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venerdì 30 novembre 2012

Marijuana Smokes Up Extra Revenue for States

USA - Con depenalizzazione cannabis, in California cala criminalita' minorile. Studio

In California la depenalizzazione del consumo di marijuana si e' tradotta, tra il 2010 e il 2011, in un calo del 20 per cento del tasso di criminalita' minorile, portandolo al livello piu' basso dal 1954, l'anno in cui lo Stato americano ha introdotto il rilevamento statistico. Lo scrive L'Huffington Post, citando uno studio realizzato dal Center on Juvenile and Criminal Justice di San Francisco, pubblicato recentemente.
I ricercatori si sono concentrati sul numero di minori di 18 anni arrestati in California negli ultimi 80 anni. Lo studio ha rilevato che non solo il numero di reati attribuibili ai minori e' il piu' basso di sempre, ma che a seguito della firma da parte dell'allora governatore Arnold Schwarzenegger della legge che depenalizza il possesso di piccole quantita di marijuana, il calo e' stato particolarmente significativo.
Nel periodo 2010-2011, il numero di arresti per reati violenti e' diminuito del 16 per cento, quello degli omicidi del 26 per cento e quello degli arresti per reati di droga quasi del 50 per cento. In quest'ultima categoria, si e' registrato un calo generalizzato per i vari reati, ma quello maggiore e' risultato dal minore numero di arresti per possesso di marijuana. Nel 2010, questo rappresentava il 64 per cento di tutti gli arresti per reati di droga. Nel 2011, il tasso era sceso al 46 per cento.

USA - Con depenalizzazione cannabis, in California cala criminalita' minorile. Studio

SANDAG official report news

giovedì 29 novembre 2012

Nuove risorse per il SSN

Gentilissimo Primo Ministro Mario Monti,
Gentilissimo Ministro Andrea Riccardi,
Genitilssimo Ministro Corrado Passera,

A seguito delle ultime dichiarazioni sulle necessità di reperimento di nuovi fondi per la sostenibilità del sistema sanitario, vorrei sottoporre alla sua attenzione la possibilità di seguire l' esempio statunitense di autorizzazione alla coltivazione, consumo e vendita di cannabis per scopi terapeutici.

Negli Stati Uniti è possibile coltivare sotto autorizzazione Statale (non federale) cannabis per scopi terapeutici in 19 Stati dell' Unione. In Italia sarebbe interessante, al fine di reperire risorse per la sanità, introdurre una licenza annuale rinnovabile alla quale applicare una tassa di scopo da destinare alla sanità; esiste una licenza per la caccia, perchè non introdurre una licenza (ovviamente a prezzi accessibili per es: 50 euro l' anno) per la coltivazione di cannabis per i malati che possono sostenere una simile spesa?

Il testo unico sulle sostanze stupefacenti prevede la possibilità di coltivazione di cannabis a scopi di ricerca solo ad istituti pubblici, come ad esempio il centro di ricerca Militare di Firenze. Perchè non approfittare della creazione di altri centri di ricerca simili per la produzione di cannabis medica da vendere sotto prescrizione medica e garantire risparmi sulle spese di reperimento di questa sostanza per i malati gravi ai quali viene prescritta gratuitamente come terapia? Attualmente il costo per le ASL è di 40 Euro/gr per la sostanza. Un prezzo fuori mercato ed economicamente insostenibile per il SSN. La coltivazione attraverso centri di ricerca abbatterebbe enormemente questi costi.

Altri vantaggi della regolamentazione della cannabis terapeutica e della produzione in scala di questa sostanza, sarebbero apprezzabili nel momento in cui, come avviene negli USA, la vendita sotto prescrizione medica a persone non malate gravi garantirebbe nuove tasse per il SSN. Essendo le società che producono questa sostanza pubbliche si avrebbe il doppio beneficio di garantire il monopolio di Stato sulla sostanza e tasse derivate dalla vendita incassate direttamente dall' erario senza profitti privati e con la creazione di nuovi posti di lavoro attraverso i nuovi centri di ricerca.

Colgo l' occasione per porgere i più distinti saluti e i migliori auguri per il proseguo di un buon lavoro di fine legislatura.

