Dell' intervento emerge una chiara visione del problema e una possibile via di uscita o, quanto meno, di riduzione dell' impatto sociale delle dipendenze e un impegno serio e concreto altamente apprezzabile.
Se l' impegno dei professionisti è preciso ed efficace, noto, da parte di altre istituzioni, la totale incompetenza nella gestione del problema. Si veda a livello nazionale i proclami dei Giovanardi e dei Maroni di tolleranza zero (che vanno esattamente nell' opposta direzione indicata dalla Dr.ssa Maina della non stigmatizzazione come via primaria per un approccio terapeutico proficuo); si vedano le conseguenti misure, adottate anche a livello locale nella nostra città, come quelle dell' invio delle forze dell' ordnine nelle scuole.
A mio parere emerge un quadro desolante. L'impegno serio e motivato dei professionisti sembra "contrastato" dall' ignoranza e il populismo della politica, che approfitta di semplicistica propaganda a scapito delle vittime del problema tossicodipendenza: le famiglie e i tossicodipendenti stessi.
Come può un impianto legislativo punitivo come quello italiano evitare la "stigmatizzazione" dove per la coltivazione di un "ortaggio", si rischia dai 6 ai 20 anni di galera e dove per il ritrovamento di quantitativi superiori ai minimi consentiti di sostanze stupefacenti si rischia il procedimento penale per spaccio?
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