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martedì 31 luglio 2012

Pallini, Parma e la sicurezza

Egregio direttore, il tema della sicurezza a Parma è un argomento caldo ormai da troppi anni. Gli ultimi eventi di cronaca, che hanno avuto ampia eco sulla Gazzetta, rendono evidente non solo l' inadeguatezza delle attuali politiche nel contrasto della criminalità, ma anche l' inadeguatezza e la mancanza di coraggio delle scelte fino ad oggi adottate.
Parlo soprattutto degli interventi e dei "successi" , a seguito delle "iniziative" promosse in passato in piazzale della Pace, di cui si vanta l' ex delegato della giunta Vignali alla sanità Fabrizio Pallini, le cui impressioni hanno trovato spazio sulle colonne della Gazzetta. Avendo preso parte proprio a queste serate, provo profondo disappunto nei confronti delle parole di Pallini.
Lo spaccio avveniva anche nelle serate sotto le stelle, tanto quanto avviene ora, garantendo, anzi, un valido spettacolo a spacciatori e consumatori. Va riconosciuto a tali serate il merito di avere ravvivato il cuore della città, ma se si ritiene che "gli interventi di natura repressiva vadano fatti in sinergia con interventi sociali, educativi e ludici", si dimentica o si fa finta di chiudere gli occhi davanti all' evidenza: lo spaccio di sostanze stupefacenti illegali in qualsiasi angolo della città e i problemi di ordine pubblico connessi.
Tutti i parchi cittadini, sono nulla di più che mercati a cielo aperto per il traffico di stupefacenti illegali; questo ha garantito una presenza sul territorio, non delle forze dell' ordine, ma della micro e macro criminalità.
Tutti i più recenti atti di aggressioni o minacce avvengono proprio in queste "zone franche", dove, pensare di avere dei presidi fissi 24 ore su 24, vuol dire sottrarre forze dell' ordine al contrasto di altro genere di crimini, per esempio i numerosissimi furti e rapine che stanno avvenendo in città e provincia, senza la certezza di evitare notizie di cronaca come quelle emerse in questi giorni e senza intaccare il mercato illegale di sostanze psicotrope.
Insomma, la coperta è corta, ma c' è chi, come Pallini e tutta la precedente giunta, ha sempre fatto orecchie da mercante davanti a soluzioni alternative, approvando provvedimenti puramente propagandistici, se non addirittura devastanti per la città.
Se davvero si volesse ridurre la presenza di spacciatori nelle zone verdi della città e diminuire i rischi connessi, la prima cosa da fare sarebbe quella di sottrarre, ai traffici illegali, la fetta di mercato più grossa. La cannabis, pianta oggi nota più come "droga" che come sostanza farmacologica, è la sostanza illegale più diffusa al mondo; non è attraverso "spettacolini" che se ne potrà ridurre la diffusione.
La legge Italiana,attraverso il Testo Unico sulle Sostanze stupefacenti, prevede la possibilità della distribuzione di cannabis terapeutica attraverso le farmacie comunali e ospedaliere; le recenti leggi regionali, approvate o in via di approvazione riguardanti questa sostanza, vanno nella direzione di rendere più agevole l' accesso al farmaco sotto prescrizione medica.
Questa via di gestione delle problematiche legate al consumo di cannabis, ha numerosi risvolti positivi sotto il profilo della sicurezza pubblica. In primis rende evidente la distinzione tra consumatore e spacciatore, facilitando le forze dell' ordine nell' attività di repressione del traffico illegale di stupefacenti. Allo stesso tempo libererebbe risorse per un più puntuale presidio della città e una repressione di crimini violenti, quali stupri o rapine.
L' accesso alla cannabis sotto prescrizione medica, garantisce una tutela nei confronti di chi consuma il farmaco; una supervisione medica che può stabilire direttamente lo stato di tossicodipendenza e la possibilità immediata di individuazione di percorsi di sostegno piuttosto che l' utilizzo a scopo terapeutico della sostanza per la terapia di malattie gravi, debilitanti o degenerative;la vendita della cannabis sotto prescrizione medica, laddovè non vi è necessità di terapie continuative, garantirebbe tasse per il sostegno delle politiche sanitarie e delle forze dell' ordine.
La fornitura di cannabis attraverso le farmacie, garantirebbe la drastica riduzione del più vasto mercato tra le sostanze psicotrope illegali e conseguente diminuzione di spacciatori di questa sostanza.
Un altro importantissimo effetto di questa politica, è quello di distinzione del mercato della cannabis e dei suoi derivati da quello di eroina e cocaina, con conseguente maggiore successo nella prevenzione e nel contrasto alla diffusione di queste due sostanze.
Dove hanno portato le politiche attuate fino ad oggi? A Parma, la repressione, citata da Pallini, proprio quando lui faceva parte della giunta, ha portato al caso Bonsu ed ha messo in evidenza come la "guerra alla droga" possa essere uno strumento per interessi particolaristici e causa di corruzione(si veda il filone dell' inchiesta green money legato all' unità cinofila antidroga).
E' ora di cambiare.

