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lunedì 12 dicembre 2011

18/10/2009 I fatti, la proibizione

Egregio direttore, viva il "proibizionismo". La proibizione (dal latino, composto di: pro, come avanti e "Hibere" per "Habere" come avere, tenere; dunque "tenere lontano")
Ha allontanato la coscienza comune dal problema "stupefacienti".
A cosa ha portato proibire le droghe? Più droga. La proibizione è infatti uno strumento economicamente inefficiente per combattere il problema, perchè punta sulla diminuzione della sua diffusione attraverso la "persecuzione" dell' offerta di droga e non della riduzione della domanda.
Secondo le nazioni unite, nonostante i numerosi controlli sulle droghe, al mondo una persona su venticinque ha fumato cannabis (analisi, firmata Wayne Hall, dell'University of Queensland a Brisbane, e da Louisa Degenhardt del National Drug and Alcohol Research Centre di Sydney).
Questo dopo settant'anni di "guerra alla droga". E' infatti nel 1936, che ebbe inizio la persecuzione di una pianta: la canapa.
Fortunatamente gli Stati Uniti d' america sono una nazione federale. In una sentenza storica, la Corte Suprema della California ha riconosciuto il diritto dei pazienti della California a coltivare collettivamente cannabis per uso terapeutico. Ne consegue che i pazienti che hanno subito una violazione di questo diritto potranno agire in sede legale.
"La Corte Suprema della California ha da poco fatto notare alle forze dell'ordine locali e statali che devono rispettare le leggi dello Stato sulla cannabis terapeutica senza nascondersi dietro le attuali leggi federali".
La Carta di Parma dovrebbe essere un esempio di tutela della sicurezza, come  ha saputo dimostrare di essere la California.

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