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venerdì 13 novembre 2015

Una strana quiete

La sensazione è quella della quiete “prima” e non dopo la tempesta.
Ogni tanto una cappa di silenzio cala sul dibattito e sull’attenzione verso la ricerca di una soluzione al proibizionismo becero ed ottuso che abbiamo sopportato in questi anni, eppure all’orizzonte ci sono prospettive che mai si erano manifestate, in questa potenzialità, nella pluridecennale lotta per la legalizzazione della canapa.
In occasione dell’incontro con alcuni parlamentari per l’inaugurazione del CIP, ci è stato assicurato che al massimo entro gennaio 2016, dovrà essere portato il dibattito sulla proposta di legge dell’intergruppo in aula, dove, nonostante i 220 deputati firmatari, c’è da aspettarsi un ostracismo e un’opposizione maniacale da parte della componente politica più fondamentalista, ignorante o collusa che sia.
In vista del dibattito in aula ci saranno le consuete audizioni in Commissione Giustizia ed anche questa volta chiederemo di essere ascoltati, per portare di nuovo la voce dei consumatori nel luogo preposto a decidere del nostro destino e del nostro stile di vita, come già abbiamo fatto in passato per dimostrare la natura criminogena dell’ormai defunta (ma ancora pericolosa) Fini-Giovanardi.
Ci prefiggiamo di organizzare un confronto al Canapa Info Point di Roma tra alcuni parlamentari e le associazioni, per poter fornire le necessarie informazioni affinché le nostre rivendicazioni sulla regolamentazione della coltivazione domestica, siano chiare e difendibili.
Dovremmo oltremodo renderci conto che un altro importante appuntamento potrebbe sbloccare la situazione in tempi relativamente brevi (ma probabilmente sempre più veloci dell’auspicato dibattito parlamentare), la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla legittimità della legge in vigore, e il pronunciamento della Consulta potrebbe accelerare notevolmente i tempi per ottenere una nuova legge, che il governo lo voglia o meno!
Il rischio è che la scarsa attenzione mediatica su questo tema e l’indifferenza con cui la notizia è stata accolta nel mondo della magistratura (tant’è che non ci risulta che qualche avvocato abbia chiesto una sospensione in un processo in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale), faccia passare inosservato il bisogno di un verdetto equo e in mancanza di voci a difesa del ricorso presentato, la Corte Costituzionale potrebbe non valutare la questione nella giusta importanza.
Quindi proprio perché c’è aria di bonaccia che siamo preoccupati, la tempesta è in avvicinamento e dobbiamo essere pronti più di prima a resistere e contrattaccare.
Rimanete in contatto, servirà il contributo di tutti!

Giancarlo Cecconi – ASCIA

Una strana quiete

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