Quale gruppo di associazioni italiane che lavorano nel campo della politica delle droghe e della
dipendenza, vogliamo avviare un confronto in merito alla prossima Assemblea Generale delle
Nazioni Unite sulle Droghe (Ungass), che si terrà a New York nell’aprile 2016.
Innanzitutto, ci preme sottolineare la straordinarietà di questo evento. La scadenza naturale per la
convocazione dell’Assemblea Generale speciale sulle droghe era originariamente il 2019. Come si
ricorderà, Ungass è stata anticipata di tre anni dietro la spinta di alcuni paesi: in particolare
Messico, Guatemala e Colombia, che, sulla base della drammatica situazione vissuta dai loro paesi,
hanno chiesto esplicitamente un dibattito a tutto campo, per valutare con serietà le scelte politiche
in materia di droga fatte a suo tempo ed esaminare tutte le possibili alternative. Questa linea è
peraltro stata condivisa dal segretario generale Onu, Ban Ki Moon, quando ha sollecitato un full and
honest debate.
Per questa ragione, chiediamo che Ungass 2016 non si risolva con una dichiarazione finale che
riaffermi l’obiettivo di “eliminare o significativamente ridurre l’offerta e la domanda di droga entro
dieci anni”, in continuità con la dichiarazione dell’Assemblea Generale del 1998 (poi riconfermata
e spostata avanti di altri dieci anni nel 2009). Non solo per il carattere irrealistico e retorico di tale
obiettivo, ma anche perché l’esperienza di Ungass 1998 insegna che l’enfasi sulla “eliminazione” e
sullo “sradicamento” della droga ha spinto a strategie aggressive di sradicamento delle coltivazioni
illegali nei paesi produttori, con conseguenze nefaste per i territori e le popolazioni più povere. Lo
stesso approccio, nei paesi cosiddetti consumatori, ha portato a concentrare la maggior parte delle
risorse sulla risposta penale, a scapito delle risposte sociosanitarie.
Peraltro, sollecitano a un confronto a tutto campo anche i cambiamenti che stanno avvenendo in
diverse parti del mondo: lo sviluppo di nuove strategie sociosanitarie di riduzione del danno, le
innovazioni legislative di decriminalizzazione dell’uso personale di droga, le sperimentazioni di
regolamentazione legale della cannabis in Uruguay e alcuni stati Usa, la legalizzazione della foglia
di coca in Bolivia. E’ necessario che queste innovazioni siano discusse nella sede di Ungass 2016,
con un occhio alla cornice dei trattati internazionali. Se Ungass 2016 fallisse questo compito, ciò si
tradurrebbe in una perdita di autorevolezza delle istituzioni internazionali. Avanziamo perciò una
proposta precisa: l’Italia sostenga la creazione di un gruppo consultivo di esperti (expert advisory
group), con il compito di esaminare le questioni più scottanti e di stilare raccomandazioni in merito.
Il gruppo consultivo dovrebbe concentrarsi sul rapporto fra i mutamenti in atto e il meccanismo dei
trattati; sull’interscambio fra le diverse agenzie Onu che a vario titolo sono coinvolte nella
questione droga; sul corretto funzionamento del sistema di classificazione delle droghe. Un gruppo
consultivo di questo genere ha dei precedenti, l’ultimo dei quali proprio in occasione di Ungass
1998.
Pensiamo che l’Italia possa contribuire significativamente al confronto in sede internazionale,
specie guardando all’innovazione legislativa del 2014, quando la Corte Costituzionale ha abrogato
gran parte della legge antidroga del 2006. In particolare, sono state abolite le norme che avevano
portato a un considerevole inasprimento delle pene per i reati di cannabis, ed è stato ripristinato il
testo della legge del 1990, con la depenalizzazione del consumo personale per tutte le droghe così
come stabilita dal referendum popolare del 1993. A partire da un’attenta valutazione di esperienze
così diverse, l’Italia può dunque portare una riflessione sull’impatto di diversi orientamenti penali
in tema di droga sui sistemi della giustizia e del carcere. Anche su altri temi chiave, come il
rapporto fra Droghe e salute e Droghe e Diritti Umani, l’Italia può avere un ruolo, riprendendo una
tradizione democratica, umanitaria, di solidarietà sociale: pronunciandosi per un riequilibrio delle
politiche a favore del versante sociosanitario, con particolare attenzione alla riduzione del danno; e
battendosi per l’eliminazione di tutte le pratiche contrarie alla dignità umana e per l’abolizione della
pena di morte per i reati di droga.