martedì 27 novembre 2012

ITALIA - Cannabis terapeutica. Regione Umbria avvia istruttoria su pdl

Avviata l'istruttoria, da parte degli uffici tecnici del consiglio regionale dell'Umbria, sulla proposta di legge presentata stamani in terza commissione consiliare dal capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara, sulla somministrazione ad uso terapeutico di farmaci contenenti i principi attivi della cannabis nei protocolli sanitari sulla terapia del dolore, allo scopo di alleviare la sofferenza ed eliminare o attenuare importanti sintomi di molteplici patologie.
'Su questa proposta di legge auspichiamo una convergenza delle altre forze politiche del consiglio regionale - ha detto Stufara - poiche' si tratta di un atto di civilta' nei confronti di chi soffre, oltre che di un provvedimento gia' adottato da altre Regioni italiane, indipendentemente dal colore politico degli esecutivi (la Toscana, dal maggio scorso, ed il Veneto in settembre, ndr). Si tratta - ha spiegato il capogruppo Prc - di dare attuazione al diritto alla salute per i pazienti che hanno la necessita' di assumere, previa corretta prescrizione medica, farmaci a base di derivati della cannabis. Altro scopo e' quello di monitorare l'uso dei cannabinoidi su cui pesa, complice la fallimentare strategia proibizionistica avanzata dal dopoguerra ad oggi, una grave disinformazione. La difficolta' - ha concluso Stufara - e' che tali sostanze non vengono prodotte sul territorio nazionale ed occorre normare l'approvvigionamento da altri Paesi europei'.
La finalita' della proposta di legge e' quella di riconoscere, sulla base del diritto di ogni cittadino all'utilizzo dei farmaci cannabinoidi, la possibilita' di prescriverli gratuitamente da parte del personale medico responsabile della terapia antalgica di cui usufruisce il paziente, sia esso ricoverato o in assistenza domiciliare. Una possibilita' che viene percio' estesa ai medici di famiglia e a quelli di medicina generale. Si stabilisce, quindi, l'inserimento dei farmaci cannabinoidi, da parte della giunta regionale, fra i protocolli dei servizi di cure palliative e terapia del dolore. Per quanto riguarda le modalita' di approvvigionamento, si prevede l'individuazione da parte della giunta regionale degli strumenti idonei, anche nell'ottica del risparmio della spesa pubblica, come pure l'attivazione di rapporti di convenzione per la produzione e lavorazione di cannabis medicinale coltivata in Italia. Non sono previsti ulteriori oneri a carico del bilancio regionale. La proposta di legge prevede anche l'istituzione di un comitato tecnico-scientifico, composto da rappresentanti del servizio sanitario regionale, farmacisti, rappresentanti delle associazioni dei malati ed esperti in ambito legale e della comunicazione, per coordinare le attivita' di ricerca, monitoraggio, informazione rispetto all'utilizzo dei farmaci cannabinoidi. Infine si prevede di organizzare e gestire la formazione di operatori sanitari degli ospedali, degli Hospice e territoriali per l'uso appropriato della terapia.
'E' noto da tempo - si legge nella relazione introduttiva all'atto - che la cannabis e i suoi derivati sintetici sono efficaci nella terapia del dolore di origine oncologica e neurologica, del glaucoma per ridurre la pressione di bulbi oculari, dei disordini neuro-motori e nella stimolazione dell'appetito nei pazienti affetti da Aids e da demenza, oltre che nel contrastare gli spasmi muscolari della sclerosi multipla, l'ipertono muscolare nel morbo di Parkinson, la nausea provocata dalla chemioterapia antiblastica, le convulsioni epilettiche'.

ITALIA - Cannabis terapeutica. Regione Umbria avvia istruttoria su pdl 

lunedì 26 novembre 2012

Marijuana's Top Lobbyist Told Us Why There Will Be Several Viable Legalization Bills Next Year In Congress

On election day Colorado and Washington legalized marijuana, becoming the first states in the entire world to do so. 

Allen St. Pierre is the Executive Director of the National Organization for the Reform of Marijuana Laws (NORML), the main marijuana use advocacy group in the United States.NORML is the lobbyist, Political Action Committee, and electoral powerhouse behind medical marijuana laws, decriminalization laws, and now legalization.

Needless to say, he's ecstatic about the results.

"A major corner has been turned in American politics," St. Pierre told Business Insider. "Without being too hyperbolic, for all intents and purposes cannabis prohibition likely began its end last Tuesday night."
allen st. pierre
Youtube Allen St. Pierre

He's got a lot of reasons to be confident. Voters in Washington and Colorado voted at around 54% to completely legalize the cultivation, sale, regulation and consumption of marijuana. This is a first — not just in the U.S., but in the world.
While the Netherlands are known for their tolerance of marijuana, it's not actually legal to consume it. Colorado and Washington have sincerely changed the game.
The votes are also relatively conclusive. "These folks are not aberrational. They don't speak to a level of liberalness or progressively in these states," St. Pierre said.
That seems to be true. two major groups that have evaded legalization advocates — women and Latinos — came out in large margins to support the measures. Republicans, while not supporting it in the majority, voted around forty percent for it. By all counts, this isn't a one-party issue.

What happens now is the truly interesting part: What happens when something goes from the black market to legality?
"That's the $40 billion question," St. Pierre said, citing the high-end estimate for the current marijuana market.
Bolstering confidence is the President's silence. That's exactly what advocates like St. Pierre wanted to see.
"The Obama administration committed no political capital to oppose these initiative. Usually a week or two out from these initiative votes we would see the organs of the government pushing hard."
NORML couldn't find any evidence of Attorney General Eric Holder, Drug Czar Gil Kerlikowske, or any other federal official publicly opposing the initiatives. "They wouldn't even return phone calls from ABC News and others leading up to the election," St. Pierre said, "and here we are a week later and they're still pretty much sitting on their thumbs."

What's happened is a "crossing of the Rubicon" moment for marijuana reform, according to NORML. According to the 1961 Narcotic Treaty, no nation is supposed to let a constituent state legalize marijuana. Allen joked that even he, as the head of NORML, could see that clearly "the state of Colorado is in total violation of federal and international law."
"I assume we're probably going to take another rocket ride up to the Supreme Court again," he said.
Now, NORML may actually have a shot in the high court. The last time they were in front of the Supreme Court in 2005, they lost their case in a 6-3 split. But what is going on outside the marble columns of the Court is even more interesting. Then, there were only around 300 marijuana dispensaries. Today, there are more than 5,000 marijuana businesses nationwide. Did they really lose?

As a result of this real-world shift, the political climate on Capitol Hill is much more willing to talk pot.
"Ten years ago, we were lepers," said St. Pierre. "They wouldn't even take our PAC donations. So what happened in this election? Numerous governors, congressmen, and senators called and said "Hey, I've changed my mind, I support these reforms, give me money."
As lobbyists, NORML has been writing and proposing legislation for years designed to tackle the "baby steps" of marijuana legalization.
They've got bills that would enact degrees of decriminalization, making certain violations of the law into infractions rather than misdemeanors with jail time. They've got medical marijuana bills, bills for industrial hemp, and sentencing reform.

When they recently began getting phone calls from congressmen looking to enact marijuana reform, they rolled out the usual script.

