Egregio direttore, il sindaco Pietro Vignali, ha approvato una ordinanza
contro l' uso di stupefacenti, per fare cassa, e farla male.
Le spiegazioni che la giunta ha divulgato per giustificare questa ordinanza, sono semplicemente fasulle, di pura propaganda politica. Gli effetti, come l' ordinanza contro la prostituzione, sono scontati; un futuro fallimento.
Le informazioni sono fasulle perchè divulgano una realtà scientifica di stampo "tolemaico": in un periodo in cui anche la American Medical Association ha riconsiderato, dopo 70 anni, la cannabis come medicinale, il sindaco dichiara che, le droghe leggere "riducono le difese immunitarie". Prima di settanta anni fa, le proprietà terapeutiche della cannabis erano indiscutibilmente riconosciute, al punto che, nel 1891,fu prescritta cannabis alla Regina d' inghilterra, Vittoria, per placare i crampi mestruali.
La dichiarazione del comune, dunque, mi rimanda la memoria a quando, ancora alle medie inferiori, a catechismo, ci si raccontava che la masturbazione rendeva ciechi. A questo sono paragonabili le motivazioni dell' ordinanza riguardo le implicazioni sulla salute pubblica dei cittadini.
Se "l' acquisto di sostanze stupefacenti per uso personale, seppur non rilevante ai fini penali lo è sotto il profilo sociale e per questo deve essere considerato capace diprovocare fenomeni pericolosi, che favoriscono situazioni di isolamento, malessere sociale e possibilità di atteggiamenti criminosi", Vignali forse non considera uno studio della polizia di Los Angeles a riguardo dei distributori autorizzati di cannabis terapeutica. Secondo lo spirito dell' ordinanza, sarebbe lecito aspettarsi livelli di incremento del tasso di criminalità nei vicinati in cui sono ubicati i dispensari.
I risultati sono "stupefacenti". "Le banche hanno molte più chance di essere oggetto di rapine rispetto ai distributori di cannabis", ha spiegato il capo della Polizia di Los Angeles, Charlie Beck ad inizio Gennaio 2010. Cioè le banche attirano quattro volte il tasso di crimine di qualsiasi dispensario di canabis terapeutica, posti in cui si vende "erba". Chi si sognerebbe di chiudere una banca perchè attira criminali? Forse potrà essere la prossima "ordinanza del giorno", e a ben d'onde.
Non finisce qui. Sempre negli Stati Uniti d' America, per la precisione a Seattle, si infrange un altro mito proibizionista: la proibizione del consumo di cannabis non serve a contrastare il consumo e a proteggere la salute.
Il capo procuratore di Seattle, Peter Holmes, non perseguirà più chi viene colto in possesso di modiche quantità di cannabis, secondo quanto riporta il Seattle Times.
"La città di Seattle non perseguirà più il possesso di marijuana", ha detto Holmes, che ha già iniziato a archiviare molti dei procedimenti avviati dal predecessore, Tom Carr. Holmes ha sconfitto Carr nelle elezioni del novembre 2009.
Nel 2003, gli elettori di Seattle avevano approvato tramite referendum la 'Initiative 75' con cui si ordinava "al dipartimento di polizia di Seattle e alla procura di dare la più bassa delle priorità alle indagini, arresti e procedimenti penali per i reati legati alla cannabis, quando tale sostanza è destinata all'uso personale di adulti".
Nel 2008, una indagine istituzionale sui possibili effetti negativi della 'Initiative 75' aveva stabilito che "non vi sono state alcune conseguenze avverse dovute all'attuazione dell' I-75, tra cui specificamente:
1. non vi è stato alcun aumento del consumo di cannabis fra i giovani e i giovani adulti;
2. non vi è stato alcun aumento del crimine;
3. non vi sono stati effetti negativi sulla salute pubblica".
E' vero, invece, che questa ordinanza otterrà maggiori spese per i cittadini, maggiore senso di insoddisfazione, e di aumento della percezione di insicurezza; l' esatto opposto degli obbiettivi prefissati. Se è il comune il primo ente sul quale non potere contare per la gestione della cosa pubblica, come è possibile sentirsi "sicuri"?