Infine un’ultima raccomandazione, ma di fondamentale importanza: in un dibattito onesto ed
esauriente non può mancare la voce della società civile. Chiediamo perciò che, a partire dalla
Conferenza nazionale finalmente in preparazione, siano coinvolte appieno le Ong, i consumatori di
droga, gli utenti dei servizi per le dipendenze. Peraltro la partecipazione di questi soggetti
all’elaborazione delle politiche nazionali e internazionali è richiesta dalla stessa Strategia sulle
droghe dell’Unione Europea 2013-2020, che l’Italia ha sottoscritta. Allo stesso tempo, sollecitiamo
anche il coinvolgimento di tutte le agenzie Onu che insistono sul problema droga, dalla Oms,
all’Unaids, allo Undp, oltre alla Unodc.
Abbiamo scelto questo momento per precisare le nostre richieste al governo e alle istituzioni
italiane perché questo mese di settembre rappresenta una tappa importante nella scelta degli
orientamenti di Ungass 2016. E’ comunque nostra intenzione continuare l’opera di advocacy per
tutta la fase di preparazione dell’evento.
Maria Stagnitta, Presidente di Forum Droghe
Grazia Zuffa, Forum Droghe
Stefano Anastasia, Presidente de La Società della Ragione
Stefano Cecconi, Cgil nazionale
Maurizio Coletti, Presidente Itaca Italia
Riccardo De Facci, Vice Presidente del Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)
Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone
Leopoldo Grosso, Portavoce del “Cartello di Genova” e Presidente onorario del Gruppo Abele
Pino di Pino, Itardd (Rete Italiana Riduzione del Danno)
Alessandro Metz, Legacoop sociali
Massimo Oldrini, Presidente Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids)
Marco Perduca, Membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni
Fabio Scaltritti, Presidente Associazione Comunità San Benedetto al porto
Forum Droghe: Lettera UNGASS per Presidente del Consiglio
dipendenza, vogliamo avviare un confronto in merito alla prossima Assemblea Generale delle
Nazioni Unite sulle Droghe (Ungass), che si terrà a New York nell’aprile 2016.
Innanzitutto, ci preme sottolineare la straordinarietà di questo evento. La scadenza naturale per la
convocazione dell’Assemblea Generale speciale sulle droghe era originariamente il 2019. Come si
ricorderà, Ungass è stata anticipata di tre anni dietro la spinta di alcuni paesi: in particolare
Messico, Guatemala e Colombia, che, sulla base della drammatica situazione vissuta dai loro paesi,
hanno chiesto esplicitamente un dibattito a tutto campo, per valutare con serietà le scelte politiche
in materia di droga fatte a suo tempo ed esaminare tutte le possibili alternative. Questa linea è
peraltro stata condivisa dal segretario generale Onu, Ban Ki Moon, quando ha sollecitato un full and
honest debate.
Per questa ragione, chiediamo che Ungass 2016 non si risolva con una dichiarazione finale che
riaffermi l’obiettivo di “eliminare o significativamente ridurre l’offerta e la domanda di droga entro
dieci anni”, in continuità con la dichiarazione dell’Assemblea Generale del 1998 (poi riconfermata
e spostata avanti di altri dieci anni nel 2009). Non solo per il carattere irrealistico e retorico di tale
obiettivo, ma anche perché l’esperienza di Ungass 1998 insegna che l’enfasi sulla “eliminazione” e
sullo “sradicamento” della droga ha spinto a strategie aggressive di sradicamento delle coltivazioni
illegali nei paesi produttori, con conseguenze nefaste per i territori e le popolazioni più povere. Lo
stesso approccio, nei paesi cosiddetti consumatori, ha portato a concentrare la maggior parte delle
risorse sulla risposta penale, a scapito delle risposte sociosanitarie.
