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Egregio direttore, la Gazzetta ha dato poco risalto, pubblicando un
semplice trafiletto, alla notizia, un pò imprecisa, della apertura del
primo "coffeshop" negli Stati Uniti d' America. La notizia è imprecisa
perchè in varie forme, già da anni, la legislazione federale americana
prevede la possibilità della vendita, coltivazione e uso di cannabis per
scopi terapeutici. In California, per esempio, dal 1996 in seguito alla
approvazione del referendum n. 215 approvato dal 56% degli elettori
californiani nel novembre 1996, consente la vendita di cannabis, sotto
prescrizione medica, a coloro che presentassero sintomi quali cancro,
anoressia, Aids, dolori cronici, spasticità, glaucoma, artrite,
emicrania e qualsiasi altra sindrome per cui la marijuana offra
sollievo. E' interessante che prima del 1936, in tutto il mondo, non
fosse neccessaria tale prescrizione, addirittura la cannabis era una
delle più antiche e più conosciute piante medicamentali al mondo. Ancora
oggi, in alcune farmacie Italiane è possibile trovare urne con la
dicitura "Cannabis", in memoria di un passato "libero" per questa
pianta. Senza tenere conto degli altri innumerevoli impieghi per i quali
questa pianta può essere utilizzata: dall' edilizia, all' energia, alla
cosmetica per citarne pochi.
Tornando al trafiletto pubblicato
dalla Gazzetta, la notizia risulterebbe un pò imprecisa perchè nella
solo California e per la precisione nella sola Los Angeles, se ne
possono trovare più di ottocento. In Italia si viene arrestati per uno
spinello. A chi giova tutto questo? Per non nuocere a cittadini malati
Obama ha approvato un provvedimento che tratteggia le linee guida per la
DEA (drugs enforcement administration) al fine di non arrestare
innocenti.
Legalizzare la cannabis è un problema di sicurezza del
cittadino, che non può essere arrestato per uno spinello, così come non
può essere multato per "fare all' amore". Il nuovo assessore alla
sicurezza Fecci sembra una persona di buon senso quando si è espresso a
favore della legalizzazione delle case chiuse. Chissà fino a dove il suo
coraggioso buon senso si spingerà.
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