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sabato 21 novembre 2015

Il terrorismo non si nutre di Corano ma di Captagon

In uno dei vari raid di mercoledì 17 novembre effettuati dalle forze speciali francesi a seguito degli attacchi a Parigi, in una stanza d'albergo di Alfortville, una delle banlieue della capitale francese, sono state ritrovati aghi e fili da intubazione. La camera era stata presa in affitto dal pluriricercato 26enne belga Salah Abdeslam. Le analisi della scientifica non hanno ancora determinato se il materiale medico sia stato utilizzato per confezionare le cinture esplosive dei kamikaze o se sia servito a iniezioni ipodermiche. O, magari, per entrambe le cose.

È noto che in tutte le guerre le prime linee usino stimolanti per affrontare in un pieno d'euforia il combattimento (vi siete mai chiesti perché l'eroina si chiami così?), ma era meno noto che queste, anche se chimiche, fossero prodotte là dove sono maggiormente utilizzate. Negli ultimi 10 anni, sia che si tratti di additivo per lo spasso dei giovani ricchi che di stimolante chi combatte, in Medio Oriente c'è stata un'invasione di amfetamine e in particolare di Captagon.

Se prima della guerra in Iraq del 2003 la produzione era prevalentemente nel sud-est dell'Europa, principalmente in Bulgaria, mentre Turchia, Siria, Giordania e Libano, ma alle volte anche il Paraguay, erano vie del traffico verso i Paesi del Golfo, da qualche anno la Siria è diventato il centro di raffinazione di Captagon per tutta l'area. Come la storia del proibizionismo ci insegna, le droghe, oltre a esser sostanze con effetti psicotropi e intossicanti, sono anche delle vere e proprie monete parallele. In tutto il Medio Oriente questa nuova stupefacente moneta si chiama, appunto, Captagon.

Il Captagon è un tipo di fenetillina (nota anche come amfetaminoetilteofillina o amfetillina), cioè uno psicostimolante sintetizzato per la prima volta nel 1961 dalla tedesca Degussa AG e utilizzata per circa 25 anni come farmaco alternativo, e più blando rispetto all'amfetamina nella cura della narcolessia, della sindrome da iperattività e, in alcuni casi, della depressione. Tanto gli importanti effetti collaterali, dovuti ad assunzioni prolungate, quanto l'abuso registrato all'inizio degli anni Ottanta negli Usa, l'hanno fatta inserire dall'Organizzazione Mondiale della Salute nelle tabelle della convenzione Onu sulle droghe del 1988. Reperite la materia prima, e mischiatala a dovere, con poche attrezzature si ottengono della pillole che sul mercato vanno dai 5 ai 20 dollari. Se assunte con la caffeina sono un potente stimolante che garantisce una significativa fonte di entrate di liquidità molto meno complessa da gestire del petrolio e dei reperti archeologici - o degli esseri umani.

Il 26 ottobre scorso all'aeroporto internazionale di Beirut sono state sequestrate due tonnellate di pillole Captagon nascoste in quaranta borse su un jet privato diretto in Arabia Saudita; pare che le autorità di Riyad ne abbiano sequestrate 55 milioni di pasticche nel solo 2014 - che per 5 o 20 dollari fanno... Se, com'è molto probabile, verrà confermato che si tratta anche di sostanze stupefacenti assunte dagli attentatori per doparsi, in aggiunta a tutte le restrizioni alle libertà personali che ci aspettano nelle prossime settimane, ci sarà anche da metter in conto un rilancio allarmista e proibizionista. Non sarebbe la prima volta.

Quel che però non verrà sottolineato con la dovuta attenzione è che non è per via del Corano che si accende la rabbia o si fomenta l'odio, ma piuttosto che senza un prodotto come il Captagon, una soluzione chimica che più laica non si può, non si accendono le furie omicide di un'organizzazione di criminali. Lo dico da antiproibizionsta, cioè da qualcuno che ritiene che anche queste sostanze debbano esser legalizzate per tentare di toglier loro il valore aggiunto della proibizione e, semmai, per creare una possibilità di controllo meno fallimentare, anche per quanto riguarda gli aspetti socio-sanitari, della produzione e commercio di roba come questa.

Come detto, il Captagon ha anche dei potenti effetti collaterali, ma prima che questi possano mettere in ginocchio i terroristi è auspicabile che la comunità internazionale trovi una risposta politica coordinata per "curarli" e "difenderci". 

* rappresentante all'Onu del Partito Radicale
(articolo pubblicato sul quotidiano L'Huffington Post del 19/11/2015)

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