Presidente della II Commissione Giustizia,
Onorevole Presidente,
Volevo porgere le mie più vive congratulazioni e i miei più sinceri ringraziamenti, alla II commissione Giustizia del Parlamento Italiano, per avere concesso audizione all'Associazione ASCIA e avere dato la possibilità, attraverso le audizioni in commissione, di rappresentanza a diverse realtà che chiedono il cambiamento dell'attuale normativa sugli stupefacenti.
Vorrei, altresì, ringraziare l' On. Daniele Farina, uno dei due promotori di uno dei progetti di legge presenti in Parlamento, al fine di modificare il Testo Unico sugli stupefacenti.
Ringraziamenti sinceri vanno anche all' On. Vittorio Ferraresi, che ha accolto la delegazione dell' associazione ASCIA per l' audizione presso la II commissione Giustizia del Parlamento Italiano.
Le motivazioni portate nell'audizione dell' associazione ASCIA, di carattere storico, sociale, economico, che sono alla base di una richiesta consapevole di un evidente cambiamento nell'approccio agli stupefacenti, potranno portare una revisione della normativa sulle sostanze psicotrope efficace nel ridurne la diffusione e i problemi sociali connessi.
I risultati dell' attuale politica risultano evidenti nei fatti: l' Italia è il primo mercato di resina di cannabis in Europa.
Le indicazioni del DPA, hanno portato l'Italia ad eccellere, nel triste primato di avere la maggior diffusione di hashish nel vecchio Continente.
C' è una fetta di circa sette milioni di italiani, che indipendentemente dal colore politico, risultano consumatori di cannabis e derivati.
Una collaborazione di tutte le forze politiche, dalle formazioni più recenti, alle realtà più radicate, dovrebbe convergere nella revisione della legge al fine di avvicinarsi alle politiche adottate da altri paesi europei, che sono state in grado di dimostrare un reale successo nel contrastare la diffusione di sostanze psicotrope.
E' un evento storico che siano stati valutati gi esempi degli Stati Uniti, dove i dispensari di cannabis terapeutica sono una realtà consolidata ancora prima della legalizzazione della cannabis per scopi ricreativi nello stato di Washington e Colorado, e della Spagna,dove i cannabis social club sono un esempio alternativo di controllo di diffusione e distribuzione della cannabis e dei suoi derivati.
La società Italiana può dirsi soddisfatta nel considerare che l' idea della coltivazione personale deve essere un fatto da regolamentare, attraverso una burocrazia semplice e snella; perchè non decentrarla e regolamentarla a livello comunale?
Una regolamentazione a livello locale riguardo la creazione di cannabis social club, potrebbe essere una soluzione efficace nel controllo della diffusione della cannabis e dei derivati, un chiaro segnale di distinzione tra mercati delle sostanze stupefacenti, uno strumento efficace nella prevenzione della diffusione di sostanze illegali.
Il decentramento della regolamentazione di strutture come i cannabis social club sarebbe un felice connubio tra libertà delle comunità cittadine e libertà politica. L' uso di cannabis e derivati è un problema trasversale che riguarda tutte le forze politiche, ma le "direttive" politiche nazionali, spesso sono in contrasto con correnti e pensieri diversi all'interno delle stesse realtà.
Un decentramento di questa regolamentazione porterebbe un "federalismo della cannabis" indipendente dal colore politico e frutto della consapevolezza delle comunità italiane.
E' bello pensare che sulle basi di questo interesse istituzionale possa essere scritta una nuova legge che superi la proibizione, modello fallimentare che aumenta la diffusione di stupefacenti, e concretizzi un approccio tollerante e compassionevole che prenda in considerazione anche l' aspetto "storico" e il ruolo della cannabis nella società.
Colgo l' occasione per porgere i migliori auguri di buon lavoro alla Commissione, al fine di redarre una normativa moderna, concretamente interessata alla diffusione delle sostanze stupefacenti e alla soluzione di questo problema.
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