sabato 28 luglio 2012

ITALIA - Consumo cannabis non porta a eroina. Studio

'Il consumo di cannabis di per se' non influenza la probabilita' di passaggio all'eroina o alla cocaina'. A far aumentare le probabilita' di passaggio sono 'i fattori sociali'. Il legame tra le sostanze quindiÿ'e' debole', mentre e' 'stretto quello tra la stima dei proventi della droga (24 miliardi di euro l'anno in Italia) e il livello di corruzione di un paese: se aumentano, cresce anche la corruzione'. E' quanto emerge da uno studio finanziato dall'Unione europea e coordinato dal Centro Interdipartimentale di Biostatistica e Bioinformatica dell'Università di Roma Tor Vergata, i cui primi risultati sono stati anticipati oggi durante un incontro a Roma. Lo studio, che ha l'obiettivo di mettere a disposizione nuovi strumenti metodologici per la politica, si concludera' a febbraio 2013.
L'analisi sul passaggio da una sostanza stupefacente all'altra e' stata svolta 'su un campione 'distorto' di oltre mille persone tossicodipendenti detenute nelle carceri italiane (300 dipendenti da eroina, 800 da cocaina)'. 'Applicando il risultato del campioneÿall'intera societa' italiana il legame tra le sostanze risulta ancora piu' debole', osserva Giovanni Trovato, professore associato di Economia. 'La probabilita' di passaggio dalla cannabis all'eroina diminuisce con l'avanzare dell'eta' e sul consumo di eroina influiscono di piu' le condizioni sociali, come il tasso di disoccupazione, quello di scolarizzazione e quello di reati', che il consumo di cannabis. L'analisi 'economica' sul traffico illegale della droga e' invece stata presentata da Carla Rossi, professore ordinario di statistica medica: 'Piu' sono alti i proventi della droga piu' e' alta la corruzione in un paese'. Di conseguenza, ha aggiunto, 'diminuisce la competitivita' e l'economia viene penalizzata'.
'Auspichiamo che il ministro Andrea Riccardi sia piu' attento ai dati scientifici che all'ideologia', ha concluso il radicale Maurizio Turco.

ITALIA - Consumo cannabis non porta a eroina. Studio 

mercoledì 18 luglio 2012

Salvare la Sicilia? Con la Cannabis.

La Sicilia è in bancarotta, notizia che non stupisce, per le spese pazze che la regione autonoma si è concessa alle spalle dei cittadini, non solo Siciliani. Il mal governo, deviato dalla malavita organizzata, è responsabile davanti ai cittadini, per i posti di lavoro che si perderanno e l' economia dell' isola a rischio paralisi.
In una condizione analoga, in California, è stato votato un referendum sulla legalizzazione della cannabis; questo provvedimento avrebbe ridotto l' influenza dei narcos messicani sullo stato, rimpinguato lautamente le casse dello stato e previsto numerosi risparmi per la gestine della sicurezza pubblica, poichè gli arresti per detenzione, uso e produzione di cannabis non sarebbero più stati perseguiti.
Paese che vai, esperienza che trovi. Recentemente anche la Spagna ha trovato nella cittadina di Rasquera, una popolazione colpita dalla crisi economica che vuole superare i propri problemi concedendo spazio a coltivazioni di cannabis per uso terapeutico. Gli obbiettvi di questo provvedimento sono la creazione di nuovi posti di lavoro affinchè i giovani, specialmente, non abbandonino la terra e possano trarre vantaggio da una nuova industria farmaceutica.
La Sicilia può fare propria l' esperienza Californiana e Spagnaola; la crisi del debito che sta colpendo questa regione, potrebbe essere la più grande opportunità che la Sicilia abbia avuto in tempi moderni. L' autonomia della regione e la possibilità di un dialogo diretto con i Ministeri al fine di risolvere la crisi in tempi brevi, rendono la Sicilia la regione ideale per lanciare una politica di ampio respiro.
Con le recenti approvazioni di leggi sulla cannabis terapeutica e i dibattiti apertisi nelle regioni che ancora non hanno adottato una politica sanitaria coerente con la gestione dei problemi
legati all' utilizzo di cannabis, la Sicilia potrebbe trovarsi favorita nel dialogo diretto con le istituzioni nazionali per vedersi approvare velocemente licenze per la coltivazione di cannabis
medica per le forniture dei Servizi Sanitari Regionali Italiani.
E' una opportunità unica per la Regione Sicilia; nuovi posti di lavoro, un mercato nel quale si può creare un "campione nazionale" a livello industriale, sostituendosi alle industrie
importatrici e un mercato nazionale vasto da potere fornire. Una simile politica è anche sostenuta da modelli economici dove il guadagno collettivo dell' ingresso di un produttore nazionale a sostituzione di un importatore per un dato prodotto aumenta il benessere della società nel suo complesso(modello di Odagiri).
La via per l' uscita dalla crisi economica può essere solo di tipo economico. Sicilia, sveglia.

