Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con cui si inseriscono i derivati della canapa nella sezione B della Tabella II. Dal 23 febbraio la cannabis sarà prescrivibile come farmaco senza le difficoltose procedure odierne.
Un decreto del 23 gennaio del Ministro della salute Balduzzi così recita:
“Nella tabella II, sezione B, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono inseriti, secondo l’ordine alfabetico: Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture). Il presente decreto entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.”
Pubblicato in G.U l’8 febbraio questo atto significa che entro pochi giorni la cannabis e i suoi derivati diventeranno prescrivibili come farmaci: non più con le procedure farraginose, dilatorie e scoraggianti sinora in vigore, ma alle stesse condizioni delle sostanze che ai sensi dell’attuale normativa si trovano sia in Tabella I (v. oltre) che in Tabella II: casi tipici, la morfina nella sezione A, molti ansiolitici e sonniferi nella Sezione B.
Considerate le sempre più chiare evidenze degli effetti terapeutici della cannabis, dei quali si è qui ripetutamente parlato – dall’attenuazione di dolori e altri sintomi in varie patologie neurologiche, in particolare la sclerosi multipla, alla palliazione dei gravi effetti collaterali di molti trattamenti contro i tumori, agli effetti benefici nel glaucoma, ecc. ecc. – sarebbe sin troppo facile recriminare per il ritardo con il quale si è finalmente giunti a questo atto da tempo dovuto – una tale recriminazione sarebbe infatti assai poco opportuna, considerato il breve periodo dalla formazione dell’attuale governo ormai in scadenza. Va comunqe ricordato come il precedente governo, dominato dalla “filosofia” Giovanardi-Serpelloni, favorito nella sua ostinazione ultraproibizionista dalle posizioni di illustri esperti – a partire dal direttore dell’Istituto Mario Negri professor Silvio Garattini, membro di tutte le commissioni ufficiali possibili e immaginabili – i quali seguitavano a sostenere l’assenza di prove scientifiche degli effetti terapeutici della cannabis, avessero sempre fatto orecchio da mercante alle proposte di un tale riconoscimento: proposte ribadite proprio pochi giorni fa all’art.9 in uno dei tre disegni di legge di iniziativa popolare – quello sulle droghe – depositati il 30 gennaio in Cassazione da 16 associazioni compresa la nostra.
Pare quindi che si possano applicare alla micidiale Guerra alle droghe le parole pronunciate da Winston Churchill in uno dei momenti cruciali della seconda guerra mondiale: non siamo di certo alla fine, e neanche al principio della fine, ma forse almeno alla fine del principio. Restano infatti tutti gli orrori della Fini-Giovanardi del 2006, innestati su quelli del precedente Testo Unico Jervolino-Vassalli, a partire dall’assimilazione della cannabis alle droghe più dure in un’unica lista – la Tabella I, appunto. Ma neanche vogliamo nasconderci un altro significato positivo del suddetto decreto, sostenuto dal parere dell’Istituto superiore di sanità e poi da quello del Consiglio superiore di sanità: cioè che la collocazione dei derivati della cannabis nella sezione B della Tabella II, comprendente le sostanze a minor rischio di abuso e dipendenza, clamorosamente smentisce la assimilazione della cannabis alle droghe più dure in Tabella I.
Insomma, poco poco piano piano direbbe il buon Crozza, forse si avvicina il momento in cui gli zelanti del proibizionismo dovranno rassegnarsi alla sorte di cui parla il nostro grande recanatese, quando scrive “…Serse per l’Ellesponto si fuggia – fatto ludibrio agli ultimi nepoti …” (Canti, I, All’Italia, 74-75, 1818): E non sarà una faccenda da poco: per questo abbiamo ricordato le prime vittorie Alleate nel 1942 e i tremendi costi successivamente pagati per portare a termine il conflittto; poi le peripezie del persiano, che secondo Erodoto – storia o leggenda che sia – abbattutto da una tempesta il ponte che aveva fatto costruire sull’Ellesponto per scappare, fece frustare il mare e mozzare le teste dei suoi ingegneri. Un degno precursore degli odierni narcotafficanti arricchiti dal proibizionismo, insomma.
