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martedì 13 dicembre 2011

09/05/2010 Legalizzare l' erba? Conviene!

Il film "l' erba di Grace", tratta delle vicende economiche di una signora di mezz' età, appassionata di floricultura, che attraversa una difficile crisi finanziaria a seguito della scomparsa del marito e dei debiti da lui contratti, scaricati sulla simpatica amate dei fiori. Per fare fronte alle difficoltà economiche, Grace, si dedica con l' aiuto del suo giardiniere di fiducia, a coltivare "fiori" molto redditizi, che le frutteranno abbastanza da sbarazzarsi dell' ingombrante debito del marito defunto.
Sembra la metafora del caso California, dove uno stato ormai sull' orlo della bancarotta, a Novembre, presenterà ai suoi elettori un referendum per la legalizzazione e la tassazione della cannabis, già ora legalmente venduta per scopi terapeutici.
Le dimensioni di questo business sono effettivamente enormi. Nel 2006, uno studio effettuato negli USA, valutava in 35 miliardi di dollari le dimensioni del valore di questo "raccolto" di cui la california rappresentava più di un terzo del totale. Ma a quanto ammontano i dati relativi al valore del raccolto di frumento, soia e fieno? Rispettivamente, 23, 17. e 12 miliardi di dollari; la coltivazione di canapa risultava così essere il "top U.S. cash crop".
Uno studio del 2005 dell’economista Jeffrey Miron di Harvard, dimostra che il vantaggio della legalizzazione della Cannabis potrebbe ridurre la spesa pubblica degli USA di 7,7 miliardi di dollari l’anno, portando inoltre un gettito fiscale di 2,4 miliardi di dollari l’anno, se venisse tassata come tutte le altre merci, e di 6,2 miliardi se venisse adottata l’aliquota che viene già applicata su alcol e tabacco. Effetti sul bilancio che potrebbero essere addirittura sottostimati. Questo studio venne presentato da 500 economisti addirittura all’allora Presidente George W. Bush jr, il quale tuttavia preferì continuare a giocare a Risiko con il mondo e a far infliggere condanne esemplari nei confronti di chi si macchiava del grave reato di aver fumato uno spinello.
Alla luce di questi numeri viene da interrogarsi se, questa crisi, che dovrebbe dare spazio a riforme coraggiose, soprattutto guardando al portafoglio delle nazioni, potrebbe essere il momento migliore per valutare senza pregiudizi il fallimento ormai dichiarato del proibizionismo sulla canapa.
Secondo l’analisi, firmata Wayne Hall, dell’University of Queensland a Brisbane, e da Louisa Degenhardt del National Drug and Alcohol Research Centre di Sydney, pubblicata sulla rivista Lancet, ben 166 milioni di persone nel mondo, dai 15 ai 64 anni d’eta’, hanno fumato cannabis nel 2006. In pratica, un abitante del pianeta su 25 rischia il carcere e/o sanzioni per un’abitudine diffusissima, seppur criminalizzata dalle leggi di quasi tutti i Paesi al mondo.
In un periodo di crisi come questo, il  pragmatismo Californiano dovrebbe essere di esempio al mondo, soprattutto anche dopo i risultati di una guerra, quella alla droga, che ha portato, negli USA, dal 1981 ad oggi, ad aumentare di 10 volte la produzione di canapa nonostante i divieti, gli arresti e le sanzioni.
La proibizione ha fallito, la legalizzazione della cannabis è un modello vincente. Quando si inizierà a parlarne?

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