"When we sat down with these representatives, we began with our usual playbook," St. Pierre said. "They said "We don't care about decrim anymore. We want a tax and regulate bill from you folks." And that's where we find ourselves now, up to our ears with the staff and the parliamentarians writing at breakneck speed, because we've got folks competing on the Hill now against each other as to who is going to write the biggest, best, most popular marijuana bill."

Allen said with near certainty that yes, there will be a marijuana legalization bill with actual support this year.
In fact, he said, there will be multiple bills, from different parts of the country, all trying to beat each other. "This past week," St. Pierre said, "the didactic, the polemic, and the strategies have all changed."
The question then becomes: What the heck is President Obama going to do about this?
St. Pierre is confident. He said that — as a Senator — Obama gave one of the most compelling, lucid arguments for marijuana decriminalization out there. "This is the first President of the United States who has a genuine history of using and enjoying marijuana," St. Pierre said. "He knows the right end of a joint."
Even more, it's only a matter of time before industry gets involved. The most applicable business model is the tobacco companies', and St. Pierre has reached out to the major firms already.
"They've been either growing or purchasing — in massive quantities — vegetable material, properly curing it, packaging it in usable form, and then working closely with all level of government while delivering massive taxes."

He sent two memos the morning after election day — One to the President, the other to the heads of the major tobacco companies. The message was simple: "Isn't it time that we meet?"
Now, after 22 years at NORML and 15 at the helm, St. Pierre is seeing returns on all the work. What once was dismissed as a quixotic political strategy is in vogue. He's got the attention of Governors, the ear of congressmen, and the strength of the people. This is the hard part, but the pitch remains the same.
It is an absurdity, he says, that people are paying hundreds of dollars for dried vegetable matter. The even bigger absurdity, in his eyes, is that the Government is getting nothing out of the deal. In a post-November 2012 America, that's on the track to change.

Read more: http://www.businessinsider.com/marijuanas-top-lobbyist-told-us-why-there-will-be-several-viable-legalization-bills-next-year-in-congress-2012-11#ixzz2DKTLo27c

Legalizing Marijuana: The Conversation in Florida Has Begun

Jodi James
Executive Director of the Florida Cannabis Action Network Jodi James
By: Eric Giunta | Posted: November 26, 2012 3:55 AM

Encouraged by anti-prohibition ballot victories in three states Nov. 6, marijuana legalization advocates in the Sunshine State are bringing the fight for greater personal liberty and medical freedom straight to the Florida Capitol.

And they’re confident that reform is just what the doctor ordered.

“I truly believe this is the year we're going to see some leadership on this issue,” Jodi James, executive director of the Florida Cannabis Action Network (FLCAN), tells Sunshine State News. FLCAN calls itself the state’s leading cannabis (i.e., marijuana) reform group.

“In Washington and Colorado, the people and their government have discovered that the sky didn’t fall in after Nov. 6, and they were able to expand their regulation and control,” she says. “What we have right now in Florida is putting cannabis into the hands of black markets, criminals, terrorists, and people who would damage our society from the inside-out. That’s not control, but that’s what you get with prohibition.” ....

For more go to: Legalizing Marijuana: The Conversation in Florida Has Begun

venerdì 23 novembre 2012

MESSICO - Narcoguerra. Impunito il 99% dei reati. Commissione al Senato

In Messico oltre il 99% dei delitti commessi resta impunito: e' quanto emerge dal rapporto della Commissione nazionale per i diritti Umani (Cndh), presentato oggi al Senato.
Raul Plascencia, presidente della Cndh, ha aggiunto altre cifre drammatiche: durante i sei anni di mandato presidenziale di Felipe Calderon, che sara' sostituito fra tre settimane da Enrique Pena Nieto, sono stati registrati 46.015 omicidi legati alle organizzazioni criminali, 2.126 'desaparecidos', 15.921 cadaveri ancora non identificati e 1.421 sotterrati in cimiteri clandestini e fosse comuni.
Nel periodo, prosegue lo studio, c'e' stato 'un aumento sostanziale delle violazioni dei diritti umani, come la tortura ed i trattamenti crudeli, inumani o degradanti, arresti arbitrari, perquisizioni illegali e privazioni arbitrarie della vita'.
Dal 2005, ha sottolineato Plascencia, la Cndh ha ricevuto 34.385 denunce contro funzionari pubblici federali che lavorano in organismi dello Stato che si occupano di sicurezza pubblica, e oltre l'80% delle denunce e' stato presentato negli ultimi tre anni.
La tortura resta 'una delle principali sfide che deve affrontare la Giustizia', ha detto il presidente della commissione, aggiungendo che nel 2005 il suo organismo ha ricevuto una sola denuncia per tortura, mentre nel 2011 ammontavano a 2.040.

MESSICO - Narcoguerra. Impunito il 99% dei reati. Commissione al Senato

mercoledì 21 novembre 2012

Volo in diretta : Umberto Veronesi 20/11/2012



FABIO SEI UN GRANDE!

OLANDA - Accesso stranieri coffee-shop. Ogni citta' decidera' per se'

Saranno le singole citta' olandesi a decidere se consentire o no l'accesso ai coffee-shop ai turisti stranieri, abbandonando cosi' la strategia della cosiddetta 'carta cannabis' che la precedente maggioranza aveva cercato di imporre a livello nazionale.
'E' a livello locale che si ha il migliore punto di vista per determinare quali misure sono piu' efficaci', ha detto il ministro della Giustizia, Ivo Opstelten, in una lettera indirizzata al Parlamento e intitolata 'La Carta Cannabis viene abbandonata'.
La controversa 'carta' e' stata introdotta in alcune citta' del sud dell'Olanda, dove nei week-end si verificavano problemi di ordine pubblico a causa della massiccia presenza di giovani provenienti dai paesi confinanti che approfittavano dell'occasione per potere acquistare e consumare liberamente droghe leggere. Dal prossimo 1 gennaio, secondo quanto stabilito dal precedente governo di centrodestra, il divieto si sarebbe dovuto introdurre in tutta la nazione.
Il comune di Amsterdam ha espresso soddisfazione per la decisione della nuova maggioranza ed ha gia' fatto sapere che i 220 coffee-shop della citta' continueranno ad essere aperti a tutti.

