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domenica 4 dicembre 2011

Storia economica di un fallimento premeditato: il proibizionismo. Capitolo 1, seconda parte

Come prima guerra alla droga, i risultati che i “proibizionisti” cinesi avevano auspicato non sembrano essere stati ottenuti; anzi i problemi della semplice diffusione di stupefacenti tra la popolazione sono stati ampiamente aggravati dalla cessione della sovranità imperiale cinese alle potenze colonizzatrici occidentali. L' importazione di oppio dall' india britannica in cina finì solamente quando l 'impero asiatico sviluppo una propria produzione interna nel 1890.
Secondo e molto conosciuto esperimento di proibizione nella moderna storia della civiltà, è quello adottato negli stati uniti d' america nel periodo fra il 1919 e il 1933. In questo periodo tramite il XVIII emendamento e il Volstead Act, entrati in vigore nel 1920, negli stati uniti si dichiarò ufficialmente la proibizione della fabbricazione, vendita importazione e trasportodi alcolici.
Il “noble experiment” come viene ricordato, nacque sotto le forti pressioni di gruppi fortemente moralisti e fondamentalisti. Per dare una idea della estremità delle posizioni assunte la "New York Society for the Suppression of Vice" , una di queste “società di temperanza”, riuscì a fare bandire L' Ulisse, l' opera di james joyce, dagli stati uniti, in quanto il protagonista si masturbava nel corso della storia. Questa società riusci a proibire la spedizione tramite posta di stampe erotiche di qualsivoglia genere. Nell' era del porno on-line queste sembrano storie di altri mondi, ma accadde solo 90 anni fa.
I risultati della proibizione sugli alcolici non furono felici: le persone che vollero continuare a bere, continuarono, pagando prezzi più alti di quanto il vecchio mercato legale poteva fornire. Ciò permise la nascita del contrabbando transfrontaliero tra messico e stati uniti, canada e stati della confederazione. La qualità degli alcolici distribuiti calò per effetto della volontà dell' industria illegale di aumentare il proprio margine sui profitti illeciti e si assistette alla nascita del gangsterismo.
Il nome di Al Capone è infatti giunto fino ai giorni nostri proprio in seguito alla dichiarazione di illegalità degli alcolici, che permise al gangster di accumulare una ingente fortuna economica dal traffico illegale del alcol. Nel 1929 si inasprì la battaglia sugli alcolici, stabilendo pene detentive anche per i consumatori di alcol. Inizio così il periodo più repressivo nei confronti del neo stupefacente illegale: la “tolleranza zero” vide nelle operazioni di facciata, quali frequenti conflitti a fuoco tra forze dell' ordine e bande criminali e bande criminali stesse, l' esempio più drammatico dell' impotenza della proibizione su un costume sociale. Vi furono molte vittime in questa guerra all' alcol, tra le forze di polizia tanto quanto tra civili inermi, ai quali serviva poco, in regime ultra repressivo, per finire sotto i proiettili della polizia. Sotto il presidente Hoover, la commissione Wickersham si occupò della documentazione dei “risultati della proibizione” tra cui i casi di vittime civili. Solo con l' elezione del presidente Roosvelt nel 1933 venne sancita la fine del proibizionismo, l' alcol venne legalizzato e regolarmente tassato e le entrate del governo registrarono una fortissima impennata, senza contare i posti creati dalla “nuova industria” legale.
I proventi del traffico di alcolici erano così cospicui che servirono ad al capone nella promozione elettorale del allora candidato sindaco di chicago William "Big Bill" Hale Thompson, Jr e il controllo che costui poteva esercitare sul municipio e la polizia. La legalizzazione degli alcolici servì a ripristinare prima di tutto la legalità, ossia il potere della legge, che il proibizionismo avevava puritanamente abdicato in favore di un ideale di “morigeratezza dei costumi” inapplicabile nella realtà quotidiana, soprattutto non imponibile per legge sul singolo individuo.
L' esempio cinese, come quello americano, sebbene temporalmente e spazialmente distanti hanno parecchi punti in comune. In entrambi i casi si parte da un presupposto ideologico di eliminazione del problema semplicemente bandendolo. I risultati sono stati disastrosi in entrambi i casi. Sia in cina che in america, le nazioni sono state sovverchiate da forze economiche al di fuori del contesto legislativo statale, in cina con gli inglesi, negli stati uniti con i gangster. Le vittime di queste due guerre, sono state prima di tutto i cittadini normali, vittima di soprusi economici da parte delle potenze occidentali nel impero asiatico, vittime di vere e proprie angherie da parte di stato e organizzazioni criminali negli USA. In entrambi i casi le forze politiche non sono riuscite a contrastare il fenomeno, anzi ne sono risultate fagocitate. La cina a dovuto scrificare porti commerciali e dazi doganali nonchè la sovranità politica; analogamente in america i cittadini sono rimasti vittime di un sistema che corrompeva la politica in barba alle leggi federali risultando addirittura complici dei criminali.
Alla luce di questi esempi storici, noti ai più, ma dimenticati da molti, resta da chiedersi se il proibizionismo abbia fallito in questi due casi per ragioni non ben definite o se, proibire, possa rappresentare l' approccio più sbagliato per affrontare il problema della diffusione di comportamenti soggettivi. Perchè di fatto, l' uso di stupefacenti, è un problema che riguarda il singolo individuo che ne fa uso. Il proibizionismo, rendendo illegale un comportamento individuale, colpisce non la diffusione di droga, ma il consumatore. L' utilzzo della paura di sanzioni o pene severe come deterrente, per determinati comportamenti, non sembra essere efficace. Come un genitore con il proprio bambino, lo stato, si è dimostrato un papà severo che, con le minacce cerca di ammansire i propri figli. Se con i bambini, spesso , questo approccio non funziona, con le persone mature, dato il maggior grado di intelletto, si potrebbe presupporre che la minaccia possa risultare un buon deterrente; perchè una persona matura minacciata della privazione della libertà si dovrebbe comportare, incoerentemente, rischiandola? Questo è in genere il principio sul quale si basa la proibizione delle droghe.

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