Egregio direttore, condivido il pensiero di
Ubaldi; l' unica via da percorrere a Parma è nel segno della
discontinuità, cancellando i "colori" dei partiti. Come lei sottolinea
nel suo editoriale di sabato 27 Gennaio, questo progetto presenta dei
rischi, ma i rischi più concreti sono che confluiscano, in un movimento
trasversale, gli attori di una classe politica vecchia e miope. Il
progetto di Ubaldi è ambizioso e da quella stessa ambizione dovrebbero
essere caratterizzati i nuovi amministratori della nostra città,
ambizione che, a mio modesto parere, non sembra caratterizzare nessuno
degli attuali rappresentanti dei cittadini parmigiani, sia a destra che a
sinistra che al centro. La corsa alle poltrone di Roma, sembra avere
infettato anche la nostra piccola città.
Una alleanza senza simboli è una opportunità che andrebbe colta, in un periodo politico come quello attuale, dove solo dai comuni può veramente avvenire una spinta al cambiamento della società Italiana a trecentosesanta gradi; questa sfida ad abbandonare le bandiere deve correre il rischio di strafare, altrimenti la città tornerà in mano ai vecchi clientelismi indegni di uno stato democratico moderno e motore delle inefficenze che hanno portato allo scatafascio la nostra maltrattata repubblica.
Una alleanza senza simboli è una opportunità che andrebbe colta, in un periodo politico come quello attuale, dove solo dai comuni può veramente avvenire una spinta al cambiamento della società Italiana a trecentosesanta gradi; questa sfida ad abbandonare le bandiere deve correre il rischio di strafare, altrimenti la città tornerà in mano ai vecchi clientelismi indegni di uno stato democratico moderno e motore delle inefficenze che hanno portato allo scatafascio la nostra maltrattata repubblica.
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