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domenica 4 dicembre 2011

09/11/2008

Egregio direttore, nonostante la legge più repressiva d' Europa, l' Italia è riuscita a guadagnarsi l' "invidiabile" prima posizione nel consumo di cocaina e cannabis.
A distanza di ormai tre anni dall' introduzione del decreto Fini-Giovanardi (furtivamente e fugacemente approvato all' interno di normative riguardanti la sicurezza delle olimpiadi invernali!), la strategia di contrasto all' uso di stupefacenti adottata è deragliata drammaticamente. Parliamo per esempio delle rilevazioni atmosferiche di Roma, dalle quali sono emerse la presenza di tracce di cocaina nell' aria della capitale; o dalle rilevazioni di stupefacenti nelle acque del Po, che fanno rilevare consumi medi quotidiani "allucinanti"; o ancora dell' aumento dei decessi per overdose in Italia.
Mi porgo alcune domande alla luce di queste evidenze; possibile che la gente comune non si renda conto della inutilità di queste politiche e della loro pericolosità? Come può essere stata rinnovata la fiducia del governo a Giovanardi nel contrasto sugli stupefacenti dopo il disastro che il suo dannosissimo decreto ha causato? Perchè la società non inizia ad interrogarsi seriamente sulla possibilità di intraprendere nuove strade per contrastare un fenomeno ineliminabile?
E' una illusione sperare di eliminare la droga con la proibizione.

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