Egregio direttore, il tema della sicurezza a Parma è un argomento caldo ormai da troppi anni. Gli ultimi eventi di cronaca, che hanno avuto ampia eco sulla Gazzetta, rendono evidente non solo l' inadeguatezza delle attuali politiche nel contrasto della criminalità, ma anche l' inadeguatezza e la mancanza di coraggio delle scelte fino ad oggi adottate.
Parlo soprattutto degli interventi e dei "successi" , a seguito delle "iniziative" promosse in passato in piazzale della Pace, di cui si vanta l' ex delegato della giunta Vignali alla sanità Fabrizio Pallini, le cui impressioni hanno trovato spazio sulle colonne della Gazzetta. Avendo preso parte proprio a queste serate, provo profondo disappunto nei confronti delle parole di Pallini.
Lo spaccio avveniva anche nelle serate sotto le stelle, tanto quanto avviene ora, garantendo, anzi, un valido spettacolo a spacciatori e consumatori. Va riconosciuto a tali serate il merito di avere ravvivato il cuore della città, ma se si ritiene che "gli interventi di natura repressiva vadano fatti in sinergia con interventi sociali, educativi e ludici", si dimentica o si fa finta di chiudere gli occhi davanti all' evidenza: lo spaccio di sostanze stupefacenti illegali in qualsiasi angolo della città e i problemi di ordine pubblico connessi.
Tutti i parchi cittadini, sono nulla di più che mercati a cielo aperto per il traffico di stupefacenti illegali; questo ha garantito una presenza sul territorio, non delle forze dell' ordine, ma della micro e macro criminalità.
Tutti i più recenti atti di aggressioni o minacce avvengono proprio in queste "zone franche", dove, pensare di avere dei presidi fissi 24 ore su 24, vuol dire sottrarre forze dell' ordine al contrasto di altro genere di crimini, per esempio i numerosissimi furti e rapine che stanno avvenendo in città e provincia, senza la certezza di evitare notizie di cronaca come quelle emerse in questi giorni e senza intaccare il mercato illegale di sostanze psicotrope.
Insomma, la coperta è corta, ma c' è chi, come Pallini e tutta la precedente giunta, ha sempre fatto orecchie da mercante davanti a soluzioni alternative, approvando provvedimenti puramente propagandistici, se non addirittura devastanti per la città.
Se davvero si volesse ridurre la presenza di spacciatori nelle zone verdi della città e diminuire i rischi connessi, la prima cosa da fare sarebbe quella di sottrarre, ai traffici illegali, la fetta di mercato più grossa. La cannabis, pianta oggi nota più come "droga" che come sostanza farmacologica, è la sostanza illegale più diffusa al mondo; non è attraverso "spettacolini" che se ne potrà ridurre la diffusione.
La legge Italiana,attraverso il Testo Unico sulle Sostanze stupefacenti, prevede la possibilità della distribuzione di cannabis terapeutica attraverso le farmacie comunali e ospedaliere; le recenti leggi regionali, approvate o in via di approvazione riguardanti questa sostanza, vanno nella direzione di rendere più agevole l' accesso al farmaco sotto prescrizione medica.
Questa via di gestione delle problematiche legate al consumo di cannabis, ha numerosi risvolti positivi sotto il profilo della sicurezza pubblica. In primis rende evidente la distinzione tra consumatore e spacciatore, facilitando le forze dell' ordine nell' attività di repressione del traffico illegale di stupefacenti. Allo stesso tempo libererebbe risorse per un più puntuale presidio della città e una repressione di crimini violenti, quali stupri o rapine.
L' accesso alla cannabis sotto prescrizione medica, garantisce una tutela nei confronti di chi consuma il farmaco; una supervisione medica che può stabilire direttamente lo stato di tossicodipendenza e la possibilità immediata di individuazione di percorsi di sostegno piuttosto che l' utilizzo a scopo terapeutico della sostanza per la terapia di malattie gravi, debilitanti o degenerative;la vendita della cannabis sotto prescrizione medica, laddovè non vi è necessità di terapie continuative, garantirebbe tasse per il sostegno delle politiche sanitarie e delle forze dell' ordine.
La fornitura di cannabis attraverso le farmacie, garantirebbe la drastica riduzione del più vasto mercato tra le sostanze psicotrope illegali e conseguente diminuzione di spacciatori di questa sostanza.
Un altro importantissimo effetto di questa politica, è quello di distinzione del mercato della cannabis e dei suoi derivati da quello di eroina e cocaina, con conseguente maggiore successo nella prevenzione e nel contrasto alla diffusione di queste due sostanze.
Dove hanno portato le politiche attuate fino ad oggi? A Parma, la repressione, citata da Pallini, proprio quando lui faceva parte della giunta, ha portato al caso Bonsu ed ha messo in evidenza come la "guerra alla droga" possa essere uno strumento per interessi particolaristici e causa di corruzione(si veda il filone dell' inchiesta green money legato all' unità cinofila antidroga).
