasione dal carcere di due detenuti.
Il secondo articolo, quello dell' evasione, mi ha colpito per l' allarme del Sappe, sulle condizioni delle carceri italiane e come una riforma sia necessaria per superare l' emergenza nella quale ci troviamo.
Un sottile filo rosso collega i due articoli: l' emergenza carceri, sottolineata dall' intervento del Sappe, e l' inadeguatezza della politica di repressione sugli stupefacenti come strumento per evitare la diffusione di sostanze illegali e gli effetti perversi che la proibizione delle sostanze ha sulla società civile, manifestatasi con il sovraffollamento delle carceri e le conseguenze che ciò comporta.
L' appello del Sappe non è il primo: già ad ottobre 2012, Donato Capece, segretario del sindacato di polizia, riferiva come 'Nelle carceri italiane piu' del 25% circa dei detenuti e' tossicodipendente e anche il 20% degli stranieri ha problemi di droga.' Capece continuava sottolineando come, fatti di cronaca dimostravano che la droga riesce comunque ad entrare nelle carceri. Questo spesso accade per evitare inutili torture da crisi di astinenza ai detenuti tossicodipendenti.
E' la prima volta che si solleva un appello all' indirizzo di una revisione dell' approccio sul tema tossicodipendenza? Nel 2006 a più di un anno dall' approvazione del decreto Fini-Giovanardi, l' unione delle camere penali si lamentò dell' “immobilismo sul tema tossicodipendenza”: “da un lato la logica ideologica e punitiva della legge Fini Giovanardi continua inspiegabilmente a dispiegare i suoi effetti criminogeni, dall' altro il timido tentativo di modifica delle tabelle sulle quantità delle sostanze ha subito un brusco arresto.” Così recitava un documento dell' Osservatorio carceri Ucpi (unione camere penali italiane) oltre 6 anni fa.
In questo arco di tempo tutto è peggiorato. Le carceri si sono riempite di tossicodipendenti, la situazione nelle carceri è peggiorata ed è peggiorata la condizione di lavoro della polizia penitenziaria e le risorse economiche per fare fronte a questa emergenza sono sempre meno, con il risultato di una minore sicurezza per i cittadini.
A Parma, i risultati tragici di questa politica perversa, "ideologica e punitiva", sono ancora più evidenti anche alla luce delle politiche sulla sicurezza della precedente giunta; sono ormai evidenti le uniche motivazioni che hanno portato i militari in città e a fare dichiarare all' ex sindaco Vignali parole come "la droga è il cancro della città", nonostante gli scandali successivamente emersi: pura propaganda politica volta ad accogliere consenso, senza alcun interesse alla reale garanzia della tutela dei cittadini.
Tornando ai due articoli sopra menzionati, mi ha stupito come il giornalista abbia ignorato l' inefficacia del carcere per "combattere" la tossicodipendenza e la diffusione di stupefacenti in 40 anni e come l' assenza di supporto da parte della comunità sia stata fonte di fallimento delle politiche di recupero; questa assenza di supporto è il frutto dell' isolamento che il decreto Fini Giovanardi (sul quale è stato sollevata la questione di illegittimità costituzionale) ha voluto creare attraverso lo "stigma sociale" da attribuire alle persone in difficoltà per dipendenze da stupefacenti, dichiarata in più documenti firmati Dipartimento per le politiche antidroga.
A fronte di questi risultati disastrosi, nonostante il passare degli anni e il peggiorare della situazione, esisterebbero soluzioni. Un cambio di rotta sarebbe possibile.
All' attuale giunta, in più occasioni, tra assemblee pubbliche e incontri del movimento 5 stelle, più volte sono state portati all' attenzione nuovi approcci per affrontare il problema. Anche alla minoranza, in un assemblea pubblica sulla sicurezza di Parma Unita, è stato portato all' attenzione la necessità di una nuova direzione da intraprendere. Anche da un punto di vista sanitario, l' attenzione è stata portata a membri delle istituzioni, come il prefetto, durante un assemblea pubblica indetta dal Rotary club sul tema della sanità; la necessità di un nuovo approccio che sappia garantire efficacia ed efficienza anche da un punto di vista di reperimento delle risorse finanziarie per garantire maggiore sicurezza attraverso la distribuzione di cannabis terapeutica nelle farmacie è una realtà perseguibile. A tutto questo è sempre seguito un imbarazzante silenzio della classe dirigente italiana, "vecchia" e "nuova", uno scarso interesse di difficile motivazione alla luce delle problematiche evidenti.
