Una perla datata 23/10/2009 una lettera frutto della fantasia, ma realmente inviata al "direttore" e terrificantemente profetica.
Egregio direttore, mi chiamo Guillermo Diaz e sono un re del narcotraffico internazionale di droghe.
Le scrivo perchè mi è giunta notizia che nella sua piccola città alcuni pesci piccoli che bazzicano i quartieri di Parma hanno creato qualche fastidio ai cittadini e mi piacerebbe rassicurare gli abitanti della sua città.Il traffico di droga continuerà, sia che venga inviato l' esercito sia che non venga impiegato. Le scrivo dal Messico, i militari sono impiegati ormai da decenni;nonostante ciò noi narcotrafficanti abbiamo facilmente corrotto tutte le leve del potere e abbiamo continuato i nostri affari con serenità. Succederà anche in Italia e, addirittura, forse è già successo.
Negli ultimi anni, infatti, abbiamo trovato una proficua collaborazione con la malavita locale italiana, la quale ci ha assicurato ingenti profitti e copertura politica per tutte le nostre operazioni. Ci è stato assicurato, a tutela dei nostri investimenti in Italia (allettante mercato anche come sbocco per il resto d' Europa) che la droga sarà sempre illegale. Infatti solo la legalizzazione delle droghe potrebbe davvero scalfire i nostri piani industriali e la nostra stessa soppravvivenza.
Egregio direttore lei sa cosa vuol dire non avere tasse da pagare? Dichiarazioni IVA da non presentare? Consulenze industriali in nero? Assenza di problemi sindacali e contibuti pensionistici?
Il mercato italiano è allettante proprio perchè la droga non verrà mai legalizzata.
Mi rivolgo alla cittadinanza della sua città, quindi, per confortarli. Il traffico di droga continuerà, se non, addirittura, aumenterà con o senza esercito. Perchè nel momento in cui lo stato non potrà più permettersi economicamente di impiegarlo, noi torneremo più forti di prima. Non si preoccupino i cittadini di Parma, i pesci piccoli hanno fatto un errore e per questo pagheranno. Noi grossi narcotrafficanti continueremo indisturbati con l' appoggio proibizionista della politica.
Guillermo
Una località del messico
P.S:
Egregio direttore, Guillermo Diaz è un personaggio della quarta serie del telefilm Weeds. Questa è una lettera volutamente provocatoria, ma di pura finzione, come il personaggio tratto dalla serie televisiva. Questa lettera l' ho scritta per cambiare la prospettiva con la quale si guarda al tema della legalizzazione delle droghe, quanto meno quelle leggere.
Non mi aspetto che venga pubblicata e a dire il vero neppure lo desidero lasciandole pur sempre la libertà di pubblicare la lettera nel caso la trovi di suo interesse, ma negli articoli che leggo sulla gazzetta e nei commenti che ho potuto leggere sul sito del suo interessante quotidiano, trovo molta ignoranza a riguardo del tema, specialmente quando si parla di chiamare in causa l' esercito. Infatti in tutte le nazione dove l'esercito è stato impiegato per reprimere duramente il traffico di droga, le conseguenze verificatesi sono state catastrofiche.
Il Messico ne è un esempio. Da quando la guerra alla droga in quel paese si è fatta più dura, le morti tra le forze dell' ordine sono aumentate ed una escalation di violenza tremenda sta ormai andando avanti da anni. Le forze politiche, in quel paese sono corrotte fino al midollo e le forze di polizia spesso trafficano affianco dei cartelli messicani se non addirittura in collaborazione.
Ma di esempi ne è letteralmente pieno il mondo; provi ad informarsi su quanto è avvenuto in Afghanistan dall arrivo del contingente ONU a riguardo della produzione di oppio. Oppure guardi all' esempio della Colombia o del Brasile. Si vuole trasformare la nostra Parma come un sobborgo di Bogotà?