Peraltro, sollecitano a un confronto a tutto campo anche i cambiamenti che stanno avvenendo in
diverse parti del mondo: lo sviluppo di nuove strategie sociosanitarie di riduzione del danno, le
innovazioni legislative di decriminalizzazione dell’uso personale di droga, le sperimentazioni di
regolamentazione legale della cannabis in Uruguay e alcuni stati Usa, la legalizzazione della foglia
di coca in Bolivia. E’ necessario che queste innovazioni siano discusse nella sede di Ungass 2016,
con un occhio alla cornice dei trattati internazionali. Se Ungass 2016 fallisse questo compito, ciò si
tradurrebbe in una perdita di autorevolezza delle istituzioni internazionali. Avanziamo perciò una
proposta precisa: l’Italia sostenga la creazione di un gruppo consultivo di esperti (expert advisory
group), con il compito di esaminare le questioni più scottanti e di stilare raccomandazioni in merito.
Il gruppo consultivo dovrebbe concentrarsi sul rapporto fra i mutamenti in atto e il meccanismo dei
trattati; sull’interscambio fra le diverse agenzie Onu che a vario titolo sono coinvolte nella
questione droga; sul corretto funzionamento del sistema di classificazione delle droghe. Un gruppo
consultivo di questo genere ha dei precedenti, l’ultimo dei quali proprio in occasione di Ungass
1998.
Pensiamo che l’Italia possa contribuire significativamente al confronto in sede internazionale,
specie guardando all’innovazione legislativa del 2014, quando la Corte Costituzionale ha abrogato
gran parte della legge antidroga del 2006. In particolare, sono state abolite le norme che avevano
portato a un considerevole inasprimento delle pene per i reati di cannabis, ed è stato ripristinato il
testo della legge del 1990, con la depenalizzazione del consumo personale per tutte le droghe così
come stabilita dal referendum popolare del 1993. A partire da un’attenta valutazione di esperienze
così diverse, l’Italia può dunque portare una riflessione sull’impatto di diversi orientamenti penali
in tema di droga sui sistemi della giustizia e del carcere. Anche su altri temi chiave, come il
rapporto fra Droghe e salute e Droghe e Diritti Umani, l’Italia può avere un ruolo, riprendendo una
tradizione democratica, umanitaria, di solidarietà sociale: pronunciandosi per un riequilibrio delle
politiche a favore del versante sociosanitario, con particolare attenzione alla riduzione del danno; e
battendosi per l’eliminazione di tutte le pratiche contrarie alla dignità umana e per l’abolizione della
pena di morte per i reati di droga.
Infine un’ultima raccomandazione, ma di fondamentale importanza: in un dibattito onesto ed
esauriente non può mancare la voce della società civile. Chiediamo perciò che, a partire dalla
Conferenza nazionale finalmente in preparazione, siano coinvolte appieno le Ong, i consumatori di
droga, gli utenti dei servizi per le dipendenze. Peraltro la partecipazione di questi soggetti
all’elaborazione delle politiche nazionali e internazionali è richiesta dalla stessa Strategia sulle
droghe dell’Unione Europea 2013-2020, che l’Italia ha sottoscritta. Allo stesso tempo, sollecitiamo
anche il coinvolgimento di tutte le agenzie Onu che insistono sul problema droga, dalla Oms,
all’Unaids, allo Undp, oltre alla Unodc.
Abbiamo scelto questo momento per precisare le nostre richieste al governo e alle istituzioni
italiane perché questo mese di settembre rappresenta una tappa importante nella scelta degli
orientamenti di Ungass 2016. E’ comunque nostra intenzione continuare l’opera di advocacy per
tutta la fase di preparazione dell’evento.
Maria Stagnitta, Presidente di Forum Droghe
Grazia Zuffa, Forum Droghe
Stefano Anastasia, Presidente de La Società della Ragione
Stefano Cecconi, Cgil nazionale
Maurizio Coletti, Presidente Itaca Italia
Riccardo De Facci, Vice Presidente del Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)
Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone
Leopoldo Grosso, Portavoce del “Cartello di Genova” e Presidente onorario del Gruppo Abele
Pino di Pino, Itardd (Rete Italiana Riduzione del Danno)
Alessandro Metz, Legacoop sociali
Massimo Oldrini, Presidente Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids)
Marco Perduca, Membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni
Fabio Scaltritti, Presidente Associazione Comunità San Benedetto al porto
Forum Droghe: Lettera UNGASS per Presidente del Consiglio
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