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mercoledì 8 aprile 2015

Appello alle Associazioni Antiproibizioniste

Questo è un' appello alle forze antiproibizioniste italiane. Nonostante le visioni divergenti all' interno dello stesso fronte, una cosa è legale ORA: coltivare con l'autorizzazione ministeriale.

Estratto dal  DPR 309/90 Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, recante: "Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza".



"Titolo II 
DELLE AUTORIZZAZIONI 

Articolo 17. Obbligo di autorizzazione 
1. Chiunque intenda coltivare, produrre, fabbricare impiegare, importare, esportare, ricevere per transito, commerciare a qualsiasi titolo o comunque detenere per il commercio sostanze stupefacenti o psicotrope, comprese nelle tabelle di cui all'articolo 14 deve munirsi dell'autorizzazione del Ministero della sanita'. 

2. Dall'obbligo dell'autorizzazione sono escluse le farmacie, per quanto riguarda l'acquisto di sostanze stupefacenti o psicotrope e per l'acquisto, la vendita o la cessione di dette sostanze in dose e forma di medicamenti. 

5. Il Ministro della sanita', nel concedere l'autorizzazione, determina, caso per caso, le condizioni e le garanzie alle quali essa e' subordinata, sentito il Comando generale della Guardia di Finanza nonche', quando trattasi di coltivazione, il Ministero dell'agricoltura e delle foreste."



Il prossimo sforzo della lotta antiproibizionista, prima di arrivare a qualsivoglia forma di regolamentazione, deve essere l' immediata possibilità, a chi intenda coltivare "a norma di legge", di ricevere facilmente l' autorizzazione.

Cari amici antiproibizionisti, pensate che sia più veloce applicare la legge in maniera rilassata, o approvare una nuova legge?

Il prossimo passo di spinta che il mondo antiproibizionista deve dare ad un processo di ponderata regolamentazione, è quello di portare il governo a rilasciare facilmente coltivazioni autorizzate.

Questo va esattamente nella direzione di "Impegno di dialogo con le autorità" proposto da Encod nei principi alla base dei Cannabis Social Club.

Tutela i coltivatori e consumatori da inutili persecuzioni ed evita il clima da inquisizione spagnola presente sotto la fini giovanardi.

Tutela la società nel complesso, prevedendo una immediata e temporanea soluzione pacifica alla "guerra alla droga" permettendo da subito la regolarizzazione della coltivazione domestica. Previene la diffusione di canali illegali: una garanzia alla coltivazione regolamentata senza rischi di illegalità, favorisce il clima di dialogo tra autorità e cittadini permettendo uno scambio di dati utile alla valutazione della migliore politica da adottare su base oggettiva.

Il Colorado, ha intrapreso la via della legalizzazione, proprio battendo la strada del controllo della produzione domestica. L' Italia, una volta intrapresa la via di un' affidabile accesso ai dati della diffusione del consumo, potrà valutare con maggiore attenzione, le considerazioni sulle diverse tipologie di strategie da adottare. Sono più diffuse le coltivazioni in piccoli gruppi? Quale è la dimensione media di una coltivazione collettiva? E' possibile individuare un numero massimo di soci?

La scelta Uruguaiana è stata quella di regolamentare per legge i numeri delle coltivazioni collettive; quanti soci e quante piante per associazione.

In Colorado si è deciso di tassare la cannabis come l'alcol e il tabacco, aprendo le porte ad una "industrializzazione della cannabis". E' la rivoluzione industriale della cannabis.

L' Italia ha già "regolamentato" la coltivazione. E' necessaria l' autorizzazione ministeriale.

Il dialogo aperto dall' intergruppo parlamentare è positivo, ma ha un obbiettivo a lungo termine che non può risolvere i problemi OGGI.
OGGI è necessario affermare la coltivazione "lecita" e permettere, all'intergruppo parlamentare, di accedere alle dimensioni del fenomeno cannabis, per permettere l' elaborazione di un progetto di legge condiviso. I dati sulla diffusione della cannabis dovrebbero essere raccolti dal governo e analizzati per portare il parlamento ad elaborare una decisione basta su riscontri empirici, chiudendo il periodo oscurantista della proibizione.

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