Per onestà intellettuale propongo ai lettori del blog una risposta, non richiesta, da parte del titolare del dipartimento per la propaganda antidroga, dott. Serpelloni.
Egregio dott. Gatti
abbia la pazienza di leggere bene la relazione al parlamento 2012 e troverà ampia e dettagliata risposta a tutte le sue semplici domande. Lei parte da presupposti oggettivamente errati e interpreta i dati in maniera tecnicamente distorta.
Legga anche questi documenti ufficiali sul perchè si ritenga la legalizzazione una pessima idea, oltre che non sostenibile e fattibile per moltissime ragioni, e completerà la sua visione sulle posizioni, chiaramente ma altrettanto legittimamente, opposte alla sue di questo Dipartimento.
http://www.politicheantidroga.it/pubblicazioni/in-ordine-cro nologico/le-ragioni-del-perche-no-alla-legalizzazione-delle- sostanze-stupefacenti/presentazione.aspx
http://www.politicheantidroga.it/pubblicazioni/in-ordine-cro nologico/principi-generali-della-posizione-italiana-contro-l ’uso-di-droghe/presentazione.aspx
Se poi resterà ancora delle sue idee, rispettabili anche se da me non condivisibili, pazienza ma almeno avrà acquisito qualche conoscenza in piu sul perchè si pensi che usare sostanze e legalizzarle, rendendole piu accessibili e disponibili (e quindi facendo aumentare il numero dei consumatori) sia una pessima idea. Come saprà le Nazioni Unite (e sono ben 194 paesi che la pensano così) non condividono il suo pensiero e di fatto hanno fatto scelte molto diverse da quelle che Lei indica. Noi siamo allineati con queste scelte. Tutti in errore? Tutti incapaci di svolgere l'analisi che Lei con tanta sicurezza e spigliatezza fa e ci propone come giusta e risolutiva del problema?
Infine credo che se un dibattito ci debba essere esso dovrebbe essere centrato su temi molto piu prioritari rispetto alla legalizzazione quali come rendere piu efficaci e disponibili la prevenzione, le cure, il recupero totale delle persone tossicodipendenti, la loro non discriminazione, le nuove forme di pene alternative al carcere, la prevenzione delle patologie correlate all'uso di droghe, la ricerca per comprendere meglio in complessi meccanismi di questa malattia.
Ovviamente, per quello che mi riguarda, le sue idee e proposte di soluzione al problema droga in Italia non mi trovano affatto d'accordo in quanto basate su una interpretazione errata dei dati oggettivi, delle reali cause che portano le persone a sperimentare ed usare droghe e diventarne dipendenti (sto parlando di neuroscienze non di mero esistenzialismo) oltre che delle cause sociali che sostengono e amplificando questi fenomeni e stati di vulnerabilità individuali.
Lei pensa di avere la verità in tasca al punto tale da poter proporre e auspicare soluzioni legislative e sociali così radicali e incontrollabili negli effetti sulla sanità pubblica? Io no. Preferisco un atteggiamento prudenziale e riflessivo, proprio come quello espresso dalla totalità degli stati al mondo. Sicuramente tante cose sono migliorabili a partire dal carcere ma questo schieramento mondiale, salvo qualche rara eccezione difforme solo per irrilevanti varianti, non la fa riflettere sulla possibile incongruità delle sue posizioni?
Infine, se questo non Le bastasse, come credo sarà, le motivazioni della mia contrarietà, nel dettaglio, le potrà trovare proprio sui documenti che le ho citato.
La ringrazio comjnque del suo contributo.
Sempre a disposizione.
Giovanni Serpelloni
Egregio dott. Gatti
abbia la pazienza di leggere bene la relazione al parlamento 2012 e troverà ampia e dettagliata risposta a tutte le sue semplici domande. Lei parte da presupposti oggettivamente errati e interpreta i dati in maniera tecnicamente distorta.
Legga anche questi documenti ufficiali sul perchè si ritenga la legalizzazione una pessima idea, oltre che non sostenibile e fattibile per moltissime ragioni, e completerà la sua visione sulle posizioni, chiaramente ma altrettanto legittimamente, opposte alla sue di questo Dipartimento.
http://www.politicheantidroga.it/pubblicazioni/in-ordine-cro nologico/le-ragioni-del-perche-no-alla-legalizzazione-delle- sostanze-stupefacenti/presentazione.aspx
http://www.politicheantidroga.it/pubblicazioni/in-ordine-cro nologico/principi-generali-della-posizione-italiana-contro-l ’uso-di-droghe/presentazione.aspx
Se poi resterà ancora delle sue idee, rispettabili anche se da me non condivisibili, pazienza ma almeno avrà acquisito qualche conoscenza in piu sul perchè si pensi che usare sostanze e legalizzarle, rendendole piu accessibili e disponibili (e quindi facendo aumentare il numero dei consumatori) sia una pessima idea. Come saprà le Nazioni Unite (e sono ben 194 paesi che la pensano così) non condividono il suo pensiero e di fatto hanno fatto scelte molto diverse da quelle che Lei indica. Noi siamo allineati con queste scelte. Tutti in errore? Tutti incapaci di svolgere l'analisi che Lei con tanta sicurezza e spigliatezza fa e ci propone come giusta e risolutiva del problema?
Infine credo che se un dibattito ci debba essere esso dovrebbe essere centrato su temi molto piu prioritari rispetto alla legalizzazione quali come rendere piu efficaci e disponibili la prevenzione, le cure, il recupero totale delle persone tossicodipendenti, la loro non discriminazione, le nuove forme di pene alternative al carcere, la prevenzione delle patologie correlate all'uso di droghe, la ricerca per comprendere meglio in complessi meccanismi di questa malattia.
Ovviamente, per quello che mi riguarda, le sue idee e proposte di soluzione al problema droga in Italia non mi trovano affatto d'accordo in quanto basate su una interpretazione errata dei dati oggettivi, delle reali cause che portano le persone a sperimentare ed usare droghe e diventarne dipendenti (sto parlando di neuroscienze non di mero esistenzialismo) oltre che delle cause sociali che sostengono e amplificando questi fenomeni e stati di vulnerabilità individuali.
Lei pensa di avere la verità in tasca al punto tale da poter proporre e auspicare soluzioni legislative e sociali così radicali e incontrollabili negli effetti sulla sanità pubblica? Io no. Preferisco un atteggiamento prudenziale e riflessivo, proprio come quello espresso dalla totalità degli stati al mondo. Sicuramente tante cose sono migliorabili a partire dal carcere ma questo schieramento mondiale, salvo qualche rara eccezione difforme solo per irrilevanti varianti, non la fa riflettere sulla possibile incongruità delle sue posizioni?
Infine, se questo non Le bastasse, come credo sarà, le motivazioni della mia contrarietà, nel dettaglio, le potrà trovare proprio sui documenti che le ho citato.
La ringrazio comjnque del suo contributo.
Sempre a disposizione.
Giovanni Serpelloni
Nessun commento:
Posta un commento