OLANDA - Accesso stranieri coffee-shop. Ogni citta' decidera' per se'

martedì 20 novembre 2012

US marijuana legalisation fuels Mexico drugs war debate

Will Mexico's drug cartels see a drop in profits as a result of changes in the US?

Earlier this month, two US states voted to legalise, regulate and tax marijuana. The BBC's Will Grant in Mexico City looks at what this shift in stance could mean for Mexico and its fight against the drug gangs.
On the day voters in Washington state chose to re-elect President Barack Obama, they also chose to legalise the recreational use of marijuana. Over the Rockies in Colorado, it was a similar story.
"What happened in Colorado and Washington was truly revolutionary," says Beau Kilmer, the co-director of the Rand Drug Policy Research Centre in California. "No modern country has ever removed the prohibition on the production and distribution of marijuana for non-medical purposes."
When the measure comes into effect in Colorado in early December, it will be legal to possess 1oz (28g) of marijuana if you are over 21; it will be legal to grow up to six marijuana plants in your house; and it will be legal to give away up to 1oz.
There are still complex questions about creating a regulatory framework for the production and distribution of the drug, which may take at least another year.
Needless to say, such a move puts the two states on a legal collision course with the federal government and its drug enforcement policies. But Dr Kilmer believes it is a mistake to view the Obama administration as a single entity in this regard.
"At this point no-one knows how the federal government is going to respond to these two states. But it's important that we don't think of it as a homogenous actor."

The Drug Enforcement Administration (DEA), the US Attorney-General's office and the Internal Revenue Service (IRS) all have a degree of jurisdiction, and discretion, over these issues, Dr Kilmer points out.
Use of force Meanwhile, thousands of kilometres away, in a "smoke shop" in Mexico City, the news of Colorado and Washington's decision has been warmly welcomed. Surrounded by glass cabinets full of expensive-looking vaporiser, the proprietor tells me that many of his customers are hoping for a similar law in Mexico.
"People don't want to contribute to the drug cartels' profits any more and I've sold a lot of copies of this recently," he says, holding up a book called The Ecological Cultivation of Cannabis.

The man in Mexico currently leading the charge to change the law is left-wing politician Fernando Belauzaran. He has introduced a bill in Congress along similar lines to the one in Colorado, which would bring marijuana under the same regulation as alcohol.
"What has happened in the US has moved things forward, because this debate is crucial," Mr Belauzaran told the BBC on the day he formally presented the proposal.
"We need to ask if it makes sense to carry on with this full-frontal military campaign which has generated so much destruction and death in our country in order to impede the entrance into the United States of a substance which is now permitted and regulated."
Mr Belauzaran does not necessarily expect his measure to pass in this legislative session. But what is important, he says, is the new discourse on the issue.

In some parts of the US and Mexican media, the decision in Washington state and Colorado has been called a "game-changer" in the bilateral relationship between Mexico and the United States on the war on drugs.
Both the outgoing administration and the incoming one in Mexico have indicated that they expect things to develop with respect to marijuana during President Obama's second term.
Hosting several central American leaders recently, Mexican President Felipe Calderon said the decision in the US was a "change in paradigm" on drug consumption. He called for the United Nations and the Organisation of American States to help clarify the situation.
The new government went even further.
"Obviously, we can't handle a product that is illegal in Mexico, trying to stop its transfer to the United States, when in the United States - at least in part of the United States - it now has a different status," Luis Videgaray, President-elect Enrique Pena Nieto's top adviser, told journalists.
But it is not just in Mexico that the debate on marijuana is shifting. Uruguay too, under left-wing President Jose Mujica, is moving to put the state in charge of regulating the cultivation and consumption of legal cannabis.
Continent-wide, there are obviously many discussions still to be had.
Advocates and opponents disagree about the extent to which legalisation of marijuana would hurt the drug cartels' profits - some quoting figures in the billions, others in the mere tens of millions. And there is still a long way to go before President Obama formulates a coherent response to the voters' decision in the two states.
But amid the smoke and mirrors, one thing seems clear: when it comes to marijuana in the Americas, the seeds of change have been sown.