Vorrei dunque rivolgere una domanda ai cittadini di Parma: siete contenti della situazione in cui siamo e di come ci siamo arrivati? Siete contenti dell' immobilismo e dei suoi effetti?
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sabato 2 febbraio 2013
ITALIA - Cannabis social club. Nato il primo italiano a Racale-Lecce
E' stato ufficialmente costituito, lo scorso 29 gennaio, il primo cannabis social club italiano.
Qui l'intera registrazione dell'evento a cura di Radio Radicale
Gli organizzatori dell'iniziativa hanno diffuso oggi un comunicato di precisazione sulle loro posizioni in materia di droghe:
Il consiglio direttivo lapianTiamo reputa necessario ribadire la propria posizione sul tema legalizzazione dopo le affermazioni di alcuni sulla nostra posizione sul tema. Troviamo paradossale dover stare a spiegare una nostra posizione anti-proibizionista arcinota a chi conosce la nostra storia. La legalizziamo? Utilizziamo una risposta data da Marco Pannella a chi glielo chiedeva. Legalizziamo l'Italia! Ma questo non significa che siamo contrari. Riteniamo solo che se si corre troppo, si rischia anche di cadere e farsi tanto male. Ecco perchè reputiamo indispensabile risolvere prima il problema a chi forte della sua debolezza semina con noi il futuro.
Questa e non altre è la nostra posizione.
Cordialmente
Andrea Trisciuoglio - Segretario "LAPIANTIAMO" - Cannabis Social Club Racale (LE)
Associazione no profit - Un aiuto reciproco tra malati
C.F. 94092000713
Sede legale: Via delle Orchidee, Salice 71122 (FG)
sito internet: www.lapiantiamo.it
E-mail: andratrisciuoglio@gmail.com
Qui l'intera registrazione dell'evento a cura di Radio Radicale
Gli organizzatori dell'iniziativa hanno diffuso oggi un comunicato di precisazione sulle loro posizioni in materia di droghe:
Il consiglio direttivo lapianTiamo reputa necessario ribadire la propria posizione sul tema legalizzazione dopo le affermazioni di alcuni sulla nostra posizione sul tema. Troviamo paradossale dover stare a spiegare una nostra posizione anti-proibizionista arcinota a chi conosce la nostra storia. La legalizziamo? Utilizziamo una risposta data da Marco Pannella a chi glielo chiedeva. Legalizziamo l'Italia! Ma questo non significa che siamo contrari. Riteniamo solo che se si corre troppo, si rischia anche di cadere e farsi tanto male. Ecco perchè reputiamo indispensabile risolvere prima il problema a chi forte della sua debolezza semina con noi il futuro.
Questa e non altre è la nostra posizione.
Cordialmente
Andrea Trisciuoglio - Segretario "LAPIANTIAMO" - Cannabis Social Club Racale (LE)
Associazione no profit - Un aiuto reciproco tra malati
C.F. 94092000713
Sede legale: Via delle Orchidee, Salice 71122 (FG)
sito internet: www.lapiantiamo.it
E-mail: andratrisciuoglio@gmail.com
ITALIA - Legge droga e incostituzionalita'. Tribunale Roma rimanda a Corte Costituzionale
Il tribunale di Roma, in un procedimento per droga, ha deciso di
rimandare gli atti del procedimento alla Corte Costituzionale, per
presunta questione di legittimita' costituzionale della legge in vigore.
Una iniziativa che segue quella dell'avv.Fabio Valcanover (foro di Trento) e altri e che di recente e' stata anche oggetto di un approfondito seminario ad Udine organizzato dalla Societa' della Ragione..
Qui il testo dell'ordinanza romana.
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