Articolo di Pietro Yates Moretti 12 febbraio 2014 16:48
Dopo aver demolito la legge elettorale nota come Porcellum, e prima ancora l'impianto generale della liberticida legge 40/2004 sulla procreazione assistita, la Corte Costituzionale ha annullato anche la legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti. Se andiamo avanti di questo passo, prima o poi verrà suggerita l'abolizione anche della Camera dei Deputati, oltre a quella del Senato, per lasciare che alle «riforme» ci pensi la Corte Costituzionale.
La decisione della Consulta è inattaccabile: l'introduzione di norme eterogenee in sede di conversione in legge di un decreto legge viola l'art.77 della Costituzione che regola la decretazione d'urgenza. Questo è orientamento ormai consolidato della Corte che difficilmente poteva essere rinnegato.
La violazione di questa (importantissima) formalità ha però tolto le castagne dal fuoco ai giudici della Consulta, che così non hanno dovuto (almeno pare) esprimersi sulla ragionevolezza e la conformità con il diritto europeo di una legge sbagliata, criminogena e perfino inefficace nel raggiungere gli stessi obiettivi per cui era stata scritta: i consumi di sostanze stupefacenti, ed in particolare della cannabis, non sono diminuiti.
Si torna però alla legge precedente, la cd. Iervolino-Vassalli, una norma non così diversa da quella appena bocciata. Infatti è pessima. Se non fosse per il referendum promosso dai Radicali nel 1993 che l'ha modificata, con il ritorno di questa legge anche il mero consumo di cannabis sarebbe punito con il carcere.
Ma una buona notizia, comunque. La politica dovrebbe ora farsi carico di riscrivere una nuova legge al passo coi tempi. Ed i tempi ci dicono, ormai anche attraverso organismi internazionali quali l'Onu, che l'attuale approccio agli stupefacenti ha fallito. Ce lo dicono anche i genitori del proibizionismo e suoi massimi fautori nel mondo, gli Stati Uniti, dove due Stati hanno legalizzato la marijuana per uso ricreativo. E lo stesso ha fatto l'Uruguay. Non possiamo più permetterci di combattere una finta guerra al narcotraffico che serve innanzitutto a garantire la prosperità del narcotraffico e delle grandi organizzazioni criminali, col risultato di punire solo i consumatori e piccoli spacciatori.
Se però il legislatore va avanti di questo passo, come detto, sarà la Corte Costituzionale a doversi far carico di riformare pure questa nuova vecchia legge. Con una non indifferente limitazione: per riscriverla non potrà usare una penna, ma solo delle forbici. Ci accontentiamo?
La Corte Costituzionale boccia la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. E ora tutto bene?
Dopo aver demolito la legge elettorale nota come Porcellum, e prima ancora l'impianto generale della liberticida legge 40/2004 sulla procreazione assistita, la Corte Costituzionale ha annullato anche la legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti. Se andiamo avanti di questo passo, prima o poi verrà suggerita l'abolizione anche della Camera dei Deputati, oltre a quella del Senato, per lasciare che alle «riforme» ci pensi la Corte Costituzionale.
La decisione della Consulta è inattaccabile: l'introduzione di norme eterogenee in sede di conversione in legge di un decreto legge viola l'art.77 della Costituzione che regola la decretazione d'urgenza. Questo è orientamento ormai consolidato della Corte che difficilmente poteva essere rinnegato.
La violazione di questa (importantissima) formalità ha però tolto le castagne dal fuoco ai giudici della Consulta, che così non hanno dovuto (almeno pare) esprimersi sulla ragionevolezza e la conformità con il diritto europeo di una legge sbagliata, criminogena e perfino inefficace nel raggiungere gli stessi obiettivi per cui era stata scritta: i consumi di sostanze stupefacenti, ed in particolare della cannabis, non sono diminuiti.
Si torna però alla legge precedente, la cd. Iervolino-Vassalli, una norma non così diversa da quella appena bocciata. Infatti è pessima. Se non fosse per il referendum promosso dai Radicali nel 1993 che l'ha modificata, con il ritorno di questa legge anche il mero consumo di cannabis sarebbe punito con il carcere.
Ma una buona notizia, comunque. La politica dovrebbe ora farsi carico di riscrivere una nuova legge al passo coi tempi. Ed i tempi ci dicono, ormai anche attraverso organismi internazionali quali l'Onu, che l'attuale approccio agli stupefacenti ha fallito. Ce lo dicono anche i genitori del proibizionismo e suoi massimi fautori nel mondo, gli Stati Uniti, dove due Stati hanno legalizzato la marijuana per uso ricreativo. E lo stesso ha fatto l'Uruguay. Non possiamo più permetterci di combattere una finta guerra al narcotraffico che serve innanzitutto a garantire la prosperità del narcotraffico e delle grandi organizzazioni criminali, col risultato di punire solo i consumatori e piccoli spacciatori.
Se però il legislatore va avanti di questo passo, come detto, sarà la Corte Costituzionale a doversi far carico di riformare pure questa nuova vecchia legge. Con una non indifferente limitazione: per riscriverla non potrà usare una penna, ma solo delle forbici. Ci accontentiamo?
La Corte Costituzionale boccia la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. E ora tutto bene?
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