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sabato 10 ottobre 2015

Fermento antiproibizionista

La proposta di legge sulla legalizzazione, sottoscritta ormai da oltre 270 parlamentari, è stata inserita per la prima volta nel calendario trimestrale dei lavori di palazzo Montecitorio. Si spera dunque che, entro fine anno, inizi una discussione “vera” all’interno della Camera. Certamente la strada è ancora tutta in salita e, non prima del 2016, sapremo se finalmente anche l’Italia imboccherà la via della legalizzazione, già presa da diversi Paesi nel mondo, felici per aver abbandonato l’obsoleto proibizionismo.
Vediamo infatti che, in tutti quegli Stati in cui è stato deciso di passare dal divieto alla regolamentazione, sono aumentati moltissimo gli introiti fiscali grazie alla tassazione della cannabis: Washington, che ha legalizzato la marijuana lo scorso luglio, si aspetta di incassare oltre 600 milioni di dollari entro il 2019. Negli Stati dove è stata resa legale, è diminuita la disoccupazione con la nascita di centinaia di attività legate alla produzione, alla lavorazione e alla trasformazione dei derivati psicoattivi e terapeutici della canapa. Tali notizie non sono certamente pervenute a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che chiede alla maggioranza di occuparsi del lavoro dei giovani e non di dare loro “canne”, ignorando totalmente le conseguenze economiche positive già registrate oltreoceano, e quelle di cui beneficia la vicinissima Amsterdam che ha ormai fatto dell’erba la sua attrattiva turistica principale.
Inoltre, dove la cannabis è stata legalizzata, sono diminuiti gli incidenti stradali e i crimini violenti. Questa ultima conseguenza, impensabile per i proibizionisti che erano fermamente convinti di vedere naufragare l’intera società una volta legalizzata la cannabis, ha interessato moltissimi studiosi che hanno iniziato a formulare ipotesi sul perché ciò stia avvenendo. Una delle teorie più accreditate, che sembra confermata dalla riduzione della vendita degli alcolici, è che la gente preferisce fumare cannabis che bere alcol e, mentre l’alcol è una droga eccitante che fa aumentare l’aggressività, la cannabis invece seda; attenuando gli istinti più violenti.
Forza Italia, con Luca Squeri, chiede che il Parlamento si occupi di cose “serie”, come se togliere la principale fonte di guadagno alla criminalità organizzata non sia una priorità. Attualmente il proibizionismo garantisce il monopolio della vendita di cannabis alle narcomafie che fanno affari d’oro. Questo è riconosciuto anche dall’unione europea che impone di inserire i proventi dello spaccio di stupefacenti nel calcolo del PIL (Il Pil misura tutta l’attività economica, sia dichiarata che sommersa), nonostante dallo spaccio di stupefacenti le casse dello Stato non guadagnino nulla ma, anzi, spendono immense somme per tentare quella repressione palesemente fallimentare: siamo tra i primi paesi al mondo per consumo di cannabis, e anche il Dipartimento Nazionale Antimafia ha riconosciuto l’esito negativo delle politiche proibizioniste.
Gasparri dichiara che, chi vuol legalizzare la droga, è responsabile delle vite stroncate. In tale affermazione si evince il totale distacco dalla realtà: le morti per consumo di droghe illegali sono principalmente dovuto all’uso di sostanze tagliate male. La preparazione di queste droghe avviene in ambienti tutt’altro che igienici e privi di ogni controllo. Inoltre nessuno monitorizza il consumo di tali sostanze e l’acquirente ne può trovare quanta ne vuole. Regolamentare l’uso di droga porterebbe inevitabilmente a controlli serrati nelle preparazioni, e a limiti nell’acquisto imposti per legge. Le dichiarazioni di Gasparri sembrano inoltre ignorare i morti per uso di tabacco ed alcol, ancora pubblicizzati, con pochissime campagne di dissuasione al consumo e nessuna campagna informativa al fine di educare all’uso responsabile di certe sostanze. Vorrei inoltre poter informare Gasparri che non è mai stata registrata una sola morte per uso o abuso di cannabis al mondo.
Salvini, favorevole alla legalizzazione della prostituzione, si dichiara contrario alla legalizzazione della cannabis perché “fa male”. Logicamente sorvolo sul tale preistorico pensiero.
Non commento inoltre le dichiarazione dei soliti parassiti responsabili di gravissimi danni al Paese che, ancora aggrappati alle poltrone in Parlamento, persistono sfacciatamente esprimendo il loro stupido pensiero in dichiarazioni riportate da giornali e TV schiavi di regime.
Nell’attesa che i nostri rappresentanti politici discutano e votino la proposta di legge, noi cittadini abbiamo la possibilità di esprimere il nostro parere. Questa volta non si tratta del solito referendum, ma di una richiesta di “autorizzazione alla coltivazione”. L’iniziativa, proposta in un blog il 12 agosto scorso, rappresenta una strada pacifica a sostegno della legalizzazione della cannabis. Nel blog si invitano gli antiproibizionisti a chiedere in massa l’autorizzazione a coltivare cannabis, inclusa nel dpr 309/90 che prevede il rilascio dell’autorizzazione alla coltivazione e ne norma la produzione, la vendita, la distribuzione. Per presentare tale richiesta è previsto il termine del 31 ottobre (art 32 comma 1 dpr 309/90).
Trovate tutte le specifiche al seguente link, dove è anche spiegato come fare richiesta al Ministero: http://scrivialtuodirettore.blogspot.it/2015/08/chiediamo-l-autorizzazione-alla.html?m=1
Sicuramente tali richieste saranno negate ma, se il numero di tali domande sarà elevatissimo, daremo un segnale forte su quella che è la volontà popolare.
Continuando a sognare la legalizzazione, ne iniziamo a vedere la forma e sentire l’odore.
Giuseppe Nicosia – ASCIA
Ulteriori informazioni:

Fermento antiproibizionista

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