E' ora di cambiare.
Parlo soprattutto degli interventi e dei "successi" , a seguito delle "iniziative" promosse in passato in piazzale della Pace, di cui si vanta l' ex delegato della giunta Vignali alla sanità Fabrizio Pallini, le cui impressioni hanno trovato spazio sulle colonne della Gazzetta. Avendo preso parte proprio a queste serate, provo profondo disappunto nei confronti delle parole di Pallini.
Lo spaccio avveniva anche nelle serate sotto le stelle, tanto quanto avviene ora, garantendo, anzi, un valido spettacolo a spacciatori e consumatori. Va riconosciuto a tali serate il merito di avere ravvivato il cuore della città, ma se si ritiene che "gli interventi di natura repressiva vadano fatti in sinergia con interventi sociali, educativi e ludici", si dimentica o si fa finta di chiudere gli occhi davanti all' evidenza: lo spaccio di sostanze stupefacenti illegali in qualsiasi angolo della città e i problemi di ordine pubblico connessi.
Tutti i parchi cittadini, sono nulla di più che mercati a cielo aperto per il traffico di stupefacenti illegali; questo ha garantito una presenza sul territorio, non delle forze dell' ordine, ma della micro e macro criminalità.
Tutti i più recenti atti di aggressioni o minacce avvengono proprio in queste "zone franche", dove, pensare di avere dei presidi fissi 24 ore su 24, vuol dire sottrarre forze dell' ordine al contrasto di altro genere di crimini, per esempio i numerosissimi furti e rapine che stanno avvenendo in città e provincia, senza la certezza di evitare notizie di cronaca come quelle emerse in questi giorni e senza intaccare il mercato illegale di sostanze psicotrope.
Insomma, la coperta è corta, ma c' è chi, come Pallini e tutta la precedente giunta, ha sempre fatto orecchie da mercante davanti a soluzioni alternative, approvando provvedimenti puramente propagandistici, se non addirittura devastanti per la città.
Se davvero si volesse ridurre la presenza di spacciatori nelle zone verdi della città e diminuire i rischi connessi, la prima cosa da fare sarebbe quella di sottrarre, ai traffici illegali, la fetta di mercato più grossa. La cannabis, pianta oggi nota più come "droga" che come sostanza farmacologica, è la sostanza illegale più diffusa al mondo; non è attraverso "spettacolini" che se ne potrà ridurre la diffusione.
La legge Italiana,attraverso il Testo Unico sulle Sostanze stupefacenti, prevede la possibilità della distribuzione di cannabis terapeutica attraverso le farmacie comunali e ospedaliere; le recenti leggi regionali, approvate o in via di approvazione riguardanti questa sostanza, vanno nella direzione di rendere più agevole l' accesso al farmaco sotto prescrizione medica.
Questa via di gestione delle problematiche legate al consumo di cannabis, ha numerosi risvolti positivi sotto il profilo della sicurezza pubblica. In primis rende evidente la distinzione tra consumatore e spacciatore, facilitando le forze dell' ordine nell' attività di repressione del traffico illegale di stupefacenti. Allo stesso tempo libererebbe risorse per un più puntuale presidio della città e una repressione di crimini violenti, quali stupri o rapine.
L' accesso alla cannabis sotto prescrizione medica, garantisce una tutela nei confronti di chi consuma il farmaco; una supervisione medica che può stabilire direttamente lo stato di tossicodipendenza e la possibilità immediata di individuazione di percorsi di sostegno piuttosto che l' utilizzo a scopo terapeutico della sostanza per la terapia di malattie gravi, debilitanti o degenerative;la vendita della cannabis sotto prescrizione medica, laddovè non vi è necessità di terapie continuative, garantirebbe tasse per il sostegno delle politiche sanitarie e delle forze dell' ordine.
La fornitura di cannabis attraverso le farmacie, garantirebbe la drastica riduzione del più vasto mercato tra le sostanze psicotrope illegali e conseguente diminuzione di spacciatori di questa sostanza.
Un altro importantissimo effetto di questa politica, è quello di distinzione del mercato della cannabis e dei suoi derivati da quello di eroina e cocaina, con conseguente maggiore successo nella prevenzione e nel contrasto alla diffusione di queste due sostanze.
Dove hanno portato le politiche attuate fino ad oggi? A Parma, la repressione, citata da Pallini, proprio quando lui faceva parte della giunta, ha portato al caso Bonsu ed ha messo in evidenza come la "guerra alla droga" possa essere uno strumento per interessi particolaristici e causa di corruzione(si veda il filone dell' inchiesta green money legato all' unità cinofila antidroga).
E' ora di cambiare.