Salvare la Sicilia? Con la cannabis

sabato 14 luglio 2012

ITALIA - Liberalizzazione stupefacenti. Il PG di Firenze ribadisce il proprio si'

Si' alla liberalizzazione delle droghe leggere, quanto alle canne non le ha mai fumate perche', risponde con una battuta, 'non ho tempo'. Questa la posizione del procuratore generale di Firenze, Beniamino Deidda, che stamani, intervistato da Radio 24 per '24 mattino', ha ribadito il suo si' alla liberalizzazione degli stupefacenti leggeri: lo aveva gia' detto nei giorni scorsi a Repubblica Firenze.
'Una cauta liberalizzazione farebbe calare il consumo delle droghe leggere' ha detto Deidda a '24 Mattino'. 'Nessuno ha mai consumato alcol in America come quando e' stato proibito - ha aggiunto -. La capacita' della criminalita' di diffondere i consumi e' molto maggiore di quella che il mercato, con le sue virtu' intrinseche, potrebbe fare'. Deidda ha detto di essere favorevole a 'una progressiva e cauta depenalizzazione da un lato e liberalizzazione dall'altro. Controllare il mercato significa anche controllare la qualita' della droga, cioe' garantire ai consumatori che non saranno vittime di qualita' scadenti'. Ancora, secondo il pg, l'argomento in Italia e' tabu' perche' 'c'e' un po' di fariseismo e l'ideologia prevale su una serena valutazione dei fatti. C'e' un secondo inevitabile effetto del proibizionismo ed e' la lievitazione dei prezzi.
Cosi' i piu' deboli, quelli privi di risorse, sono costretti a procurarsi il denaro con mezzi illeciti', 'il fenomeno si ridurrebbe se il mercato fosse controllato e i prezzi contenuti'. Deidda ha precisato di parlare a titolo personale: 'La legge oggi e' quella che e' e i magistrati hanno il dovere di applicarla nella maniera piu' scrupolosa possibile. Ma mi limito a notare che le norme vigenti non sono state in grado di impedire il prosperare delle droghe. Abbiamo le carceri piene di piccoli e piccolissimi spacciatori, e sappiamo che uno spacciatore arrestato viene subito sostituito'. 'Finora - ha poi detto - il divieto generalizzato non ha prodotto gli effetti sperati'.
Ancora per Deidda la liberalizzazione dovrebbe essere 'accompagnata dalla prevenzione con l'educazione'. Infine, alla domanda se abbia mai provato una canna Deidda ha risposto, ridendo: 'No, ma solo perche' non ho tempo'

ITALIA - Liberalizzazione stupefacenti. Il PG di Firenze ribadisce il proprio si'

venerdì 13 luglio 2012

ITALIA - Cannabis terapeutica. Nulla osta del Governo a legge Regione Toscana

Il Governo ha esaminato, e non ha deciso di impugnare, la legge della Toscana relativa "all'utilizzo di talune tipologie di farmaci nell'ambio del servizio sanitario regionale". Lo fa sapere Lucia Matergi, consigliere regionale del Pd e relatrice della Legge 18/2012.
La "non impugnativa" da parte del Consiglio dei Ministri, precisa Matergi, è avvenuta lo scorso 26 giugno.
"Si tratta di un fatto che mette la parola fine alle pretestuose e fatue polemiche di una parte dell'opposizione - prosegue Matergi - che rende merito a un lavoro certosino svolto in commissione sanità del Consiglio regionale, che ha raccolto le parti migliori di diverse proposte e ha perfezionato alcuni aspetti in una materia sicuramente delicata oltre che nuova per la legislazione regionale. Sono molto soddisfatta che da un governo di tecnici arrivi questo ulteriore imprimatur, che si aggiunge alle decine di attestati di interesse e di incoraggiamento venuti in queste ultime settimane sia da eminenti studiosi che da altre Regioni, pronte a legiferare sull'esempio della Toscana".

 ITALIA - Cannabis terapeutica. Nulla osta del Governo a legge Regione Toscana

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