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martedì 13 gennaio 2015

Sentenza della Cassazione: il consumo di cannabis in gruppo (forse) non è più reato


Tra le conseguenze della bocciatura della legge Fini-Giovanardi è ora riconosciuta anche la non punibilità dell’acquisto di cannabis al fine del consumo di gruppo, ma a precise condizioni. La Cassazione ha infatti riconosciuto anche in questo caso il ritorno in vigore della precedente legge (Iervolino-Vassalli del 1990) mitigata dal referendum radicale del 1993 il quale aveva già depenalizzato il consumo personale e di gruppo. Mentre la Fini-Giovanardi sancendo la non punibilità solo del consumo “esclusivamente personale” aveva trasformato in spacciatori dinnanzi alla legge anche chiunque fosse stato trovato a comprare fumo per sé ed un paio di amici.

Ora è la sentenza 532/14, pubblicata il 9 gennaio dalla terza sezione penale della Cassazione, ad esprimersi sulla vicenda, anche se come vedrete la situazione rimane poco chiara, con troppi cavilli che si prestano ad interpretazioni di stampo differente.

CONSUMO DI GRUPPO LEGALE, MA CON MOLTI SE. La sentenza della Cassazione legalizza il consumo di gruppo, ma appunto con molte condizioni. La Cassazione ha infatti confermato la condanna per spaccio a due giovani. Questo in quanto – come precisato da Dario Ferrara sul portale d’informazione giuridica Cassazione.net – “la giurisprudenza di legittimità pone paletti stretti all’irrilevanza penale dell’uso di droga in gruppo”. La condotta infatti può essere ritenuta legale nel caso di acquisto congiunto, o nel caso in cui un appartenente al gruppo di consumatori proceda all’acquisto collettivo per tutti, ma soltanto se: “L’acquirente è uno degli assuntori della sostanza; l’acquisto dello stupefacente avviene fin dall’inizio per conto degli altri componenti del gruppo; è certa fin dall’inizio l’identità dei mandanti e la loro manifesta volontà di procurarsi la sostanza per mezzo di uno dei compartecipi, contribuendo con i loro soldi all’acquisto”.

I CASI NEI QUALI NON VIENE RICONOSCIUTO IL CONSUMO DI GRUPPO. Non può configurarsi il consumo di gruppo quando manca “la prova certa che sia stato raggiunto un accordo sul luogo e sul tempo nei quali consumare la droga acquistata e non ci sono stati passaggi intermedi per lo stupefacente”. Mentre nel caso della sentenza di colpevolezza in questione, invece, i due imputati si erano appunto già divisi il fumo. Inoltre, affinché la condotta sia decriminalizzata è necessario che emerga una volontà condivisa di procurarsi la sostanza da parte dei membri del gruppo, mentre, in questo caso “i testi riferiscono versioni discordanti sulle quantità di fumo che si aspettavano di ricevere: contro gli imputati pesano il valore della sostanza, nascosta degli slip, e l’improvvisa inversione di marcia della loro auto alla vista della polizia”.
Sentenza della Cassazione: il consumo di cannabis in gruppo (forse) non è più reato

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