Pot for .... Fun?!? |
Il senatore, dopo aver letto il nostro precedente articolo ha rilasciato la seguente dichiarazione, invitando l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) a valutare circa la correttezza e la legalità delle informazioni pubblicate nel nostro sito:
”Spero che l’Agcom, i cui compiti e le cui funzioni oggi sono delicate e importanti, voglia dare un’occhiata al sito www.legalizziamolacanapa.org e assumere le decisioni conseguenziali“. Lo afferma il sen. Antonio Gentile (Ncd), membro della commissione bicamerale per l’infanzia. “Si legge sul sito“- prosegue Gentile – che “l’8 febbraio” data di una manifestazione a Roma per la legalizzazione di questa droga ”bisogna essere in tanti per contrastare i bigotti della Fini- Giovanardi che sono contrari a questa pianta che continua a dare benefici a chi la consuma”. ”Una frase grave -dice Gentile – che contrasta con l’appendice ipocrita messa dai realizzatori del sito che dichiarano di non voler istigare all’uso della cannabis e di rispettare il codice penale. Questo sito diffama chiunque contrasti l’idea assurda che la cannabis non sia una droga – dice Gentile – e impunemente sc! rive e dice cio’ che vuole pensando che la liberta’ di espressione non abbia alcun limite. E’ necessario che l’Agcom faccia il suo dovere, leggendo quelle pagine e analizzando se sono in contrasto.con le numerose leggi vigenti. Tutto qui. Non si puo’ pensare che internet sia un mondo dove tutto e’ possibile e concesso”.
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Lettera aperta al senatore Gentile
“Caro” senatore, tanto per iniziare, vorremmo farle presente che non abbiamo diffamato nessuno e che stravolgere il senso dei concetti non può che confermare quanto abbiamo sempre affermato, e cioè, che è assolutamente impossibile cercare di spiegare un diverso punto di vista, quando l’interlocutore è impregnato di faziosità e di pregiudizi ideologici.
Vede senatore, noi abbiamo parlato di “cultura bigotta” e non de “i bigotti della Fini- Giovanardi“, e creda che il significato è totalmente differente.
Quando scriviamo “cultura bigotta”, ci riferiamo al metodo dei divieti e delle punizioni, che purtroppo da millenni opprime l’ambizione umana al Libero Arbitrio. Ci riferiamo a quella cultura che ha sempre diviso la società in buoni e cattivi, in base al colore della pelle, o all’appartenenza ad una diversa confessione religiosa, o alle proprie tendenze sessuali, o in base a convinzioni scientifiche non condivise, o molto più semplicemente in base ad uno stile di vita che non collima con la convenzione sociale che, penso sia inutile ricordarglielo, viene sempre determinata da chi sta al vertice della piramide del potere.
Non sappiamo se lei senatore sia un fumatore di tabacco, ma pensiamo che comunque non si scandalizzi nel vedere un suo collega accendersi una sigaretta, bene senator Gentile, le forniamo qualche chicca per farle comprendere meglio perché invitiamo a contrastare la “cultura bigotta” e chi purtroppo la rappresenta rendendosi complice della staticità della Storia.
Una piccola passeggiata nel tempo …quando il consumo di tabacco era vietato:
- 1600 – In Russia, lo zar Michail Fedorovic giustizia tutti coloro che siano trovati in possesso di tabacco e ordina che chi sia trovato in possesso di tabacco sia torturato finché non riveli il nome del suo fornitore
- 1650 – L’uso del tabacco è proibito in Baviera, Sassonia e Zurigo
- 1650 – Il sultano Murad IV dell’Impero Ottomano decreta la pena di morte per chi fuma tabacco “…persino sul campo di battaglia egli faceva di tutto per sorprendere i suoi uomini nell’atto di fumare, che avrebbe poi punito decapitandoli, impiccandoli, squartandoli o amputandogli mani e piedi…”
- 1691 – A Luneberg, in Germania, la pena per chi fuma tabacco consiste nella morte
- 1921- Le sigarette sono illegali in quattordici Stati americani e in altri ventotto vengono presentati progetti di legge
Vede senatore, quello che ancora oggi ci stupisce è constatare che, nonostante i secoli siano passati, la sceneggiatura del proibizionismo rimane sempre la stessa e siamo sicuri che se lei fosse vissuto in quegli anni e se come oggi avesse ricoperto ruoli nelle Istituzioni, non avrebbe esitato un secondo nel mandare a morte un fumatore di tabacco, magari prescrivendo anche una bella tortura per trovare i suoi fornitori.
Dobbiamo inoltre notare che il proibizionismo è in realtà una droga e che il Potere ne è così assuefatto da non poterne fare a meno, tant’è che finito il proibizionismo contro il tabacco è iniziato quello contro l’alcol, un fallimentare “nobile esperimento” di cui subiamo ancora gli effetti negativi per la totale mancanza di informazioni sull’educazione all’uso, per dar luogo infine alla crociata più insulsa e compromettente mai concepita: quella contro la cannabis.
Passando al secondo concetto della sua dichiarazione, anche qui ha voluto dare la sua soggettiva interpretazione, infatti lei afferma che noi abbiamo scritto: “che sono contrari a questa pianta che continua a dare benefici a chi la consuma”, legga bene senatore, noi abbiamo scritto: “a chi continua a trarre benefici illeciti dal suo consumo“, le risulta forse che la malavita organizzata non tragga benefici dal consumo di cannabis? E’ stata una sua svista o una malafede precostituita nei nostri confronti, che non le permette neanche di leggere bene ciò che scriviamo?
Oppure si riferisce al fatto che consideriamo assurda questa persecuzione nei confronti di “cittadini rei solo di apprezzare i benefici di questa pianta?“, ma che la cannabis dia benefici da un punto di vista terapeutico non siamo solo noi a dirlo, ma decine e decine di ricercatori in tutto il mondo, dal dott. Lester Grinspoon al prof. Gianluigi Gessa e da migliaia di testimonianze dirette, di pazienti affetti da patologie invasive e che dalla cannabis hanno trovato un reale beneficio.
E di questo, nonostante la sua contrarietà, dovrebbe farsene una ragione, visto che il problema dell’uso terapeutico della cannabis in questo momento viene dibattuto a livello globale, e per darle un’ulteriore informazione, per colmare almeno in parte la sua non conoscenza sul tema, le riveliamo, a scopo squisitamente didattico, che i fiori di cannabis coltivati in proprio hanno lo stesso identico principio attivo dei fiori di cannabis venduti e somministrati per l’uso terapeutico, quindi, ci dica senatore, dove è il confine tra droga e medicina se non nell’abuso?
E proprio contro qualsiasi abuso ci siamo sempre adoperati per informare la nostra utenza, perché a noi sta molto più a cuore educare, piuttosto che punire.
Non siamo noi gli ipocriti senatore, e comunque ricordi che piantare alcune piante di cannabis, indipendentemente che sia giusto o sbagliato, non può essere reato!
E si metta l’anima in pace senatore, perché noi questa battaglia la portiamo avanti sino in fondo!
Direttivo ASCIA
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