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sabato 29 settembre 2012

ITALIA - Cannabis Terapeutica. L'inutile tentazione? Spiri versus Avvenire/Garattini

Pubblichiamo la lettera di una paziente affetta da S.M. Lucia Spiri, in risposta all’articolo di Avvenire: ”Cannabis Terapeutica L’inutile Tentazione“, del 27 Settembre 2012 (pubblicato a fine pagina), dove interviene Silvio Garattini contro l’utilizzo terapeutico della canapa.
Caro Dott. Garattini,
Sono Lucia Spiri, paziente affetta da Sclerosi Multipla da tredici anni, in cura attualmente con il Bedrocan, ovvero cannabis terapeutica
Ho iniziato tale terapia nell’Ospedale Ferrari di Casarano nel giugno 2011 dopo anni di cure farmacologiche a base di interferoni, antidepressivi, antiepilettici, miorilassanti e addirittura chemioterapici tutti regolarmente prescritti dai neurologi che mi seguono e che hanno lasciato solo effetti collaterali permanenti e peggiorato la qualità della mia vita.
Sono io la ragazza che nel novembre dello stesso anno ha pubblicato su internet (e la lettera è stata ripresa in un articolo da La Repubblica) una testimonianza su come la canapa avesse immediatamente agito in maniera efficace sui tanti sintomi dolorosi che la malattia mi infligge.

Sono molto risentita dal modo in cui Lei parla della cannabis terapeutica e dei tanti studi millantati sull’inefficacia della stessa proprio nella Sclerosi Multipla!

Di certo non mi meraviglia leggere articoli come quello di oggi apparso sul l’Avvenire nel periodico ‘E’ Vita’ nel quale Lei viene citato in qualità di esperto. Non mi meraviglia neanche che una povera giornalista non sappia assolutamente nulla di Sclerosi Multipla, di terapie del dolore, tantomeno cannabis terapeutica.

Mi stupisco, al contrario delle Sue affermazioni in qualità di medico. In tanti anni di studi e di lavoro svolto sul territorio sta ancora dietro agli interessi (lobbistico-farmaceutico e affaristico-politico) di quelli che se ne fregano del popolo dei malati?

E’ mai possibile che siate ancora lì a denigrare la terapia a base di cannabis scuotendo così il nostro spirito debole e il nostro corpo già troppo tormentato?

E allora state molto attenti, signori tutti! Siamo anche in grado di invadere i vostri palazzi “armati” di sedie a rotelle, deambulatori e i più fortunati di stampelle.

Lei non immagina nemmeno quanto desidererei prestarmi come testimone scientifico dandovi la possibilità di fare ricerca sugli effetti benefici della cannabis. Dottore, io stessa sono un dato da portare a sostegno di tale tesi.

Aggiungo che vivo le mie giornate su una sedia a rotelle, probabilmente anche per colpa di alcuni farmaci che ho assunto prima del Bedrocan imposti da un assurdo protocollo obbligatorio.

Non capisco perciò la frase che le viene attribuita nell’articolo succitato dove lei afferma: “Sulla tossicità di questi farmaci e dunque sugli effetti collaterali occorre fare molti studi”, bene, io gli studi li sto facendo sulla mia pelle e se vuole ne possiamo, come Le dicevo, anche parlarne. Chi siete e in quanti siete a volerci prendere in giro dicendo ancora che “non ci sarebbero benefici evidenti in conseguenza all’uso dei cannabinoidi”? (sono le sue parole apparse sul giornale).

Io da quando assumo la cannabis e devo dire che la assumo tramite vaporizzatore, la bevo sottoforma di tisane, la mangio sottoforma di torte e la fumo ho eliminato addirittura anche le Tachipirine, non ho più necessità di nessun tipo di farmaco.

Lei sa cosa vuol dire vivere con la Sclerosi Multipla e tutti i disturbi che ne conseguono?

E per favore non mi dica che ne ha visti a migliaia, saprà benissimo che questa malattia è una bestia imprevedibile e che ogni paziente è diverso.

Arriverà presto il giorno dove Lei e tutti coloro che in questi anni si sono opposti a questa terapia del dolore verrete invitati a presentarvi presso il Tribunale per i Diritti del Malato in quanto avete leso il diritto alla cura in barba al giuramento di Ippocatre e sarete citati tutti presso la Corte Europea per i diritti dell’uomo per aver compiuto e sostenuto insieme allo Stato italiano atti di TORTURA nei confronti di centinaia di migliaia di malati per i quali la negazione della cannabis terapeutica ha rappresentato l’acuirsi di sofferenze acutissime.

E sappia che è anche per colpa sua che proprio in questo momento, in Italia, c’è gente che desidera morire piuttosto che soffrire le pene dovute alla Sclerosi Multipla, alla SLA o a un tumore.

Tutto questo dolore che ci regalate affligge i nostri sonni, spero solo che da oggi in avanti il suo sonno sia sempre più simile al nostro.

Lucia Spiri
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l'Articolo del quotidiano l'Avvenire
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CANNABIS TERAPEUTICA. L’INUTILE TENTAZIONE

NO all’uso terapeutico ordinario dei derivati chimici della cannabis.

Non usa mezzi termini Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, per affermare che far passare per legge, come sta avvenendo in alcune regioni italiane l’autorizzazione all’uso dei tetracannabinoidi in ambito ospedaliero, e a carico del Servizio sanitario, è un azzardo.

“Sulla tossicità di questi farmaci e dunque sugli effetti collaterali occorre ancora fare molti studi” dice lo scienziato.

La prima regione a legiferare per dare il via libera all’importazione, per lo più attualmente dal nord Europa, dei derivati chimici della cannabis è stata la Toscana, in maggio.

Poi, poche settimane dopo, è stata la volta della Liguria, nei giorni scorsi ha dato luce verde il Veneto.

Disegni di legge e ordini del giorno sono stati depositati e presentati dai radicali e dal centro sinistra in altre regioni, come il Lazio (che ora però si ritrova con il consiglio regionale decaduto) e il Friuli-Venezia Giulia da poche settimane.

Un anno fa fece scalpore la sperimentazione con cui l’ospedale di Casarano, in provincia di Lecce, partì con la somministrazione di questi farmaci a pazienti affetti da sclerosi multipla o da malattie inguaribili.

Studi internazionali fanno da supporto ai dubbi di Garattini: secondo Cns drugs di marzo proprio sulla sclerosi multipla non ci sarebbero benefici evidenti in conseguenza all’uso dei cannabinoidi, e non si tratta del solo dubbio che viene dalla comunità scientifica internazionale.

C’è poi il capitolo dei costi, non da poco in temi di spending review, se rapportati poi agli effettivi benefici sul malato non ancora dimostrati a livello scientifico. In rete si trova la delibera di un altro ospedale pugliese, quello di Monopoli, che per 135 grammi di Bedrocan, sostanza olandese autorizzata dal Ministero della Salute, per l’importazione ha tirato fuori 1200 euro.

“Non ci sono studi comparativi – dice ancora Garattini- che dimostrino come i cannabinoidi siano migliori dei farmaci già in commercio”. Solo per fare un esempio, una terapia con 28 compresse di ossicodone, farmaco antidolore, costa non più di 17 euro.

Francesca Lozito

Da Avvenire del 27-09-2012

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