A
questo proposito nel 2006 a più di un anno dall' approvazione del
decreto Fini-Giovanardi, l' unione delle camere penali si lamento dell'
“immobilismo sul tema tossicodipendenza”: “da un lato la logica
ideologica e punitiva della legge Fini Giovanardi continua
inspiegabilmente a dispiegare i suoi effetti criminogeni, dall' altro il
timido tentativo di modifica delle tabelle sulle quantitàdelle sostanze
ha subito un brusco arresto.” Così recita un documento dell'
Osservatorio carceri Ucpi (unione camere penali italiane). Nel 2006 “il
dipartimento dell' amministrazione penitenziaria fotografa la
percentuale di detenuti tossicodipendenti rispetto alla popolazione
detenuta globale intorno al 30%. I dati forniti dal ministero degli
interni a seguito dell' emanazione della legge indicano un rilevante
aumento delle segnalazioni all' autorità giudiziaria e degli arresti per
detenzione di cannabis nel periodo maggio ottobre 2006 rispetto allo
stesso periodo dell' anno precedente.” Questo quanto successe in seguito
alla approvazione della “nuova legge sulla droga”.A seguito di queste
segnalazionin nel anno 2007 fu stato effettuato un tentativo di
innalzamento dei limiti tabellari per la cannabis, ma il decreto fu
annullato per sentenza del TAR (tribunale amministrativo regionale) del
Lazio. Attualmente la “quantità di principio attivo detenibile per la
cannabis è pari a 500 mg per la cannabis e 750 mg per la cocaina.
A
distanza di 5 anni dall' entrata in vigore della legge sulla droga,
dopo l' annullamento dell' innalzamento dei quantitativi minimi e della
reintroduzione integrale della legge così come era stata approvata nel
2005, quale è la situazione delle carceri in Italia?
Nel
2009 il firmatario della attuale legge sulla droga dichiarò:” nessuno è
mai stato perseguito penalmente per il consumo personale ma
esclusivamente per traffico, spaccio o condotte ad esso collegate o
coltivazione”. Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.
“Dei
circa 67mila detenuti oggi presenti nelle 206 carceri italiane, uno su 3
è straniero, uno su 4 è tossicodipendente e considerevole è anche la
percentuale di detenuti con malattie mentali. Tutto questo va ad
aggravare le già pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini
del Corpo di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico di ben 5mila
unità. Il dato importante da considerare è che i detenuti affetti da
tossicodipendenza o malattie mentali, come ogni altro malato limitato
nella propria libertà, sconta una doppia pena: quella imposta dalle
sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle
droghe o il disagio psichico in una condizione di disagio, spesso senza
cure adeguate e senza il sostegno della famiglia o di una persona amica.
Forse è il caso di ripensare il carcere proprio prevedendo un circuito
penitenziario differenziato per questi tre tipi di detenuti.” E' quanto
richiesto da Donato Capece,segretario generale del Sindacato Autonomo
Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa
organizzazione di Categoria alla presentazione del convegno nazionale il SAPPE e l’Associazione Nazionale Funzionari Polizia Penitenziaria ANFU hanno tenuto a Roma lunedì 8 marzo 2010.
Sfortunatamente
per il sottosegretario con delega alle tossicodipendenze, la
segnalazione del Sappe, non è l' unica. Per esempio nell' estate del
2006 furono numerose le notizie sui giornali di arresti per possesso di
quantità anche irrisorie di stupefacenti. Così possiamo ricordare l'
arresto di tre persone per 0,7 grammi di eroina. Se, come dice il
sottosegretario, è nessuno è finito in carcere per utilizzo personale di
stupefacenti, come è possibile utilizzare gli stupefacenti? “La pena
per la coltivazione di lieve entità è la reclusione da uno a sei anni e
la multa da euro 3.000 a euro 26.000” ricorda Giovanardi in una risposta
indirizzata al comico genoivese Beppe Grillo in seguito ad una lettera
aperta scritta dal comico nella quale si chiedeva la depenalizzazione
delle “droghe leggere”. Così,sempre nell' estate 2006, un giovane fu
arrestato a sapri per avere delle piante di canapa ad essicare in casa.
La domanda da porre a Giovanardi risulterebbe essere semplice: se “in
italia non è reato penale utilizzare droghe, se si afferma che è già
depenalizzata la “fattispecie”, come si può utilizzare droga, essere
tossicodipendenti, e allo stesso tempo essere in carcere?
I
casi di cronaca di “eccesso di zelo” da parte delle forze dell' ordine
per l' applicazione della legge più restrittiva d' europa in materia di
stupefacenti sono diversi. Dalla gazzetta del mezzogiorno un cittadino
incensurato, fu trovato in possesso di 10 grammi di cocaina; dalle
analisi risultò 1,8 grammi di principio attivo, al di sopra dei 750
milligrammi delle tabelle legislative, e tanto basto sebbene per uso
personale, per indirizzare l' incensurato verso il carcere. Questo
arresto risultò una specie di record negativo; l' arresto fu effettuato
il 10 maggio e le tabelle entrarono in vigore solamente un giorno prima.
A
catanzaro un insegnate e un idraulico finirono in carcere il 16 maggio
2006 perchè trovati in possesso di circa 3 grammi e mezzo di hashish e
uno spinello. Secondo i militari la droga era già suddivisa in dosi e
pronta per essere venduta, secondo i due inquisiti era per uso
personale.
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