Le spiegazioni che la giunta ha divulgato per giustificare questa ordinanza, sono semplicemente fasulle, di pura propaganda politica. Gli effetti, come l' ordinanza contro la prostituzione, sono scontati; un futuro fallimento.
Le informazioni sono fasulle perchè divulgano una realtà scientifica di stampo "tolemaico": in un periodo in cui anche la American Medical Association ha riconsiderato, dopo 70 anni, la cannabis come medicinale, il sindaco dichiara che, le droghe leggere "riducono le difese immunitarie". Prima di settanta anni fa, le proprietà terapeutiche della cannabis erano indiscutibilmente riconosciute, al punto che, nel 1891,fu prescritta cannabis alla Regina d' inghilterra, Vittoria, per placare i crampi mestruali.
La dichiarazione del comune, dunque, mi rimanda la memoria a quando, ancora alle medie inferiori, a catechismo, ci si raccontava che la masturbazione rendeva ciechi. A questo sono paragonabili le motivazioni dell' ordinanza riguardo le implicazioni sulla salute pubblica dei cittadini.
Se "l' acquisto di sostanze stupefacenti per uso personale, seppur non rilevante ai fini penali lo è sotto il profilo sociale e per questo deve essere considerato capace diprovocare fenomeni pericolosi, che favoriscono situazioni di isolamento, malessere sociale e possibilità di atteggiamenti criminosi", Vignali forse non considera uno studio della polizia di Los Angeles a riguardo dei distributori autorizzati di cannabis terapeutica. Secondo lo spirito dell' ordinanza, sarebbe lecito aspettarsi livelli di incremento del tasso di criminalità nei vicinati in cui sono ubicati i dispensari.
I risultati sono "stupefacenti". "Le banche hanno molte più chance di essere oggetto di rapine rispetto ai distributori di cannabis", ha spiegato il capo della Polizia di Los Angeles, Charlie Beck ad inizio Gennaio 2010. Cioè le banche attirano quattro volte il tasso di crimine di qualsiasi dispensario di canabis terapeutica, posti in cui si vende "erba". Chi si sognerebbe di chiudere una banca perchè attira criminali? Forse potrà essere la prossima "ordinanza del giorno", e a ben d'onde.
Non finisce qui. Sempre negli Stati Uniti d' America, per la precisione a Seattle, si infrange un altro mito proibizionista: la proibizione del consumo di cannabis non serve a contrastare il consumo e a proteggere la salute.
Il capo procuratore di Seattle, Peter Holmes, non perseguirà più chi viene colto in possesso di modiche quantità di cannabis, secondo quanto riporta il Seattle Times.
"La città di Seattle non perseguirà più il possesso di marijuana", ha detto Holmes, che ha già iniziato a archiviare molti dei procedimenti avviati dal predecessore, Tom Carr. Holmes ha sconfitto Carr nelle elezioni del novembre 2009.
Nel 2003, gli elettori di Seattle avevano approvato tramite referendum la 'Initiative 75' con cui si ordinava "al dipartimento di polizia di Seattle e alla procura di dare la più bassa delle priorità alle indagini, arresti e procedimenti penali per i reati legati alla cannabis, quando tale sostanza è destinata all'uso personale di adulti".
Nel 2008, una indagine istituzionale sui possibili effetti negativi della 'Initiative 75' aveva stabilito che "non vi sono state alcune conseguenze avverse dovute all'attuazione dell' I-75, tra cui specificamente:
1. non vi è stato alcun aumento del consumo di cannabis fra i giovani e i giovani adulti;
2. non vi è stato alcun aumento del crimine;
3. non vi sono stati effetti negativi sulla salute pubblica".
E' vero, invece, che questa ordinanza otterrà maggiori spese per i cittadini, maggiore senso di insoddisfazione, e di aumento della percezione di insicurezza; l' esatto opposto degli obbiettivi prefissati. Se è il comune il primo ente sul quale non potere contare per la gestione della cosa pubblica, come è possibile sentirsi "sicuri"?
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