US marijuana legalisation fuels Mexico drugs war debate

venerdì 16 novembre 2012

USA - Cannabis legalizzata. Guida della polizia di Seattle

I cittadini dello Stato di Washington hanno approvato lo scorso 6 novembre la legalizzazione dell'uso ricreativo della marijuana per i maggiori di 21 anni. Una settimana dopo, il Dipartimento della polizia di Seattle ha pubblicato su Internet una guida per informare sulle modifiche e sul contenuto di questa nuova situazione.
Marijwhatnow? A Guide to Legal Marijuana Use In Seattle”, spiega ai cittadini, con un notevole senso dell'houmor, le novita' legali dopo l'approvazione, con un consenso popolare del 55%, dell'uso ricreativo della marijuana e delle modifiche nei protoccoli di azione dei poliziotti della citta'.
Il testo, per esempio, avverte che e' legale solo il possesso di 28 grammi di cannabis -o di 453 grammi se si tratta di prodotti che contengono marijuana, come i biscotti, o di due chili se e' liquida come l'olio di hashish-; che la coltivazione continua ad essere illegale, cosi' come guidare un mezzo sotto i suoi effetti, e questo vuol dire che non c'e' una legge che estenda quanto approvato col referendum -il termine di scadenza per farlo e' il 1 dicembre del 2013-, e che nessun luogo e' autorizzato a vendere la pianta o i suoi derivati per fini ricreativi..
La guida della polizia di Seattle non entra in collisione con le reazioni federali sul risultato del referendum (la droga e' illegale nell'Unione). Nelle sue pagine si indica che “gli agenti non faranno arresti per il possesso di quantita' di marijuana che sono dentro i parametri indicati dal referendum”, “ne' parteciperanno ad indagini avviate dalla polizia federale che non costituiscano un reato secondo le leggi dello Stato di Washington”.
L'autore della guida, il giornalista Jonah Spangenthal-Lee, assunto a contratto dalla Polizia per rinnovare il blog della Polizia stessa, ricorda che il testo sul possesso di marijuana e' “nella lista delle priorita'” di questo Dipartimento. Da quando e' stato approvato il referendum, la Procura della citta' ha sospeso vari procedimenti relativi al possesso di hashish in quantita' inferiore al limite imposto dal voto.
Da quando la guida e' stata pubblicata, lo scorso 9 novembre, Spangenthal-Lee ha fatto diversi interventi di chiarificazione rispondendo ad alcune domande dei cittadini, come questa: “Se mi hanno pizzicato con marijuana prima che fosse approvato il referendum, che mi succedera'? Preparati, perche' potresti essere processato, cosi' come stabilisce la legge statale attuale... e non ti restituiranno l'hashish che ti hanno sequestrato”.
Il tono ameno e distensivo hanno fatto si' che la guida sia diventata un fenomeno nelle reti sociali, soprattutto per il fatto che la polizia da' consigli legali sull'uso della marijuana.
Altro esempio di questo houmor e' la raccomandazione finale: “Sara' meglio che non si porti hashish in un tribunale federale (o in altro edifico del Governo federale)”.

USA - Cannabis legalizzata. Guida della polizia di Seattle

giovedì 15 novembre 2012

L'Europa produce sempre più droga

Da consumatori a produttori, specie di cannabis: ecco cosa dice l'analisi Oedt
ROMA - Aumenta in Europa la produzione casalinga di marijuana: coltivazioni "a misura variabile" che possono andare dalle grandi piantagioni alle piantine sul balcone di casa, ad ogni modo tutte in crescita. Il dato emerge clamoroso dalla 17esima Relazione annuale 2012 dell'Osservatorio europeo delle droghe (Oedt), che ha realizzato un'ampia analisi del mercato della cannabis, la droga illegale più consumata in Europa. Ne esce che un consumatore europeo, per eccitarsi e stimolarsi, usa di tutto, anche polveri e pillole di cui non conosce la composizione. In calo invece le droghe "tradizionali" come eroina e cocaina. Da segnalare poi un ritorno in auge dell'Mdma (il componente più noto del gruppo di droghe "ecstasy"), un continuo e incessante afflusso di nuove sostanze quasi sempre sintetiche, un record dei negozi online che vendono droghe "legali", un allarme antrace tra chi consuma eroina. Ma ecco, droga per droga, qualche dettaglio in più.
CANNABIS - È consumata quotidianamente da circa 3 milioni di europei (15-64 anni), circa 23 milioni di persone l'ha usata nell'ultimo anno. Si conferma la tendenza alla stabilizzazione o calo del consumo tra i giovani adulti (15-34 anni). Alle importazioni viene sempre più sostituita la produzione: ben 29 paesi su 30 documentano la coltivazione di marijuana e in due terzi di questi paesi il consumo di cannabis è dominato da prodotti a base di erbe contro un terzo da resina importata (hashish) prevalentemente da Marocco e Afghanistan.
COCAINA - Resta la droga stimolante più consumata in Europa (4 milioni l'hanno usata nell'ultimo anno), ma la sua popolarità e l'immagine di "droga di status" appaiono in declino. Italia, Danimarca, Irlanda, Spagna e Regno unito, i cinque paesi con i più alti livelli di consumo, registrano un calo nell'ultimo anni tra i giovani adulti. Calano anche il numero e i quantitativi di cocaina sequestrati.
EROINA - Continua il calo del consumo, soprattutto di quella iniettata: i consumatori regolari di eroina sono stimati in circa 1,4 milioni di europei e oltre la metà ha accesso alle terapie sostitutive. Secondo l'agenzia europea di Lisbona, il calo del consumo è in concomitanza con un aumento dell'erogazione dei trattamenti. Ma c'è un nuovo pericolo in agguato per i consumatori di questa sostanza: l'antrace. Focolai di questa infezione batterica molto pericolosa e talvolta mortale sono stati rilevati in Europa.
NUOVE DROGHE - Quasi ogni settimana nell'Ue viene scoperta una nuova droga. Ed è record di negozi online che vendono prodotti psicoattivi ai consumatori europei. L'Oedt ha individuato nel 2012 un numero record di 693 negozi online che vendono prodotti psicoattivi ai consumatori europei, in aumento rispetto ai 170 del 2010. A guidare la classifica delle dieci droghe "legali" offerte più frequentemente sono tre prodotti naturali - il kratom, la salvia e i funghi allucinogeni - ma le altre sette sostanze sono sintetiche.

