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martedì 21 aprile 2015

L’Erba voglio, Civati: “Se tenere in mano una canna serve a farne discutere, passatemene un’altra”


“L’erba voglio – Legalizzare è giusto e conviene”: questo il titolo del congresso ha cui ha preso parte ieri sera il deputato Pd Pippo Civati. Un’occasione che ha visto l’auditorio di via Peroni a Milano pieno di gente interessata a discutere sul tema.  Una serata promossa dallo stesso Civati e dalla Nazionale AntiProibizionisti , con ospiti, fra gli altri, Carlo Alberto Zaina (avvocato patrocinante in Cassazione e Magistrature Superiori e storico attivista e membro di antiproibizionisti.it), Achille Saletti (criminologo e presidente di Saman), e Benedetto Della Vedova, tra i promotori proprio con Civati dell’intergruppo parlamentare sulla legalizzazione della cannabis.

«Parleremo di un mercato di molti miliardi di euro di valore, di una sostanza che secondo le più importanti riviste mediche ha una minore pericolosità, individuale e sociale, rispetto ad alcol e tabacco, viene completamente e deliberatamente lasciato nelle mani della criminalità, quando sarebbe sufficiente una normativa di legalizzazione ben fatta perché quei soldi diventassero nuovi posti di lavoro e nuove entrate per lo stato (da destinare alla prevenzione/informazione e alla scuola)» spiegano sulla pagina ufficiale dell’evento.


«Ieri sera in un passaggio della manifestazione degli antiproibizionisti, laici e liberali, mi hanno passato una sigaretta che forse era una ‘canna’ o forse no. – scrive Civati sul suo blog -  Com’è noto, non sono un fumatore di spinelli, per una serie di ragioni che attengono alla mia libertà e alle mie scelte. Mi avessero passato del vino, nessuno se ne sarebbe accorto. Una sigaretta, ancora meno. Eppure possono fare più male della cannabis».

Il deputato monzese ha inoltre aggiunto: «A me piace il modello dell’Uruguay, per dirne una. Leggo che tutto il mondo ne parla con approccio scientifico, da noi hai sempre paura che intervenga qualcuno in divisa, come è capitato a Andrea Trisciuoglio, che si cura con il Bedrocan, insospettendo puntualmente le forze dell’ordine. E non è colpa loro: è una questione culturale, è un punto di vista che fa male, perché alimenta le mafie, lo spaccio, il nero. E fa anche male alla salute, discrimina i malati, rovina la vita delle persone, per ragioni che non riguardano colpe, ma solo scelte. Se tenere in mano una canna serve a farne parlare e discutere, passatemene un’altra. Non la fumerò, ma la terrò in tasca finché non ci sarà una legge sulla legalizzazione. Non è un gioco, è una misura che vale la libertà. E anche miliardi di euro. Alla faccia degli ipocriti e dei conservatori di tutte le specie. Che non la piantano mai».

L’Erba voglio, Civati: “Se tenere in mano una canna serve a farne discutere, passatemene un’altra”

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