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martedì 13 dicembre 2011

Storia economica di un fallimento premeditato: il proibizionismo. Capitolo 3, seconda parte

Sull' esplosione di uso di droghe in messico

Il primo argomento che viene smontato da Castaneda, nell' intervento sul foreign policy, riguarda la posizione messicana sull' utilizzo di stupefacenti. Secondo il presidente, il messico è passato dall' essere semplice punto di transito e produzione di sostanze illecite a diventarne esso stesso un consumatore.

Il messico è produttore di cannabis ed eroina per l' esportazione negli USA da decenni; sebbene in messico non venga prodotta cocaina, la nazione è da sempre la principale via di commercio dalla colombia agli stati uniti. Nell' ultimo decennio, è anche diventata un significativo produttore di metamfetamine anche queste per la vendita negli usa. Il governo afferma che ora il messico è diventato un consumatore di tutte queste sostanze.

Sono però le stesse statistiche governative che contraddicono la propaganda governativa. Il ministero della salute messicano conduce ricerce e osservazioni sullo stato delle dipendenze dal 1988. Gli studi costituiscono una affidabile e continua fonte di dati storici, sempre aggiornati dalle stesse persone negli stessi palazzi. L' ex ministro degli interni quindi porta l' evidenza di questi studi sottolineando la mancanza di un significativo incremento della diffusione di stupefacenti in messico. Dal 2002 al 2008 la popolazione di tossicodipendenti è aumentata da 307000 unità a 465000 un aumento di 26000 unità all' anno su una popolazione di 110 000 000 di abitanti per un tasso di crescita che si attesta allo 0.4% di molto inferiore al tasso di crescita di usa, Canada e Europa occidentale e inferiore anche al tasso di diffusione di altri stati dell' america latina. Addirittura il tasso di persone che hanno ammesso di avere fatto uso di sostanze illegali una volta nella loro vita è rimasto stabile o addirittura è diminuito nello scorso decennio.
Questi risultati sono sostenuti anche da altre ricerche, per esempio quelle condotte dal National Psychiatry Institute, e, al ivello regionale dai Centros de Integración Juvenil. Questi rilevano che anche nei più vasti aggregati urbani come città del messico, guadalajara e monterry così come ai bordi delle città attanagliate dalla violenza come tijuana e ciudad de juarez non è rilevante l' espansione di uso di sostanze psicotrope, specialmente a Tijuana tra il 1998 e il 2005, prima dell' inizio della guerra, il tasso di dipendenze cadde dal 4.4% al 3.3% e nella presunta narco capitale mondiale ciudad de juarez l' aumento di diffusione di stupefacenti è passato dal 1.6% al 4%. Non abbastanza da giustificare una guerra nazionale.


Sull' aumento della violenza nel paese

La seconda ragione per la dichiarazione di guerra fu lo spettro della cattura del governo a livello locale, regionale e nazionale, da parte dei potenti cartelli della droga. Forse l' argomento più credibile tra quelli enunciati da calderon, manca però di contestualizzazione storica. Gia negli anni 80 l' intero Federal Security Directorate fu dimesso a causa del completo asservimento ai cartelli della droga. L' allora ambasciatore USA John Gavin accuso specificatamente diversi governatori e membri del gabinetto di traffico illecito di droga in conversazioni private con l' allora presidente miguel de la madrid, accuse che il presidente considerò “eccessive”.
Nel 1998, il neo designato zar antidroga Jesús Gutiérrez Rebollo, fu arrestato due mesi dopo la sua nomina quando l' analogo statunitense zar americano Barry McCaffrey, che per primo applaudì Rebollo, scoprì che la sua controparte americana lavorò per i cartelli messicani.
Il messaggio governativo del rischio che il messico fosse per essere catturato dalle organizzazioni criminali , dovrebbe quindi essere molto più retorico che reale, o meglio, la possibilità che il governo fosse sotto scacco dei criminali doveva essere molto più marcato al tempo dell' elezione del presidente calderon che nelle decadi precedenti, dati i 30 anni di completo asservimento statale ai cartelli della droga. Secondo l' ex ministro fu la guerra fallita sulla droga a livello globale che portò all' ascesa del crimine, non il crime che portò calderon a dichiarare guerra.

Sulla vendita di armi da parte degli stati uniti

Calderon ha spesso argomentato con insistenza la condivisione di responsabilità degli usa per la guerra alla droga essendo gli stati uniti il maggior fornitore di armi per i cartelli.
Le statistiche globali suggeriscono che condividere il confine con gli stati uniti significa poco in termini di disponibilità di armi da guerriglia, come le favelas brasiliane, i distretti colombiani o le immagini dei bambini armati in sierra leone possono suggerire.
In realtà, l' esempio del traffico illegali di armi, fornisce solo un esempio di come un altro tipo di merci illecite, anche se perseguitate, risultino facilmente acquistabili ovunque, come le droghe.

Sull' abitudinario uso di stupefacenti degli USA

Questo argomento, sostiene l' ex ministro degli interni, risulta essere una fantasia dochischottesca. Il consumo di stupefacenti negli stati uniti non è diminuito nell' ultimo decennio e non ci sono ragioni di pensare che ciò possa avvenire in futuro. L' unica cosa che cambiano sono le abitudini nei consumi, i settori della società che li usano e le aree geografiche degli utilizzatori di sostanze illecite. La società americana non ridurrà i consumi per il semplice motivo che desidererebbe farlo, né cambiera abitudine perchè il costo di un simile atteggiamento potrebbe essere vantaggioso. Piuttosto gli usa si stanno muovendo nella direzione opposta; decriminalizzazione della cannabis, tolleranza per forme più sicure di eroina, un impegno nel sostegno alla disintossicazione da metamfetamine e in generale l' adozione di una approccio molto più disteso sugli stupefacenti. In questa direzione va l' approvazione da parte della amministrazione obama di non perseguire più i dispensari di cannabis terapeutica negli stati dove la vendita come medicinale è consentita. E' assurdo che muoiano centianaia di persone a tijuana quando ad un centinaio di miglia a nord a los angeles si possono trovare dispensari legali di cannabis terapeutica.

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