L'Europa produce sempre più droga 

mercoledì 14 novembre 2012

URUGUAY - Legalizzazione marjuana. Presentato ddl

Produzione privata ma distribuzione pubblica, quattro varieta' di marijuana disponibili per i consumatori registrati, autorizzazione della coltivazione in case e tetto massimo di 40 grammi al mese: queste le principali misure contenute nel disegno di legge del governo uruguayano che portera', se e' approvato in Parlamento, alla legalizzazione dell' 'erba'.
Il ddl e' stato presentato oggi ai legislatori del Frente Amplio -la coalizione di sinistra al governo, che sponsorizza la riforma- e prevede anzitutto la creazione di un Istituto Nazionale del Cannabis (Inca), organismo statale che sara' responsabile di concedere le licenze per le piantagioni di marijuana e controllare il modo in cui sono gestite.
In pratica, la marijuana sara' coltivata da aziende e club privati - anche se la norma non esclude la possibilita' che anche lo Stato si dedichi a questa attivita' - e successivamente venduta a consumatori registrati attraverso una rete di dispensari pubblici, che consegneranno non piu' di 40 grammi per persona, in quattro varieta': cannabis indica, cannabis sativa e due miscele diverse delle due.
I cittadini potranno hanno coltivare a casa loro fino a sei piante di cannabis, per un raccolto annuale che non superi i 480 grammi. In quanto ai club di consumatori, potranno solo coltivare il necessario al proprio consumo, e non potranno vendere a terzi. I consumatori saranno registrati ma la loro identita' sara' protetta dalla legge sulla privacy, e non potra' essere divulgata che in base a un ordine giudiziario.

URUGUAY - Legalizzazione marjuana. Presentato ddl

martedì 13 novembre 2012

AMERICHE - ONU/Lotta alla droga. Paesi centroamerica chiedono cambio strategia

I leader di Messico, Honduras, Costa Rica e Belize hanno chiesto di rivedere le attuali strategie di lotta al traffico di droga, alla luce della legalizzazione della marijuana in due Stati statunitensi.
In una dichiarazione congiunta, letta dal Presidente messicano uscente Felipe Calderon, i quattro Paesi hanno chiesto alle Nazioni Unite di tenere una sessione speciale entro il 2015, per esaminare "successi e limiti" della lotta al narcotraffico, e all'Organizzazione degli Stati americani di redigere un rapporto sull'impatto che avrà la legalizzazione della marijuana in Colorado e Washington. I leader hanno sottolineato la necessità di "analizzare a fondo la politica pubblica e le implicazioni sanitarie" per i loro Paesi dopo che "in alcuni Paesi del nostro continente sarà autorizzata la produzione, il consumo e la diffusione della marijuana".
Già altri Paesi dell'America Latina stanno valutando strategie diverse per contrastare il fenomeno: in Uruguay si sta discutendo una legge che consentirebbe allo Stato di regolare la distribuzione e la vendita marijuana, e in Guatemala il Presidente Otto Perez si è detto favorevole alla sua legalizzazione.

AMERICHE - ONU/Lotta alla droga. Paesi centroamerica chiedono cambio strategia

lunedì 12 novembre 2012

Legalizzazione cannabis. Ricerca di liceali francesi


Un piccolo gruppo di liceali della prima, ha scelto la cannabis come soggetto di ricerca e di dibattito per i corsi di educazione civica, giuridica e sociale. Non consumatori (lo assicurano loro), ma ogni giorno accanto a dei giovani che usano la “beuh” (erba) e al corrente di tutti i luoghi dove e' possibile procurarsela, ci dimostrano, in quattro argomenti, che il loro ministro Vincent Peillon aveva ragione: “La cannabis e' una questione importante”.
La sola soluzione, per loro, e' la legalizzazione. E la depenalizzazione? “Questa non regolamenterebbe niente in materia di traffico; al contrario, lo farebbe aumentare, perche' sarebbe tollerato il consumo di cannabis”. La legalizzazione darebbe, invece, molti vantaggi.
Uno: “Lo Stato ne trarrebbe vantaggi economici (come con le sigarette); in tempo di crisi non e' una cosa negligente”.
Due: “Si saprebbe chi fuma. La droga di Stato sarebbe di migliore qualita' e meno pericolosa per la salute di quelli che la consumano attualmente”.
Tre: “Bloccherebbe il traffico e tutta la violenza che vi e' connessa, rendendo le periferie piu' sicure”.
Quattro: “Oggi la maggior parte dei giovani fuma, per cui se si continua con la repressione il traffico continuera'”.
I liceali hanno studiato bene il loro argomento, ed hanno anche stabilito alcune condizioni per questa legalizzazione: limitare il numero di grammi che si potrebbero acquistare (come si limita il numero di bottiglie di alcool); vietare il diritto alla rivendita e al consumo nelle strade pubbliche (“Si acquisterebbe la propria cannabis in negozio e si andrebbe a fumarla a casa propria”). Restano, secondo loro, due problemi da regolamentare: proibire la vendita di cannabis ai minori di 18 anni sembra loro impossibile. “Si fuma gia' al liceo, e il divieto di vendita di sigarette ai minori oggi non funziona”. E poi c'e' il problema che questa legalizzazione potrebbe favorire il passaggio al consumo di droghe piu' pesanti.
“Ci sono, pero', dei bevitori ragionevoli di alcool. Occorrera' specificare che la cannabis e' da consumare con moderazione”. E che cosa dicono sugli effetti negatici sulla salute, essenzialmente sul quoziente intellettuale che, secondo alcuni studi scientifici, andrebbe in fumo una volta raggiunta la maggiore eta'? Essi sorridono e credono che il fatto che la cannabis renderebbe idioti, non e' un argomento molto serio: “Sinceramente, che cos'e' meglio: una serata passata a bighellonare da un locale ad un altro bevendo alcolici o delle canne?”.
Vincent Peillon e' stato severamente ripreso per le sue affermazioni sulla cannabis. I giovani hanno, invece, trovato normale che il ministro dell'Educazione Nazionale si esprimesse in materia. Di conseguenza il dibattito appassiona gli studenti.