La saluto e la ringrazio cordialmente per la sua attenzione al tema e allo spazio che talvolta mi ha concesso.
Egregio direttore, mi chiamo Guillermo Diaz e sono un re del narcotraffico internazionale di droghe.
Le scrivo perchè mi è giunta notizia che nella sua piccola città alcuni pesci piccoli che bazzicano i quartieri di Parma hanno creato qualche fastidio ai cittadini e mi piacerebbe rassicurare gli abitanti della sua città.Il traffico di droga continuerà, sia che venga inviato l' esercito sia che non venga impiegato. Le scrivo dal Messico, i militari sono impiegati ormai da decenni;nonostante ciò noi narcotrafficanti abbiamo facilmente corrotto tutte le leve del potere e abbiamo continuato i nostri affari con serenità. Succederà anche in Italia e, addirittura, forse è già successo.
Negli ultimi anni, infatti, abbiamo trovato una proficua collaborazione con la malavita locale italiana, la quale ci ha assicurato ingenti profitti e copertura politica per tutte le nostre operazioni. Ci è stato assicurato, a tutela dei nostri investimenti in Italia (allettante mercato anche come sbocco per il resto d' Europa) che la droga sarà sempre illegale. Infatti solo la legalizzazione delle droghe potrebbe davvero scalfire i nostri piani industriali e la nostra stessa soppravvivenza.
Egregio direttore lei sa cosa vuol dire non avere tasse da pagare? Dichiarazioni IVA da non presentare? Consulenze industriali in nero? Assenza di problemi sindacali e contibuti pensionistici?
Il mercato italiano è allettante proprio perchè la droga non verrà mai legalizzata.
Mi rivolgo alla cittadinanza della sua città, quindi, per confortarli. Il traffico di droga continuerà, se non, addirittura, aumenterà con o senza esercito. Perchè nel momento in cui lo stato non potrà più permettersi economicamente di impiegarlo, noi torneremo più forti di prima. Non si preoccupino i cittadini di Parma, i pesci piccoli hanno fatto un errore e per questo pagheranno. Noi grossi narcotrafficanti continueremo indisturbati con l' appoggio proibizionista della politica.
Guillermo
Una località del messico
P.S:
Egregio direttore, Guillermo Diaz è un personaggio della quarta serie del telefilm Weeds. Questa è una lettera volutamente provocatoria, ma di pura finzione, come il personaggio tratto dalla serie televisiva. Questa lettera l' ho scritta per cambiare la prospettiva con la quale si guarda al tema della legalizzazione delle droghe, quanto meno quelle leggere.
Non mi aspetto che venga pubblicata e a dire il vero neppure lo desidero lasciandole pur sempre la libertà di pubblicare la lettera nel caso la trovi di suo interesse, ma negli articoli che leggo sulla gazzetta e nei commenti che ho potuto leggere sul sito del suo interessante quotidiano, trovo molta ignoranza a riguardo del tema, specialmente quando si parla di chiamare in causa l' esercito. Infatti in tutte le nazione dove l'esercito è stato impiegato per reprimere duramente il traffico di droga, le conseguenze verificatesi sono state catastrofiche.
Il Messico ne è un esempio. Da quando la guerra alla droga in quel paese si è fatta più dura, le morti tra le forze dell' ordine sono aumentate ed una escalation di violenza tremenda sta ormai andando avanti da anni. Le forze politiche, in quel paese sono corrotte fino al midollo e le forze di polizia spesso trafficano affianco dei cartelli messicani se non addirittura in collaborazione.
Ma di esempi ne è letteralmente pieno il mondo; provi ad informarsi su quanto è avvenuto in Afghanistan dall arrivo del contingente ONU a riguardo della produzione di oppio. Oppure guardi all' esempio della Colombia o del Brasile. Si vuole trasformare la nostra Parma come un sobborgo di Bogotà?
La saluto e la ringrazio cordialmente per la sua attenzione al tema e allo spazio che talvolta mi ha concesso.
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