Da oggi la cannabis è in tabella II
Un decreto del 23 gennaio del Ministro della salute Balduzzi così recita:
“Nella tabella II, sezione B, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono inseriti, secondo l’ordine alfabetico: Medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture). Il presente decreto entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.”
Pubblicato in G.U l’8 febbraio questo atto significa che entro pochi giorni la cannabis e i suoi derivati diventeranno prescrivibili come farmaci: non più con le procedure farraginose, dilatorie e scoraggianti sinora in vigore, ma alle stesse condizioni delle sostanze che ai sensi dell’attuale normativa si trovano sia in Tabella I (v. oltre) che in Tabella II: casi tipici, la morfina nella sezione A, molti ansiolitici e sonniferi nella Sezione B.
Considerate le sempre più chiare evidenze degli effetti terapeutici della cannabis, dei quali si è qui ripetutamente parlato – dall’attenuazione di dolori e altri sintomi in varie patologie neurologiche, in particolare la sclerosi multipla, alla palliazione dei gravi effetti collaterali di molti trattamenti contro i tumori, agli effetti benefici nel glaucoma, ecc. ecc. – sarebbe sin troppo facile recriminare per il ritardo con il quale si è finalmente giunti a questo atto da tempo dovuto – una tale recriminazione sarebbe infatti assai poco opportuna, considerato il breve periodo dalla formazione dell’attuale governo ormai in scadenza. Va comunqe ricordato come il precedente governo, dominato dalla “filosofia” Giovanardi-Serpelloni, favorito nella sua ostinazione ultraproibizionista dalle posizioni di illustri esperti – a partire dal direttore dell’Istituto Mario Negri professor Silvio Garattini, membro di tutte le commissioni ufficiali possibili e immaginabili – i quali seguitavano a sostenere l’assenza di prove scientifiche degli effetti terapeutici della cannabis, avessero sempre fatto orecchio da mercante alle proposte di un tale riconoscimento: proposte ribadite proprio pochi giorni fa all’art.9 in uno dei tre disegni di legge di iniziativa popolare – quello sulle droghe – depositati il 30 gennaio in Cassazione da 16 associazioni compresa la nostra.
Pare quindi che si possano applicare alla micidiale Guerra alle droghe le parole pronunciate da Winston Churchill in uno dei momenti cruciali della seconda guerra mondiale: non siamo di certo alla fine, e neanche al principio della fine, ma forse almeno alla fine del principio. Restano infatti tutti gli orrori della Fini-Giovanardi del 2006, innestati su quelli del precedente Testo Unico Jervolino-Vassalli, a partire dall’assimilazione della cannabis alle droghe più dure in un’unica lista – la Tabella I, appunto. Ma neanche vogliamo nasconderci un altro significato positivo del suddetto decreto, sostenuto dal parere dell’Istituto superiore di sanità e poi da quello del Consiglio superiore di sanità: cioè che la collocazione dei derivati della cannabis nella sezione B della Tabella II, comprendente le sostanze a minor rischio di abuso e dipendenza, clamorosamente smentisce la assimilazione della cannabis alle droghe più dure in Tabella I.
Insomma, poco poco piano piano direbbe il buon Crozza, forse si avvicina il momento in cui gli zelanti del proibizionismo dovranno rassegnarsi alla sorte di cui parla il nostro grande recanatese, quando scrive “…Serse per l’Ellesponto si fuggia – fatto ludibrio agli ultimi nepoti …” (Canti, I, All’Italia, 74-75, 1818): E non sarà una faccenda da poco: per questo abbiamo ricordato le prime vittorie Alleate nel 1942 e i tremendi costi successivamente pagati per portare a termine il conflittto; poi le peripezie del persiano, che secondo Erodoto – storia o leggenda che sia – abbattutto da una tempesta il ponte che aveva fatto costruire sull’Ellesponto per scappare, fece frustare il mare e mozzare le teste dei suoi ingegneri. Un degno precursore degli odierni narcotafficanti arricchiti dal proibizionismo, insomma.
Da oggi la cannabis è in tabella II
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