(Articolo di Sandrine Blanchard pubblicato sul quotidiano Le Monde del 10/11/2012)

Legalizzazione cannabis. Ricerca di liceali francesi

giovedì 8 novembre 2012

Lettera al Governo tecnico

Alla attenzione de

Primo Ministro Mario Monti
Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera
Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero
Ministro della Giustizia Paola Severino

Gentilissimi membri del Governo Italiano, tutti voi siete coinvolti in prima linea nella risoluzione di questa crisi economica e nella sua risoluzione.
Invio a Voi questa lettera aperta, affinchè, anche in Italia, si possa finalmente dibattere della legalizzazione della cannabis, tema di grande attualità e di vasta portata, al punto da coinvolgere tutti i vostri ambiti e oltre.
Nelle recenti elezioni americane, in ben due stati si è votato per la legalizzazione della canapa, la regolamentazione della vendita per i maggiori di 21 anni, la tassazione della produzione e della vendita, nonchè la regolamentazione del consumo. Questo è avvenuto negli Stati Uniti d' America, dove sono già diciassette gli stati nei quali l' uso di cannabis, per scopi terapeutici, è regolamentato. I referendum  approvati in Colorado e Washington sono espressione di una diffusa consapevolezza del fallimento della "War on Drugs", sancita dal fallimento dell' obbiettivo delle Nazioni Unite di eliminare la droga dal mondo in dieci anni con il piano approvato nel 1998; sono passati ben quattro anni dalla fine della verifica dei risultati della "guerra mondiale alla droga" e questi risultati sono stati disastrosi. Ad un aumento dell' accanimento nei confronti di narco trafficanti e consumatori è corrisposto un aumento della violenza legata al traffico di stupefacenti illegali e un aumento dei consumi, specialmente tra le fascie più giovani, come dimostrato nell' ultimo rapporto al Parlamento Italiano sulle sostanze stupefacenti. Proprio la fascia più debole, i più giovani, quella per la quale si sarebbe dovuto avere un maggiore occhio d' attenzione, è risultata la categoria di individui che ha visto un maggiore aumento nel consumo. Quale peggior risultato di questo?
In realtà i risultati negativi di questa guerra ideologica di pochi canuti ipocriti, sono altri e molti, altrettanto dannosi per la società.
Sotto un punto di vista economico e di sviluppo, una riforma del testo unico sugli stupefacenti che preveda la possibilità della coltivazione di cannabis avrebbe lo stesso impatto di una importante riforma agraria. La coltivazione di cannabis potrebbe essere un volano sia per l' autoimprenditorialità, favorendo la crescita di piccoli coltivatori, che per la grande industria farmaceutica, energetica, edile, solo per citare alcuni dei settori dove la canapa potrebbe essere impiegata o dove, la ricerca su questa pianta, potrebbe offrire importanti contributi.
A livello internazionale, sono molti gli Stati che hanno abbandonato da tempo, con successo, le politiche meramente repressive; in Europa gli esempi sono tanti, dal Portogallo, all' Olanda, dalla Repubblica Ceca, alla Spagna al Portogallo e in nessuno di questi casi si è visto un aumento del consumo di stupefacenti tra i più giovani. A livello mondiale, le preoccupazioni sull' fallimento del proibizionismo, hanno coinvolto, ormai da anni, tutto il Sud America, al punto di coinvolgere ex presidenti di Messico, Colombia e Brasile nella "Global Commission on Drugs"; in Uruguay si sta discutendo la legalizzazione della cannabis, così come è stata già approvata in Colorado e Washington.
Una legalizzazione della canapa produrrebbe nuovi posti di lavoro, genererebbe nuove entrate fiscali che potrebbero essere facilmente essere impiegate per politiche di prevenzione sull' uso di stupefacenti, migliori politiche di assistenza sociale e sanitaria. In un periodo in cui si chiedono sforzi agli Italiani, perchè la politica si dovrebbe dimostrare "choosy" nei confronti di politiche che permetterebbero una maggiore efficienza fiscale e darebbero la possibilità di generare nuove entrate che potrebbero sostituire le imposte sui redditi degli Italiani?
L' emergenza carceri, che vede impegnato il Ministero della Giustizia, deve finire. Si stima che siano attorno al 30% i detenuti incarcerati per la attuale normativa in tema di sostanze stupefacenti. Semplicemente legalizzando la cannabis, la sostanza illegale più diffusa e trafficata al mondo, questo numero potrebbe scomparire, rendendo le carceri posti di espiazione delle colpe, non centri di recupero forzosi. Come è possibile, in oltre, che per la coltivazione di una pianta si rischi da 6 a 20 anni(!) di carcere, quando il falso di bilancio è depenalizzato (ed è un reato che può coinvolgere investitori internazionali; che sia anche uno dei motivi della scarsa credibilità internazionale acquisita dall' Italia in questi anni), lo stupro è punito fino ad un massimo di 10 anni così come l' associazione in concorso esterno per mafia. E' giustizia questa?
Il Consiglio dei Ministri ha approvato i documenti guida sulle politiche di contrasto alla diffusione di stupefacenti redatti dal DPA (dipartimento per la "propaganda" antidroga), documenti che sono esempi di falsificazione e menzogna. Come è possibile che, alla luce della crescente consapevolezza mondiale sul tema, questi documenti, possano ancora rappresentare la posizione dell' Italia a livello internazionale? Come è possibile che un Governo Tecnico non abbia ancora messo mano a coreggere simili deviazioni?
E' urgente che, in qualità di Governo Tecnico, gli attuali rappresenti dello Stato modifichino le attuali normative in tema di sostanze stupefacenti, in particolar modo la cannabis, che portino alla luce un dibattito che coinvolga e spieghi i motivi della necessità di cambio di rotta. Il mondo è cambiato, è più consapevole ed è più aperto al cambiamento di quanto la vecchia classe politica dirigista, ormai al tramonto, possa ancora credere.

