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giovedì 7 marzo 2013

ITALIA - Droga. Petizione per le dimissioni di Serpelloni/DPA

Come non sottoscrivere questo appello?

Firma la petizione per chiedere le dimissioni di Serpelloni. Su iniziativa dell'associazione ASCIA.
Nb: questa raccolta firme non ha valore legale bensì sociale e mediatico, è utile a tenere alto l’interesse pubblico sull’argomento, per chiedere a voce alta il rispetto dei nostri diritti, a far sapere all’interessato che ci sono migliaia di persone che gradirebbero si dimettesse.
Molte sono state le vittorie democratiche ottenute anche grazie a questo strumento.
Ad ogni sottoscrizione della petizione, Change.org invierà una mail informativa al dottor Serpelloni all’indirizzo mail pubblico presente nel suo sito web personale.
Al raggiungimento del quorum firme verrà inviata una mail di richiesta di dimissioni al destinatario della petizione:

A: Dottor Giovanni Serpelloni, DPA Italia

Egregio dottor Giovanni Serpelloni,
In seguito al palese fallimento delle politiche sulle droghe da Lei adottate, La invitiamo a riflettere sulla intervenuta necessita’ di presentare le dimissioni dal suo attuale incarico di “capo del Dipartimento Politiche Antidroga”

Cordiali saluti,
[Il tuo nome]
______________________________________________________________________

«La cultura proibizionista è una finzione, inutile e pericolosa perché, nella realtà, essa produce solo un consumo illegale ed incontrollato.
Non c’è mai stata una politica proibizionista efficace, fin dalla messa al bando degli alcolici negli Stati Uniti quasi un secolo fa.
Le politiche proibizioniste fanno solo aumentare i profitti delle organizzazioni criminali e hanno messo a rischio la vita di chi ne fa uso e abuso (basti pensare alla diffusione di patologie come l’Aids attraverso il passaggio di siringhe non sterili).
La crescita esponenziale dei profitti mafiosi è collegata strettamente all’inasprirsi delle leggi proibizioniste.
Lo dimostrano i dati relativi, per esempio, all’introduzione nel 2006 del DDL Fini-Giovanardi.
Milioni di consumatori hanno dovuto fare i conti con l’aumento delle pene, passate dalle sanzioni amministrative della legge 309/90 (Iervolino-Vassalli), alle sanzioni penali (da 6 a 20 anni di reclusione).
Le mafie hanno beneficiato della sovrapposizione del mercato delle sostanze pesanti e leggere, che ha creato nuovi canali di profitto senza limitarne la diffusione.
La stessa Fini-Giovanardi (insieme alla Bossi-Fini sui reati connessi ai migranti) è responsabile dell’aumento spropositato della popolazione carceraria, poiché essa tende a dispensare sanzioni penali in particolare ai consumatori.
Tale legge, poi, ha innescato una vera e propria “macchina proibizionista” che costa almeno 2 miliardi di euro all’anno. Per questo intendiamo proporre l’immediata abolizione della legge Fini-Giovanardi e le dimissioni del capo del DPA.
Non si risolve nessun problema stigmatizzando comportamenti e rimuovendo i problemi.
Pensiamo che si debba, al contrario, adottare una legislazione che sia rispettosa dei diritti delle persone e che serva a perseguire duramente le grandi organizzazioni criminali che attualmente detengono il monopolio del commercio di sostanze. Pensiamo, quindi, ad una lotta su larga scala ai cartelli internazionali delle narcomafie.
Vogliamo che l’uso delle sostanze sia regolamentato e tendenzialmente ridotto.
È necessario, come avviene in altri paesi, avviare la sperimentazione della somministrazione delle sostanze psicotrope attualmente dichiarate illegali, in regime di monopolio di stato, consentendone l’utilizzo a scopo terapeutico dietro indicazione medica.
Riteniamo inoltre che vada depenalizzata la detenzione finalizzata al consumo personale e la coltivazione domestica delle sostanze meno dannose, come la cannabis.
Queste misure, colpirebbero immediatamente il gigantesco giro d’affari che alimenta le narcomafie.
Inoltre, il regime di monopolio di stato porterebbe introiti consistenti, che potrebbero essere immediatamente destinati a politiche sociali attive.
Riteniamo, infine, che vadano perseguite politiche di riduzione del danno, sulla scorta delle indicazioni dell’Unione europea dei cosiddetti “quattro pilastri”:
contenimento del numero di nuovi consumatori che entrano nel sistema, attraverso interventi a basso livello mirati ed efficaci, che si affianchino ad altre strategie di prevenzione; incoraggiare i consumatori a intraprendere precocemente percorsi di disintossicazione, anche attraverso programmi che prevedano terapie di mantenimento (ad esempio introducendo le stanze di iniezione in condizioni di sicurezza sanitaria, che hanno dimostrato la concreta possibilità di azzerare le morti per overdose);
minimizzazione degli aspetti negativi delle strategie repressive, favorendo forme alternative alla detenzione ai fini della riabilitazione; minimizzazione del danno per l’intera comunità, attraverso la riduzione dei reati commessi dai consumatori al fine di procurarsi droga.»
Tutto cio’ premesso e considerato che il Dott. Serpelloni e’ un fiero assertore di ideologie e di politiche proibizioniste ed un grande sostenitore della legge Fini-Giovanardi:

Chiediamo le dimissioni dell’attuale capo del DPA Italia, il Dott. Giovanni Serpelloni.

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