mercoledì 7 novembre 2012

First Announcement of Marijuana Legalization EVER in World History


USA - Referendum cannabis. Ok uso ludico in Colorado e Washington. Ok terapeutico in Massachusetts

E' CON IMMENSO PIACERE CHE PUBBLICO QUESTA NOTIZIA. OGGI E' IL PRIMO GIORNO DI UNA NUOVA POLITICA SULLA CANAPA

Il Colorado e Washington sono diventati i primi due Stati americani a legalizzare completamente la marijuana mentre gli elettori dell'Oregon hanno detto no alla vendita libera della cannabis. E' il dato piu' significativo che emerge dai 127 referendum svoltisi nell'Election Day Usa e che segna un cambiamento epocale per l'America perche' sara' possibile acquistare e fumare spinelli a Denver e Seattle con la stessa tranquillita' con cui oggi lo si fa ad Amsterdam.
Altri due Stati hanno votato sull'uso alla marijuana, ma solo a scopo terapeutico: il Massachusetts, dove e' stato approvato, e l'Arkansas, che ha invece respinto la proposta.
Salgono cosi' a 19, incluso il District of Columbia della capitale Washington, gli Stati che ammettono l'uso terapeutico della marijuana, la cui estensione, in un quesito separato, e' stata infine bocciata dal Montana.
Nello Stato nord-occidentale di Washington, secondo i risultati parziali il 55,4% degli elettori ha detto si' alla proposta di legge 502, una percentuale maggiore di quella registrata in Colorado, dove i voti favorevoli all'Emendamento 64, sempre a scrutinio incompleto, risultano pari al 53%.
Nei due Stati sara' cosi' consentito a tutti i cittadini di eta' superiore ai 21 anni di acquistare fino a un'oncia (28,35 grammi) di marijuana nei punti vendita autorizzati e di far crescere fino a sei piantine di cannabis nella propria abitazione. Resta invece proibito fumare la sostanza in pubblico. Si tratta di un'aperta sfida alla legislazione federale, che considera la marijuana una droga illegale. E' ora quindi attesa la risposta del governo centrale.
I vuoti normativi da riempire restano comunque notevoli, in quanto l'emendamento offre pochi dettagli su come dovrebbe essere regolata un'industria della marijuana ricreativa. E' comunque previsto che gli esercizi che la venderanno siano distinti dagli operatori che vendono marijuana a scopo medico e che la loro supervisione venga affidata al Fisco federale.

venerdì 2 novembre 2012

Ethan Nadelmann at the London School of Economics


Recreational Marijuana: Will Washington State Pioneer Legalizing Weed? Read more: http://recreational marijuana: will washington state pioneer legalizing weed

The barrage of television ads started in August. In a series of spots airing throughout the state of Washington, marijuana advocates called on voters to approve Initiative 502, which would legalize the recreational use of cannabis for people over 21. The ads’ protagonists, however, were not aging hippies or medical-marijuana proponents; they were law-enforcement leaders with frontline experience in the war on drugs. Two were former U.S. Attorneys, and one was the former head of the FBI in Seattle.


Read more: http://nation.time.com/2012/11/02/recreational-marijuana-will-washington-state-pioneer-legalizing-weed/#ixzz2B6cmAigr

OLANDA - Divieto stranieri nei coffe-shop. Non ad Amsterdam?

Il Sindaco di Amsterdam, Eberhard van der Laan, assicura che i turisti stranieri che visitano la sua citta' potranno accedere ai 200 coffee-shop in cui in citta' e' permessa la vendita di cannabis, nonostante ci sia una legge statale del dicembre 2011 che stabilisce il divieto di entrata per gli stranieri. Secondo quanto dichiarato al quotidiano Volkskrant, i laburisti e i liberali che stanno formando il Governo, stanno definendo un accordo per evitare la chiusura di molti di questi locali.
Lo scorso maggio e' entrato in vigore in tre province del sud dell'Olanda (Brabante, Limburgo e Zeelandia) la legge statale che limita la vendita di cannabis ai residenti. La norma, approvata dal Governo come uno strumento per lottare contro il richiamo del “turismo della droga”, dovra' essere applicata in tutto il Paese dall'inizio del 2013, ma Amsterdam fa resistenza. In citta' si trova un terzo dei coffee-shop, e vengono accolti ogni anno qualcosa come sette milioni di turisti, mezzo milione dei quali si calcola che visitino questi coffee-shop.
Van del Laan precisa che l'accordo del Governo dovra' “tecnicamente” mantenere il criterio della residenza per l'acquisto di cannabis nei coffee-shop, ma la sua applicazione sara' fatta con un accordo tra i Comuni interessati”. Il Sindaco considera che le limitazioni potrebbero “far aumentare i furti e le violenze, e verrebbe meno il controllo sulla qualita' di questa droga”.
Nel dicembre 2001, il tribunale della Corte di Giustizia Ue, aveva dato ragione alla decisione dell'amministrazione comunale di Maastricht di vietare l'accesso ai coffee-shop ai non-residenti in Olanda, motivandola come deterrente per lotta contro il turismo della droga. La Corte di Lussemburgo si e' ugualmente pronunciata in una contesa tra un proprietario di questi coffee-shop di Maastricht e le autorita' del Comune che avevano ordinato di chiudere il locale perche' non aveva rispettato il divieto di ingresso per gli stranieri.
La depenalizzazione del consumo di cannabis in Olanda e' datata dal 1976. Un approccio che e' stato valutato con buoni risultati perche' ha separato i mercati delle droghe leggere da quelli delle pesanti, neutralizzando le vendite clandestine. La legge in vigore penalizza il traffico, il possesso e la vendita di piu' di 30 grammi.

OLANDA - Divieto stranieri nei coffe-shop. Non ad Amsterdam?

GRAZIE SINDACO DI AMSTERDAM!

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